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Full text of "MC microcomputer 022 1983"

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Gaeta: Lungomare Caboro Porco Belvedere Conca - rei. 0771/470168 

Tarquinia: Via S. Lucia Filippini, 1 7 - rei. 0766/85621 2 

Viterbo: Via Giacomo Marteotri, 73 - rei. 0761/38669 





Anno 3 - numero 22, settembre 1983 


m 


Indice degli inserzionisti 

La guerra dei DOS 
Paolo Nuti 


m 


MC posta 


MC news 


MC libri 




MC software TI-99/4A 
Giuseppe Merlino 


Toshiba T-100 
Alberto Morando 


I segreti del TI-99/4A 
Giuseppe Merlino 


MC software Vic-20 
Andrea de Prisco 



BASAL 2.1 


MC software ZX-Spectrum 
Leo Sorge 


MC guidacomputer 


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MC micromarket 


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Servizio arretrati 


MCmicrocomputer 22 








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per aggiungere le minuscole 
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serie (rev. 7 e successive) - L. 30.000 
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precedenti la 7 + circuito stampato + 2 zoccoli 
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Descrizione: MC n. 0-4-5-7 


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per Apple II 

Si collega olio zoccolo dei poddle dell’Apple II e con- 
sente di disegnare sullo schermo in alta risoluzione. È 
fornito montato, calibrata e collaudata; è compreso il 
piano di lavoro con il menu su foglio di cartoncino 
plastificato e un minifloppy con tutto il software, sio in 
Applesoft sia compilato. - L. 215.000. 

Descrizione: MC n. 8 - 9 - 10 - 1 1 - 13 


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per Commodore VIC-20 


Si collega olio slot del VIC-20 e consente di installare 
tre cartucce. È costituito do un circuito stampato dop- 
pia faccio su vetronite, con fori metallizzati e pettine 
dorato, tre connettori (già saldati) professionali con 
contatti dorati per l'inserimento delle schede, piedini 
sul fondo dello boserro. L. 60.000 

Descrizione: MC n. 16 


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Il pogamenro può essere effettuato fremire conto corrente postole n. 144141X17 
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maggiore rapidità, puoi inviord uno Ietterò con allegato assegno di c/c bancorio o 
circolare intestato o Technimedio s.r.1. Infine, puoi acquistarlo direttomenre presso i nostri 
uffici di Roma o ol nostro srorjd in occasione delle mostre. 

N.D. Specificare nell’ordine (Indicando II numero di partita IVA) se desiderate rlceve- 


INDICE DEGLI 
INSERZIONISTI 


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ss»”, 1 : 






MCmicrocomputer 22 


QUALITÀ’ O QUANTITÀ? 
QUESTO E’ IL PROBLEMA. 


Stampanti a matrice Honeywell: 
un primato di quantità e qualità che è nato e 
progredisce in Italia, a Caluso, nella fabbrica di stam- 
panti più grande d’Europa. E fare coincidere quantità e quali- 
tà, che in fabbrica sono elementi antitetici, non è certamente una cosa 
facile. La Honeywell Information Systems Italia ci è riuscita, operando 
una vera “rivoluzione” industriale e tecnologica. Con continui investimenti 
sulla struttura, tutta l’organizzazione di produzione, dalla tecnologia di montag- 
gio al controllo di qualità, è stata adeguata ai volumi crescenti di produzione rinno- 
vando la metodologia di lavoro. Sono state eliminate le lunghe catene di montaggio, 
per sostituirle con una serie di banchi rotanti, vere e proprie isole, dove unici protagoni- 
sti sono la stampante e l’uomo. Sui banchi, i vari sottosistemi superano nu- 
merosi test di qualità, e vengono poi montati da un unico operatore esperto ed 

attento; la stampante così ottenuta viene sottoposta a severi controlli fatti 

in modo automatico da apposite sofisticate apparecchiature. Questo si- 

stema, oltre ad essere molto veloce, ren- 
de meno ripetitivo il lavoro dell’uomo che 
partecipa con maggiore attenzione e respon- 
sabilità al processo produttivo. Nulla insom- 
ma è stato trascurato per ottenere un prodotto 
perfettamente sicuro e altamente affidabile. 

Ecco perchè le stampanti Honeywell, 
prodotte in enorme quantità anche 
per la loro linearità di progetto, si 
distinguono per l’assoluta af- 
fidabilità, la perfetta sicurez- 
za, la grande completezza ap- 
plicativa e la varietà dei mo- 
delli: da 80 a 132 colonne e da 
100 a 400 caratteri al secondo. 



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LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA. 

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91 -41 601 00 Tlx. : 22470 - Germania HISI OEM SALES Kaiserleistr. 55, D-6050 OfTenbach/Main Tel. 061 1-80641 Tlx.: 04- 152758 -Gran Bre- 
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Via San Giacomo 32 - 80133 Napoli - Tel. 081/310487 - 324786 


La COMPUTER COMPANY S.A.S.. pur 
essendo relativamente giovane (è nata 
infatti nel Marzo 1979 dalla fusione di va- 
rie Software House), rappresenta, oggi- 
giorno. una delle maggiori Società di pro- 
duzione e diffusione sul mercato italiano 
di MINI e MICROCOMPUTERS della più 
avanzata tecnologia nonché di Software 
applicativo altamente evoluto e partico- 
larmente flessibile e modulare. 

Sin dalla nascita la Società si è posta 
come obiettivo primario la possibilità di 
poter offrire alla propria clientela prodotti 
Hardware che. grazie alla loro modulari- 
tà. potessero facilmente configurarsi alle 
specifiche esigenze delle singole utenze. 
Infatti tutti i sistemi prodotti e commercia- 
lizzati dalla COMPUTER COMPANY, con 
particolare riferimento alla nota linea TIN, 
si sono sempre distinti per le loro doti di 
espandibilità e riconfigurabilità. 

L'ovvia continuazione di questa sempli- 
ce ma vincente politica commerciale è 
rappresentata dal nuovo Sistema a 16 bits 
che presenta delle caratteristiche tecni- 
co-funzionali veramente notevoli rispetto 
al costo. Questo sistema con struttura 
MULTIPROCESSOR è basato sulla CPU 
68000. 16 bits, 6 MHz e sul microprocesso- 
re Z80A. 8 bits. 4 MHz per la gestione 
dell'input e dell'output del sistema. La 
Memoria Centrale è di 128 K espandibile, 
in blocchi di 128 K, fino a 512 K. Oltre 
all'uscita parallela, tipo Centronics, per 
collegare la stampante, il Sistema dispo- 
ne di due uscite seriali, tipo RS-232-C, per 
collegamento in Plotter, Digitizer, Modem 
ed altre periferiche. Il terminale video 
prevede una tastiera con 76 tasti (compre- 
so tastierino numerico e due tasti per fun- 
zioni speciali) ed uno schermo da 12" ad 
alta risoluzione con formato di 24 righe 
per 80 caratteri con vari attributi video. E 
prevista inoltre, tramite una scheda ag- 
giuntiva. la gestione grafica del video con 
una risoluzione di 640 x 240 punti. La Me- 
moria di Massa è costituita da unità per 
Floppy o Hard Disk, per una capienza da 
2.5 MBytes e 40 MBytes (presto verranno 
interfacciate unità più potenti). 

Questo elaboratore può essere utilizza- 
to come sistema monoutente, multiutente 
o come nodo di una rete locale. 

Notevole è stato l'impegno della COM- 
PUTER COMPANY anche nel settore del 


Software applicativo. Infatti, oltre ai pac- 
chetti tradizionali per gestione, ne sono 
stati sviluppati altri per l'Office Automa- 
tion nonché per la Gestione di laboratori 
d'analisi, condomini, alberghi, scuole, as- 
sicurazioni, studi notarili, ingegneria civi- 
le e, ultima realizzazione, un package 
completamente integrato per la Gestione 
di Enti Comunali. Quest'ultimo è stato 
concepito per aree applicative e risulta 
caratterizzato dalle seguenti attività, fun- 
zioni e flussi informativi: 

AREA ANAGRAFICA: 

a) ANAGRAFE E STATO CIVILE 

b) SERVIZIO ELETTORALE 

c) SERVIZIO SCOLASTICO 

d) SERVIZIO LEVA MILITARE 
AREA CONTABILITA E SEGRETERIA: 

a) CONTABILITÀ DELL'ENTE 

b) PAGHE E CONTRIBUTI PERSONALI 

c) GESTIONE TESTI 

d) GESTIONE MATERIALI 

e) GESTIONE ARCHIVIO DELIBERE 
AREA TERRITORIO: 

IN FASE DI SVILUPPO 


Se la politica di vendita dei prodotti Hard- 
ware è sempre stata contraddistinta dalla 
valutazione delle esatte esigenze del 
cliente, ancor più è stato fatto per la forni- 
tura dei pacchetti applicativi. Infatti una 
equipe di tecnici specializzati nei vari set- 
tori effettua una accurata analisi delle 
procedure interne da meccanizzare, e, 
sfruttando dei moduli base preesistenti, 
realizza in breve tempo del Software ap- 
plicativo decisamente orientato al siste- 
ma organizzativo dell'utente. 

£ proprio questa flessibilità e disponibi- 
lità particolare nei confronti del pubblico 
che consente oggi alla COMPUTER COM- 
PANY una espansione della propria clien- 
tela nettamente al di sopra della norma. In 
conseguenza di ciò uno dei principali pro- 
blemi che la Società ha dovuto affrontare, 
per tenere dietro adeguatamente alla ve- 
loce espansione del giro d'affari, è stato 
proprio quello di reperire, sul mercato, 
personale specializzato in grado di ga- 
rantire quel tipo di servizio attento e velo- 
ce al quale la Società ha ormai abituato la 
propria clientela. Il Servizio Assistenza 
Tecnica è, del resto, un altro punto di 
forza della COMPUTER COMPANY. Infatti 


la Società è in grado di garantire, in tutta 
Italia e nel giro di qualche ora. qualsiasi 
tipo di intervento con sostituzione imme- 
diata della scheda difettosa. La clientela 
può abbonarsi a tale servizio sostenendo 
una spesa annua pari al 10% del costo 
macchina che, a detta degli stessi clienti, 
è veramente irrisoria se rapportata alla 
qualità e vastità dei servizi cui dà diritto. Il 
servizio, infatti, oltre a prevedere i norma- 
li interventi tecnici, garantisce soprattutto 
quella consulenza tecnica e gestionale 
che potrà essere necessaria, di volta in 
volta, nella normale routine aziendale. 
Nel quadro d'ampliamento della propria 
attività e nel rafforzamento dell'immagine 
e della presenza, altri nuovi uffici sono 
stati inaugurati di recente a Roma, Caser- 
ta e Torino, città nelle quali la COMPUTER 
COMPANY possiede già da tempo delle 
sedi ufficiali il cui numero viene cosi am- 
pliato a 2, 2 e 3 rispettivamente. È stato 
acquistato, poi. il 75% delle azioni della 
CBI di Catania con l'obiettivo di sviluppa- 
re le vendite nelle isole e nei paesi del 
bacino del Mediterraneo. Inoltre è in pro- 
gramma l'apertura di uffici diretti a Mila- 
no. Bari e Cagliari allo scopo di offrire un 
miglior servizio di assistenza tecnica. Si 
evidenzia ancora la presenza della Socie- 
tà, anche se con diversa denominazione, 
sui mercati europei ed in particolare su 
quello spagnolo, francese e tedesco. 

Oltre che nel mercato dei MINI e Ml- 
CROCOMPUTERS, la COMPUTER COM- 
PANY si è prepotentemente inserita nel 
mercato dei Registratori di Cassa elettro- 
nici raggiungendo, di recente, un impor- 
tante accordo con la ADS ANKER. Que- 
st'ultima, Società leader del settore, ha 
conferito alla COMPUTER COMPANY un 
mandato di distribuzione esclusiva dei 
propri prodotti in Piemonte. Campania e 
Sicilia orientale. L'accordo prevede an- 
che l'interfacciamento dei Registratori di 
Cassa ANKER con i Sistemi COMPUTER 
COMPANY in modo da poter offrire ai 
clienti una gestione delle vendite vera- 
mente in tempo reale. 

Per lo sviluppo di questi programmi la 
COMPUTER COMPANY prevede, entro la 
fine dell'anno, di aumentare il proprio or- 
ganico fino a 900 posti di lavoro confer- 
mandosi tra le società più moderne e pre- 
senti sul mercato nel settore dell'informa- 
tica. 




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Servizi per l'informatica 


CORSI DI PROGRAMMAZIONE 1983-84 

CORSI DI PROGRAMMAZIONE NEL LINGUAGGIO BASIC 

PERIODI: dal 10-10-83 al 20-12-83 e dal 9-1-84 ai 30-3-84 

GIORNI: martedì e venerdì - ORE 18-20 PREZZO: L. 350.000 + IVA (18%) 
PROGRAMMA DEL CORSO: 

A) Introduzione alla struttura degli elaboratori F) Applicazioni con l’uso della memoria di 

B) Introduzione alla programmazione massa 

C) Studio delle principali strutture dei dati G ) Studio ed applicazioni sull'uso della stam- 

D) Studio del linguaggio Basic pante 

H) Applicazioni sull'intero sistema 

L) Studio degli archivi di dati 


CORSO DI PROGRAMMAZIONE NEL LINGUAGGIO PASCAL 


PERIODO: dal 9-1-84 all’8-3-84 
GIORNI: lunedì e giovedì - ORE: 18-20 
PREZZO: L. 300.000 + IVA (18%) 


NOTE: Viene insegnata la programmazione in 
linguaggio Pascal (UCSD) sia pratica che teo- 
rica. Sono escluse dal corso nozioni riguardan- 
ti la teoria di introduzione all'informatica 


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PERIODO: dal 54-84 al 15-6-84 
GIORNI: lunedì e giovedì - ORE: 17-19 
PREZZO: L. 200.000 + IVA (18%) 


NOTE: Sono previsti due corsi contemporanei 
riguardanti la programmazione Basic e lo stu- 
dio delle capacità sonore e grafiche del Vie 20 
e del Commodore 64, con numerose applica- 
zioni pratiche 


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MATICA, DIPLOMATI IN INFORMATICA E PROFESSIONISTI DEI SETTORI: 

PERIODO: dal 16-5-84 al 15-6-84 GIORNI: martedì e venerdì - ORE: 18-20 

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corso di al massimo due anni 

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NOTE: Si tratta di un corso che si divide in due rami: uno dedicato alle applicazioni di inge- 
gneria idraulica ed edile, l’altro orientato alTapprofondimento delle tecniche di archi- 
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sistema è di 21 Mbyte in linea. Inoltre, puoi facilmente collegarti con un altro Perso- 
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in più l'APL. Programmi applicativi: Corso Autodidattico Interattivo - EasyWriter 
(anche in italiano) - Multipìan (anche in italiano) - VisiCalc - Gestione Aziendale - 
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la guerra dei dos 

Chi ha visto TRON, ricorderà la guerra tra il Master Control Program ed il 
sistema operativo "buono". Come spesso ormai accade, la fantasia supera di 
poco la realtà, perché una guerra tra sistemi operativi é realmente in corso : 
quella per il controllo del PC, il "Personal Computer" per antonomasia, 
ovvero l'IBM. 

Fino a diciotto mesi orsono. i personal computer (a 8 bit) potevano essere 
divisi in due gruppi: quelli con microprocessore 8080 e derivati 
< essenzialmente Z80) e gli altri. Gli appartenenti al primo gruppo si 
distinguevano per una caratteristica fondamentale: praticamente tutti 
utilizzavano lo stesso sistema operativo, quel CP/M ( Control Program for 
Microcomputer) crealo nel 1976 dalla Digital Research e rapidamente 
divenuto "lo standard di fatto" per tutte le macchine 8080 e Z80. Con lo 
sviluppo del CP/M 86 I per microcomputer a 16 bit con microprocessori 8086 
ed 8088) il monopolio della Digital Research sembrava destinato a 
perpetuarsi. 

La torta dei sistemi operativi ( ammesso anche di scendere a poche decine di 
dollari per ogni persona! computer, alla fine si tratta sempre di diverse decine 
di miliardi di lire l’anno) ha però suscitalo appetiti vari, tra cui quello della 
Microsoft e soprattutto quello della stessa IBM che, per il suo PC. spinge 
per l'utilizzazione de! PC-DOS. L'arma è quella dei programmi applicativi : 
poiché un programma gira in un preciso ambiente DOS, l'atout della IBM è 
quello di fornire i propri programmi sotto PC-DOS : sulla sua scia, diversi 
fornitori indipendenti di hardware e di software hanno optato per il PC-DOS. 
La reazione della Digital Research non si è fatta attendere: il prezzo de! 
CP/M 86 è stato bruscamente abbassato da 250 a 60 dollari compreso il 
GSX, estensione grafica per CPIM precedentemente quotala 75 dollari. 

La battaglia non si ferma ai prezzi, ma interessa la stessa struttura e potenza 
dei sistemi operativi. Come bloccare il diffondersi a macchia d'olio di un 
certo sistema operativo se non con un nuovo sistema operativo 
incomparabilmente più potente? E così Digital Research, ha messo in cantiere 
il " Concurrent CP/M", sistema operativo nato, per espressa ammissione del 
presidente della Digita I Research, Gordon Eubank s. proprio in funzione de! 

PC e dei PC compatibili. 

Il "Concurrent’CP/M rappresenta una rivoluzione nel settore dei personal. 

che per la prima volta potranno ospitare più programmi 
contemporaneamente fino ad un massimo di quattro. Qualcosa del genere si 
è già visto con il LISA o con programmi come I"' I. 2, 3" (un misto di foglio 
elettronico, grafica e ricerca informazioni ) , ma grande è la differenza tra un 
package od una macchina multi-applicazione ( definite una volta per tutte in 
sede di progetto) e la possibilità di caricare contemporaneamente 4 
programmi applicativi a scelta (dell'utente), di farli girare simultaneamente, 
di passare dati da uno all’altro mentre girano, richiamare istantaneamente sul 
monitor questo o quello senza dover ricaricare da disco eie. 

La battaglia dei sistemi operativi sembrerebbe risolversi in notevoli benefici 
per l'utente. Tutte te medaglie hanno però un rovescio: in mancanza di uno 
standard di fatto, è più difficile configurare ed espandere il sistema con buone 
prospettive di compatibilità con i vari DOS: schede corredate di software 
sotto PC-DOS. potrebbero divenire inutilizzabili sotto Concurrent CP/M. 
Paolo Nuli. 


Anno 3 - numero 22, settembre 1983 
mensile - L. 3.000 
Direttore: 

Paolo Nuti 
Condirettore: 

Marco Marinacci 
Ricerca e Sviluppo: 

Bo Amklit 
Collaboratori: 

Roberto Angeletti, Andrea de Prisco. 

Valter Di Dio, Paolo Galassetti, 
Corrado Giustozzi, Fabio Marzocca, 
Giuseppe Merlina, Alberto Morando. 
Pierluigi Panunzi, Francesco Petroni, 
Gina Principi, Claudio Rosazza. Leo 
Sorge, Pietro Tasso 
Segreteria di redazione: 

Paola Pujia (responsabile), 
Giovanna Molinari 
Grafica e impaginazione: 
Roberto Saltarelli 
Fotografia: Dario Tassa 
Amministrazione: 

Maurizio Ramaglia (responsabile), 
Anna Rita Fratini. Pina Salvatore 
Abbonamenti ed arretrati: 
Giancarlo Atzori 
Direttore Responsabile: 

Marco Marinacci 
MCmicrocomputer è una 
pubblicazione Technimedia. 

Via Valsolda 135, 00141 Roma. 
Tel. 06/898.654-899.526 
Registrazione del Tribunale di Roma 
n. 298/81 dell' 1 1 agosto 1981 

© Copyright Technimedia s.r.l. - 
Tutti i diritti riservati. 
Manoscritti e foto originali, anche se 
non pubblicati, non si restituiscono 
ed è vietata la riproduzione, seppure 
parziale di testi e fotografie. 
Pubblicità: 

Technimedia. Via Valsolda 135. 
00141 Roma. tei. 06/898.654-899.526 
Produzione pubblicitaria: 
Cesare Veneziani 
Abbonamento a 12 numeri: 

Italia L. 30.000; Europa e paesi del 
bacino mediterraneo (spedizione via 
aerea) L. 55.000; 

Americhe, Giappone, Asia etc. 

L. 76.000 (spedizione via aerea). 
C/c postale n. 14414007 intestato a: 
Technimedia s.r.l. - Via Valsolda. 135 
00141 Roma 
Composizione e fotolito: 

Starf Photolito. Via Acuto 137. 
GRA km 29. Roma 
Stampa: 

Grafiche P.F.G.. Via Traspontina 
46/48 - 00040 Ariccia ( Roma) 
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Indipendenza 1 Ib - Cent. Tel. 4992. 

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12 


MCmicrocomputer 22 



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un piccolo computer... per grandi programmi 


Non sono passati molti anni: il grande com- 
puter che occupava grandi spazi, bisognoso 
di molte cure e che poteva essere usato solo 
da tecnici specializzati, è diventato un piccolo 
sistema che trova posto comodamente su 
qualsiasi scrivania: il Personal Computer B3 è 
il frutto <Ji questa evoluzione. 

Economico, un design semplice e grade- 
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facili da usare adatti alle varie gestioni azien- 
dali e nati da una lunga esperienza: questo è 
il Personal Computer B3. 

Personal Computer non vuol dire solo mac- 
china ma anche e soprattutto "software". 

Segreteria, ufficio contabilità e personale, 
fatturazione, organizzazione, magazzino, pro- 
duzione: per la soluzione di questi problemi è 
nato il nostro software. 


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Io oggi ho scelto MPF II 
E sono soddisfatto. 


MPF II l’utilizzo dappertutto. È 
leggero, compatto, grande come 
una agenda. Con lui oggi muovo 
i primi passi nell’affascinante 
mondo dell’informatica. Sono si- 
curo che insieme a me crescerà 
e sarà capace di aiutarmi do- 
mani nel mio lavoro. Un sempli- 
ce video-gioco, un valido home 
computer, un indispensabile 
personal ? Lo decido io! E questo 
mi soddisfa. 


MPF n ha una struttura molto com- 
patta e si avvale di soluzioni hard- 
ware originali ed espandibili. La più 
immediata è la tastiera esterna la 
cui connessione all’unità centrale è 
molto semplice. 

Inoltre una serie di opzionali (disk 
drive, stampanti termiche, stampan- 
ti su carta normale, sintetizzatore 
vocale, monitor di formati diversi e con diversi tipi di fosfori, interfaccia seriale RS232C. 
joy-stick, generatore di suoni ed altro ancora) con i quali trasformi il tuo home computer 
in un personal professionale. Vuoi potenziare il tuo sistema informativo? Non devi rico- 
minciare da capo. Sono tanti i connettori sui lati dell’MPF n che permettono di espanderlo 
fino a configurazioni estremamente potenti e già tutte attuabili. 

Scegli tu! 

Così hai la possibilità di divertirti, di studiare, di imparare il linguaggio Basic, sempre più 
importante. MPF II è accompagnato dai manuali d’uso e dal manuale di programmazione 
Basic tutti in lingua italiana. Un comodo ausilio di lavoro. 

Il software è ampio e completo nelle tante cassette, nei dischi, nelle cartucce che vengono 
fornite insieme ad MPF E. È inoltre possibile accedere alla vasta bibliografia di program- 
mi esistenti per la sua compatibilità di Basic...! MPF E, non scordiamolo, è dotato della ta- 
stiera incorporata e della scheda colore già installata. Tutto viene soddisfatto, i tuoi desi- 
deri, i tuoi giochi, le tue necessità, i tuoi lavori, la tua creatività. Pensa a qualcosa di 
grande per te, senza credere di sognare. MPF E è piccolo, leggero, ma ha grandi capacità 
di memoria e d’uso. Noi lo chiamiamo “l’investimento espandibile”. E tu? Sceglilo e sarai 
al centro dell’attenzione di tutti. 

Nella sua simpatica e morbida borsa da viaggio, insieme con tutti i componenti del siste- 
ma, viene sul lavoro, torna a casa, ti aiuta nello studio. Insomma MPF E è una scelta che 
ti dà soddisfazione, un sicuro investimento produttivo. 


CPU 
R 6502 


ROM 

16K Bytes 



[. Il mio primo ed unico computer. 





MZ- 




Caratteristiche 

L’unità centrale ha una tastiera al- 
fanumerica di 49 tasti multifunzio- 
ne con i quali c’è la possibilità di ge- 
nerare 153 codici ASCII. 

È possibile il completo controllo del 
cursore tramite 4 appositi tasti. Lo 
schermo visualizza 24 righe per 40 
colonne. Lavora con un set di carat- 
teri ASCII maiuscolo e caratteri gra- 
fici speciali (50) raggiungibili dalla 
tastiera tramite il CTRL-B. 

È disponibile una grafica contempo- 
ranea in 2 risoluzioni, high con 
280x192 punti e low con 40x48 pun- 
ti, a colori. È possibile miscelare te- 
sto e grafica. 

n microprocessore è il 6502. Sulla 
ROM è disponibile l’interprete Basic 
ed un monitor con disassembla- 
tore per programmare anche in linguaggio macchina. L’altoparlante è presente. 

L’unità centrale ha ben 64 K di memoria RAM dinamica e 16 K ROM. L’apposito slot porta 
all’esterno il BUS dati e indirizzi oltre ai segnali di controllo di tutto il computer. È possibi- 
le collegare interfacce e periferiche di tipo più svariato. L’unità centrale viene già fornita 
con un interfaccia parallela per stampanti entro contenuta. 


RAM 

64K Bytes 


Interprete Basic 
più di 90 
istruzioni 


MICRO-PROFESSOR 

l’investimento espandibile 


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riori Informazio- 
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dove puoi trova- 
re MPF II vicino 


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conoscendone tutte le peculiarità La BASF grazie al know-how derivante dalle 
ricerche intensive, da particolari elaborazioni di ossidi e da una propria produzione 
e controllo ha sviluppato supporti magnetici che funzionano in armonia con il - 
calcolatore Questi prodotti su misura costituiscono l'argomento vincente e 
sono contrassegnati dal marchio BASF 


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PC 1800: 

l’istruzione (nascosta) OPN 

Spett/le MCmlcrocomputer, 
possiedo una Sharp PC- 1500 e sono mol- 
to interessato alla funzione dell'istruzione 
"nascosta" dal manuale OPN. Questa istru- 
zione è stata da Voi citata durante la prova 
del PC- 1500 ed in seguito non se ne è più 
parlato. 

Io penso che si tratti di un 'istruzione che 
lascia prevedere un collegamento con un ù- 
nltà disk-drive; ci sono novità in proposito? 

Valerio Di Marzio (Messina) 

Le tesi riguardanti la fu n zione dell'Istru- 
zione OPN sono, per ora, ancora delle sem- 
plici supposizioni È comunque evidente 
che si tratta di un comando atto ad abilitare 
un'unità periferica 

Le novità. In tal senso, sono le seguenti: 

- Il formato dell'Istruzione è OPN “ XXX" In 
cui la stringa XXX rappresenta la periferi- 
ca chiamata 

- sono leciti comandi quali OPN "LCD" (Li- 
quid Crystal Display) OPN "MGP" (Mlni- 
Graphlc Printer) e OPN “CMT" (Cassette 
Magnetic Tape); questi ulti m i due sono va- 
lidi solo se è connessa la stampante CE- 160. 

All'atto pratico sembra che questi tre co- 
mandi non modifichino lo stato delle perife- 


riche chiamate. Se viene dato un codice di- 
verso dai 3 citati, 11 computer segnala un 
ERROR 34, non riportato sul manuale 
Sharp, ma a cui la Radio Shack attribuisce 
11 significato di "periferica chiamata non 
connessa". 

A questo punto direi proprio di aspettarci 
almeno un micro disk-drive! 

P.M. 


Linguaggio macchina 
ZX81 e Spectrum 

Possiedo, da circa un anno e mezzo, un 
Sinclair ZX-80 nuova ROM (dopo aver cam- 
biato la mia vecchia ROM da 4K). Tra non 
molto prenderò uno Spectrum, e per imple- 
mentare un programma in BASIC su tutte e 
tre le macchine ROM (4, 8 e 16K) non ho 
mai trovato grandi difficoltà Bnquando 
non mi sono trovato davanti a programmi 
in linguaggio macchina Per esempio ho un 
libro con dei programmi perla prima ROM, 
ed alcuni hanno delle routine in LM che la 
nuova ROM non accetta Pertanto vi chiedo: 
quali sono le variazioni tra il linguaggio 
macchina per 4K ROM ed 8K ROM dello ZX- 
80, e possibilmente le ulteriori variazioni 
con la ROM d el lo Spectrum ? 

Emilio Trlunfo (Napoli) 


Nessuna. Infatti il problema non è affatto 
quello del linguaggio macchina, bensì è re- 
lativo alla ROM. 

LLM dipende esclusivamente dal micro- 
processore usato, quindi tutti i personal 
che hanno lo Z80 hanno lo stesso LM, e così 
per quelli con il 6502. 

Viceversa le ROM sono fatte ognuna per 
un computer, e contengono cose diverse In 
locazioni diverse. 

In generale alcune delle routine utilizza- 
te dalla ROM per generare il programma 
che interpreta il BASIC, oppure quello che 
gestisce lo schermo, etc, sono utilizzàbili 
dall'esterno, ma solo macchina per macchi- 

Facclo un esempio: se lo ZX-81 ha uno 
schermo di 24 x 32, e un altro personal 
(sempre basato sullo Z80) lo ha di 26 x 40, 
in generale 1) le due rout in e di gestione 
dello schermo saranno poste a partire da 
locazioni di memoria differenti; 2) in parti- 
colare faranno cose diverse (ad esempio, 
ma non solo, perchè gli schermi hanno for- 
mati diversi). 

L'unico modo di sapere cosa fanno e come 
lo fànno (e dove andarle a prendere) è pro- 
curarsi del disassemblati della ROM, maga- 
ri commentati, altrimenti il loro uso è una 
cosa quasi impossibile. 

L.S. 


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Espansione RAM 64 K per ilVIC 

Egr. redazione, 

scrivo per conoscere la vostra opinione 
sull'argomento che vi sottopongo, ovvia- 
mente tramite la rivista stessa 
In Germania è commercializzata una 


Assicurano inoltre che il 7IC ne possa 
gestire fino a quattro contemporaneamen- 
te; inoltre — fatto non trascurabile — un 
modulo da 64K costa quanto la 16Kin Ita- 
lia 

Maurizio Mellone (Bassano del Grappa - VI) 


espansione RAM da 64K per il VIC, che tra- 
mite opportuni interruttori può assumere 
varie configurazioni: 

19967 byte BASIC + 49162 byte per dati 
(pseudo floppy); 

491S1 byte BASIC + 16334 byte per va- 
riabili; 

57344 byte BASIC + 8 102 byte per varia 
bili; 

28169 byte BASIC + 40960 per linguag- 
gio macchina 


sinclai r 

ZX SPECTRVfl 

u, a» oppufcE 90 k/| 


; / iooo per mvoioso connoto 
ULOtritOTo n Accesso®', mottnen^u 



Detta cosi dobbiamo dire che i dati a di- 
sposizione per un giudizio sono poc h i n i, 
visto anche che non ne abbiamo mai senti- 
to parlare. Una prima considerazione è che 
dal prezzo desumiamo si tratti di RAM di- 
namiche con refresh autogestito, dato che 
solo cosi si possono vendere 64K RAM a 
200.000 lire circa (per di più tradotto dal 
costo in marchi tedeschi). Escludiamo che 
il VIC, come qualsiasi altro personal com- 
puter basato sul 6502, possa indirizzare 
allo stesso tempo più di 65536 byte, dato 
che come è noto a gli indirizzi della memo- 
ria si dedicano 16 bit e il massimo numero 
decimale ottenibile è appunto 65536 (in 
binario sono sedici uno di fila): si tratterà 
quindi di un'eventuale gestione del sistema 
a lotti, ovvero una semplice commutazione 
tra zone indipendenti come spazio ma non 
utilizzabili contemporaneamente. 

Per quanto poi riguarda le varie configu- 
razioni accessibili in una singola scheda da 
64K riini a-mn rii rimanere un attimo sorpre- 
si: vada per la prima e per la quarta, ma la 
seconda e la terza — che prevedono elevate 
zone di memoria accessibili direttamente 
da BASIC — ci lasciano attoniti. In pratica 
bisogna poi vedere come viene ripartita la 
zona BASIC stessa: quanto va al program- 
ma, quanto alle stringhe, quanto alle varia- 
bili... Anche lo ZX-81 può assurgere ai gran- 


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diosi fasti del 64K RAM-ROM. ma di questi 
ben pochi sono destinati al programma 
(tra l’altro sarebbe assai inutile). 

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PC 1800: come funziona il beep? 

Spett/le redazione 

sono un possessore della Sharp PC- 1600 
e vorrei chiedere alcuni chiarimenti su ciò 
che è scritto sul manuale a proposito dell'I- 
struzione BEEP A, B, C. 

La variabile C dovrebbe rappresentare la 
durata della nota, ma sulla mia PC- 1500 le 2 
note generate da BEEP 1,50,100 e BEEP 
1,100,100 hanno lunghezze molto diverse 
tra loro, seppure la durata sla per entrambe 
fissata a 100. 

SI tratta forse di un guasto? 

Franco Oalleazzl (Milano) 

Può stare tranquillo: il suo PC- 1500 fun- 
ziona a dovere. Infatti nello statement 
BEEP A,B,C la durata C della nota dipende 
dall'altezza del tono B, con una legge del 
tipo: 

durata = (K-C)/B 

ove K è una costante di proporzionalità 
arbitrarla 

Personalmente ho trovato per K il valo- 
re più opportuno uguale a 100. Perciò la 
sua sequenza dovrà essere sostituita da: 

K = 100 

BEEP l,50,100*K/50 
BEEP 1,100,100-K/100 

Ovviamente in questo caso si sarebbero 
potuti scrivere direttamente i due valori di 
C (200 e 100). F.M. 



A chi non è capitato di perdere ore di lavoro per un improvviso black-out. E quanti supporti magnetici possono 
deteriorarsi per simili e banali cadute di tensione? 

La M-DATA SYSTEM ha voluto affrontare il problema realizzando un GRUPPO STATICO DI CONTINUITÀ. 


il computer e la sua alimentazione 
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affidabilità, espandibilità 


La serie M 6400 è prodotta dalla M DATA SYSTEM con le 
tecnologie più avanzate consentendo le soluzioni ottimali 
per qualsiasi centro di elaborazione dati. 

Il cuore del computer è realizzato con schede MULTIBUS ed 
è quindi possibile l’uso di oltre 100 schede diverse (acquisizio- 
ne dati analogici, digitali, espansioni di 1/0, 
schede per comunicazioni su reti di calcolato- 
ri ecc.), il che rende possibile l’uso di tali 
macchine in applicazioni non solo gestionali, 
ma anche scientifiche, industriali, didattiche. 
CARATTERISTICHE: .CPU da 8 Bit con 
8080 A-Z80 A « CPU da 16 Bit con 8086 
« Memoria RAM in banchi da un minimo di 
64 K ad un massimo di 256 K per scheda 
» Memoria di massa su floppy da 8” da 1 a 4 MB.su HARD- 
DISKS da 10 a 96 MB * Schermo da 25 righe per 80 colonne 


a fosfori verdi antiriflesso «Tastiera a tasti capacitivi. 
La serie M 6400, inoltre, non è legata a nessun tipo di lin- 
guaggio residente su ROM, ma è possibile caricare da disco 
in RAM il linguaggio desiderato (COBOL FORTAN 
BASIC ecc.). Per rendere la serie 6400 ancora più completa 
la M DATASYSTEMha scelto come sistema 
operativo per singolo utente il CP/M e per 
multiutente MP/M; questo rende possibile 
l’accesso alla più vasta biblioteca di program- 
mi applicativi esistenti. Questa biblioteca 
completa la già consistente disponibilità 
di programmi applicativi realizzati dalla 
M DATA SYSTEM quali contabilità generale, 
fatturazione, magazzino, contabilità semplifi- 
cata, paghe, gestione studi dentistici, gestione laboratori 
analisi mediche, gestione condomini ecc. 



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CONTABILITÀ SEMPLIFICATA 

PAGHE E STIPENDI 

partitari, 

registri IVA. 

cedolino. 

situazione contabile, 

riepiloghi periodici, 

quadrature, 

registri IVA. 

situazione contabile, 

elaborazioni mensili, 

denunce e allegati annuali IVA 

elenco clienti e fornitori 

servizi annuali 

MAGAZZINO 

FATTURAZIONE 

fattura, 

tratte e ricevute bancarie, 

AMMINISTRAZIONE 

CONDOMINIALE 

listino, 

giornale, 

statistica di vendita, 
registro IVA 

ripartizione, 

acconti, 

inventari valorizzati: prezzi d'acquisto, 
inventari valorizzati: prezzi di vendita 

LEGGE 373 

spese, 

fornitori 

MEDICALDATA 

calcolo e progettazione 
delle dispersioni termiche di un edificio 

PROGRAMMI DI UTILITÀ 

visite mediche, 

INGEGNERIA CIVILE/2 

cross-reference 

analisi 

scheda sanitaria, 

strutture semplici 

dump memoria/disco 
routine in assembler 

controllo economico 

e frequenti 

auto-index 


Ingegneria in regime sismico - Data-Base - Text-editor - Mailing list - Alberghi - Case di 
spedizionieri e trasporti - Controlli numerici - Gestione ordini - Laboratori analisi 
Collegamento HP-3000 come terminale intelligente - Gestione assicurazioni - World- 
processing (utilizzabile con Triumph-Adler SE 1010 o SE 1005) 


Disponibili schede di tipo: 

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Non vendiamo solo il calcolatore, ma anche 
il servizio che sa offrire. Triumph Adler Italia 
pensa seriamente al suo utilizzo. Chi usa il 
computer vuole apprezzarne i risultati con- 
creti. Ammira il design raffinato, i colori stu- 
diati per facilitarne l'impiego, la disposizione 
dei tasti, l’alta tecnologia di una tradizione 
affermata, ma vuole soprattutto risolvere i 
propri problemi, ottenere in breve tempo 
una denuncia dei redditi già compilata, di- 
sporre di una contabilità semplice adatta al- 
l’azienda e allo studio professionale. 
Triumph Adler Italia non propone l’acquisto 
di una macchina. Offre un servizio comple- 
to, con programmi affidabili, preparati a mi- 
sura dell'utente, in grado di risolvere i casi 
concreti di ogni giorno. 

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Arrivano gli Androbot! 

Androbol é un termine derivato dalle parole 
"android" e "robot", ed é il nome di una ditta 
americana sorta nel 1981 per la produzione di 
"personal robot”. Questi prodotti, che come il- 
lustreremo fra un momento sembrano destinati 
a suscitare un notevole interesse, saranno pre- 
stissimo distribuiti anche in Italia ad opera della 
Audist. una ditta già da tempo molto affermata 
nel settore dell'alta fedeltà. Topo. Bob. Fred e 
AndroMan sono i nomi dei quattro androbol 
attualmente funzionanti. 

Arriverà in autunno Topo, un robot dall'aria 
dotta ma scanzonata che viene collegato tramite 
un trasmettitore a raggi infrarossi all'Apple II: 
una normale (normale?) periferica. 


Topo può muoversi ed essere guidato tramile 
un joystick, oppure tramile un programma scrit- 
to nell'Apple. La sua andatura è dondolante 
perché in questo modo, secondo gli studiosi che 
hanno contribuito al progetto, è più simpatico ai 
bambini e non li spaventa, perché si muove in 
modo più vicino a quello di un uomo che a 
quello di una macchina. La velocità é di circa 70 
cm/sec. più o meno quella di un passo normale, 
non particolarmente spedito né lento. È munito 
di sensori ultrasonici per evitare gli ostacoli e 
non cadere nel caso in cui... gli manchi la terra 
sotto i piedi (scale ccc.). e di sensori infrarossi 
per poter individuare la posizione delle persone 
riferendosi al calore del corpo umano. Può esse- 
re provvisto di un sintetizzatore vocale che con- 


sente di variare il timbro, il volume c la velocità 
della voce. È munito di un rudimentale braccio, 
con una specie di paletta al posto della mano, 
tramite il quale può trasportare degli oggetti: ad 
esempio prelevandoli dall'Androfreeze. un fri- 
gorifero attrezzato per essere utilizzato dall'An- 
drobot. C'è poi un Androwagon. una specie di 
rimorchio che può contenere oggetti vari per un 
peso fino a circa IO chili. A proposito. Topo é 
alto circa 90 centimetri, occhio e croce come un 
bambino di quattro - cinque anni. Per la pro- 
grammazione di Topo viene rilasciato il dischet- 
to TopoForth, ovviamente da inserire nell'Ap- 
ple II. 

Topo dovrebbe, abbiamo detto, arrivare in 
ottobre - novembre: le... dolenti note sembrano 
non essere particolarmente dolenti: il prezzo é 
stato stabilito in 1.900.000 lire. 

Topo non è... figlio unico: B O B gli somiglia 
molto ma è autosufficiente, ha praticamente un 
computer nel suo interno (B.O.B. = BrainsOn 
Board): non si sa quando arriverà ma pare che 
dovrà passare almeno un anno. F.R.É.D. do- 
vrebbe invece arrivare verso il marzo del prossi- 
mo anno: è più piccolo (circa 30 cm di altezza) e 
ha un sintetizzatore di voce e un braccetto che 
può reggere una penna: può quindi essere usato 
come una specie di plolter gigante da... pavi- 

Infinc c'é AndroMan. attualmente allo stato 
di prototipo; si tratta di una specie di periferica 
di lusso per videogiochi. Per quest'ultimo non si 
ha alcuna idea dei tempi; corre voce addirittura 
che forse non sarà mai messo definitivamente in 
commercio. 

Per ora, comunque, il fatto interessante é che 
l'arrivo di Topo, di certo quello destinato al 
maggior successo, é imminente. 

Se state chiedendovi quali possono essere le 
applicazioni degli Androbol... avete un vasto 
campo in cui spaziare. Un aggeggio al quale si 
può dire dove andare, che parla e che in un certo 
senso, "vede” può servire per parecchi scopi. 
Sarà molto spinto, in ogni caso, lo sviluppo di 



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Indubbiamente con la sua semplicità e versatilità d'uso Apple parla un linguaggio 
universale. Non per niente, nel mondo sono più di 700 mila i possessori 
di un personal computer Apple, 

I personal Apple fanno di tutto per venire incontro alle esigenze più personali. 
Cosi il nuovo Apple e. che puoi trovare in oltre trecento centri di dimostrazione 
e vendita in Italia, non solo offre più memoria e maggiore semplicità d’uso, 
ma anche una tastiera italiana. 

I nuovi Apple parlano e scrivono nella tua lingua: nel lavoro avrai un partner che 
capisce meglio i tuoi problemi e li risolve prima: nello studio e nel tempo libero 
un compagno socievole con una fantasia tutta italiana 
Vieni a scambiare quattro chiacchiere con il nuovo Apple e e con il più potente 
Apple Scoprirai che sono sorprendentemente semplici anche nel prezzo: 

Apple e completo di video e unità per dischetti è in offerta speciale a soli 
2.850.000 e Apple ha un discorso ancora più interessante da farti. 

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software per Androbot: i programmi realizzati 
dagli utenti potranno infatti essere ceduti alla 
casa madre che. attraverso i propri distributori, 
provvederà a diffonderli in tutto il mondo. O... 
i'andromondo?! 

Naturalmente (piace troppo anche a noi... ) 
non mancheremo di dare ampie informazioni 
appena possibile e. in particolare, appena potre- 
mo averne uno a disposizione. 

Per ulteriori informazioni: 

Audist - Via Castelbarco 2. 20136 Milano 


Controllo di processo 
Apple compatibile 

La Tecnoimpianti di Viareggio distribuisce i 
prodotti della Cabiasco Navionics, fra cui il 
Masar. un computer di processo capace di ela- 
borare qualsiasi tipo di segnale da sensori stan- 

La sua particolarità è di avere la stessa mappa di 
memoria dell'Apple, cosicché è possibile utiliz- 
zare quest'ultimo come sistema di sviluppo per il 
software. 

Gli accessori comprendono il software di base 
per la gestione di allarmi, monitoraggi e control- 
li, espansione grafica 500 x 500 punti, program- 
matore di eprom eccetera: anche in questo caso 
tutti questi accessori possono essere utilizzati su 

Per ulteriori informazioni: 

Tecnoimpianti 

Via Coppino 433. Viareggio ( LU ) 


Pcarcom in Italia 

La Cubeta di Messina ha assunto la distribu- 
zione in esclusiva per l'Italia dei prodotti dell'o- 
landese Pearcom. Si tratta per ora di due model- 
li: il Pearcom I con microprocessore 6502. da 48 
a 96 K di RAM. 14 slot di I/O. 3 set di caratteri, 
tastiera con lastierino numerico c 7 tasti funzio- 
ne. L'altro modello c il Pearcom 2. con 6502 e 
Z80. 1 12 K di RAM ulteriormente espandibile. 
CP/M. 

Per ulteriori informazioni: 

Cuheta - Via Cardines 12/14. 98100 Messina 


Microstar: 

allo SMAU novità per il NewBrain 

La Microstar presenterà allo SMAU (pad. 
14/1. stand C- 10) alcune novità della linea New- 
Brain. il personal computer prodotto dall'ingle- 
se Grundy di cui abbiamo pubblicato la prova 
nel numero 17 di MCmicrocomputer (marzo 
’83). Le novità più attese riguardano i mini- 
floppy: sono disponibili due unità, una singola 
faccia doppia densità da 200 K formattati, l'al- 
tra doppia faccia quadrupla densità, della capa- 
cità di ben 800 K (sempre formattali). Il floppy 
da 200 K costa 592.000 lire + IVA. quello da 
800 K 1 .078.000; il controller costa 364.000 lire e 
pilota fino a quattro drive, con la possibilità di 
utilizzare contemporaneamente unità da 200 e 
da 800 K. Il sistema operativo CP/M costa 

88.000 lire. Altra novità che sarà presentata è 
l'e.xpansion box che. fra l'altro, contiene 64 K di 
RAM espandendola a un totale di 96: costa 

607.000 lire. Infine, soprattutto per la gioia degli 


hobbysti e comunque di chi non si accontenta di 
programmare in basic, è disponibile la cassetta 
con Assembler e Disassembler: non si sa ancora 
il prezzo ma dovrebbe essere dell'ordine delle 
centomila lire. Oltre che allo SMAU. natural- 
mente. i prodotti della linea NewBrain saranno 
eposti nella nuova show room di Via Sirtori 13. 
sempre a Milano. Come avevamo annunciato in 
occasione della prova, è ormai disponibile il 
manuale di istruzioni in italiano. 

Per ulteriori informazioni: 

Microstar - Via Restelli 3. 20124 Milano 


Apple compra un po’ di Iret 

La Apple Computer ha acquistato delle azio- 
ni della Irei Informatica S.p.A.: non è stato reso 
noto quante, ma si mormora che si tratti di un 
intervento piuttosto sostanzioso. Vittorio Ma- 
ria Lasagni. presidente della Irei, ha detto che 
"questa partnership esprime un significativo im- 
pegno da parte della Apple nei confronti degli 
utenti italiani". Da parte sua Kenneth R. Zerbe. 
vice presidente esecutivo e direttore generale per 
l'Europa della Apple, ha commentato che "la 
Irei è stata l'artefice dello sviluppo del mercato 
italiano dei personal computer” e che il mercato 
italiano è a suo avviso "uno dei più promettenti 
per i nostri prodotti (Apple n.d.r.) in Europa". 

La Iret. a questo punto, smetterà la commer- 
cializzazione degli altri prodotti, limitandosi 
soltanto ad Apple e prodotti per Apple (periferi- 
che ccc.). 

Per ulteriori informazioni: 

IRET Informatica 

V. Bovio 5. 42100 Reggio Emilia 



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Novità Kyber allo SMAU: Task 3 

Il Task 3 è una macchina rivolta soprattutto 
all'Impiego gestionale: prevede fino a tre postidi 
lavoro e fino a tre stampanti, comprende 192 K 
di memoria RAM e usa come memoria di massa 
Winchester da 5 a 40 megabyte. Come sistemi 
operativi può usare il CP M PLUS ol'MPM M 
II; con 5 M e due terminali costa poco più di 
dieci milioni. 

Per ulteriori informazioni. 

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Epson: è arrivato il QX-10 

La SEGI presenta allo SMAU il personal 
computer QX-10 della giapponese Epson, già 
ben nota al pubblico italiano per la produzione 
di stampanti (distribuite dalla stessa Segi). Il 
QX-10 ha un'architettura basata su ben otto 
microprocessori; come CPU è utilizzato uno Z- 
80A. La RAM è da 256 Kbyte e può essere 
espansa a 256; due zone da 56 K ciascuna posso- 



no essere utilizzate come due floppy virtuali, per 
aumentare la velocità di esecuzione di program- 
mi che richiedano frequenti accessi alia memo- 
ria di massa. L'unità centrale comprende i due 
minifloppy da 320 K, è molto piatta e separata 
dalla tastiera, qtiest'ultima molto completa: ol- 
tre al lasticrino numerico con la ripetizione dei 
tasti di operazione ci sono tasti di editing e di 
sistema e dicci tasti funzione; l'inclinazione è 
regolabile su tre posizioni, per la miglior ergo- 
nomia. Il monitorèseparatoeoricntabilc.da 12 
pollici con schermo antiriflesso. La visualizza- 
zione è di 80 x 25 o 40 x 20 cara! Ieri, con matrice 
8 x 16 o 16 x 20 nei due casi: la grafica ad alta 
risoluzione è da 640 x 400 punti. Di serie, il QX- 
10 possiede le interfaccia seriale, parallela e per 
penna ottica, e incorpora cinque slot per schede 
aggiuntive: una memoria CMOS da 2 K con 
batteria tampone permette di mantenere aggior- 
nato l'orologio interno e di salvaguardare i dati 
(o almeno alcuni) in caso di mancanza di ali- 
mentazione. Come linguaggio, a parte tutte le 
possibilità offerte dall'uso del sistema operativo 
CP M. viene impiegato un Basic Multifont. svi- 
luppato dalla Epson, con una grafica molto sofi- 
sticata e veloce e la possibilità di visualizzare e 
stampare 16 set di caratteri tipografici, dal goti- 
co al corsivo, per le applicazioni di word proces- 
sing: è inoltre presente una funzione di zoom che 
consente di ingrandire fino a 16 volle un partico- 
lare grafico. 

Particolarmente curato anche dal punto di 
vista estetico (design ed ergonomia sono stati 
studiati dal Car Design Institutc giapponese) il 
QX- 10 si pone su un piano di notevole interesse 
anche in considerazione del rapporto qualità 
prezzo che. secondo quanto e stalo annunciato 
dalla Segi, sarà mollo conveniente. 

Per ulteriori informazioni: 

Segi - l'ia Tintura 12. 20124 Milano 


MCmicrocomputer 22 




QUANTI COLORI 


STAMPANTE 


Grapnic Color Printer 


NEL 1933 LA 3EIK0SHR PER PRIMA AL MONDO 
E" IN GRADO DI PRESENTARE LA NUOVA STAMPANTE 
GRAFICA A SETTE COLORI. 


RIUNITE IN UN APPARECCHIO PRATICO E COMPATTO 
LE CARATTERISTICHE DELLA STAMPANTE E DEL PLOTTER, 
LA SEIKOSHA INVENTA UN NUOVO TIPO DI PERIFERICA 
CHE BEN PRESTO SARA' INSOSTITUIBILE. 


REBIT COMPUTER E" ORGOGLIOSA DI LANCIARE 
QUESTA NOVITÀ' ASSOLUTA SUL MERCATO ITALIANO 
AD UN PREZZO MOLTO, MOLTO COMPETITIVO : 

MENO DI UN MILIONE. 

MENO DI UNA COMUNE STAMPANTE IN BIANCONERO. 


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"C'È MOLTO TRA CUI 
SCEGLIERE:" 

home computer: 

SINCLAIR, SPECmUM - COMMODORE 64 - VIC 20 

NEW BRAIN - TEXAS TI 99/4A - TEXAS CC-40 

SINCLAIR ZX 81 - EPSON HX 20 - MICROPROFESSOR MPF II 


personal computer: 

APPLE - OSBORNE - DIGITAL - 
SIRIUS - EPSON QX 10 

stampanti: 

EPSON - OKI - ITOH - OLYMPIA 
TRIUMPH ADLER - SEIKOSHA 


periferiche - floppy disk 
programmi - libri - accessori 



"MA PENSI DI POTER 
FARE UNA SCELTA 
CONVENIENTE SENZA DI NOI? 


MC neves 

Pcople, l'Olympia a 16 bit 

Si affianca al Boss a 8 bil c ha nome People. 
cioè "gente", per significare che è stato creato 
con la prospettiva di soddisfare il maggior nu- 
mero possibile di utenti. La tastiera, separata 
dall'unità centrale, c piatta ed ergonomica, con 
lastierino numerico e tasti funzione. Il sistema è 
basato sul microprocessore INtel 8086 e com- 
prende. nella configurazione base. 128 K di 
RAM che possono essere espansi a 5 1 2. II video 
è da 12" c può visualizzare 25x80 caratteri o 
640 x 475 punti in grafica ad alta risoluzione; è 
anche possibile utilizzare un monitor a colori. 
La memoria di massa, incorporata nel conteni- 
tore dell'unità centrale, é costituita da due mini- 
floppy da 655 Kbyte ciascuno oppure da un 
minifloppy e un hard disk Winchester da 10 me- 
gabvte. I sistemi operativi previsti sono il CP/M 
86. l'MS DOS c il Prologue. 



prodotti delle linea Olympia; da segnalare la 
Electronic Compact 2. una macchina per scrive- 
re elettronica a margherita interfacciabile (via 
RS-232 o V24) con il computer . e la FP 40. una 
macchina da scrivere a getto di inchiostro capa- 
ce di stampa a 1 10 caratteri al secondo in copy 
quality e a 25 caratteri al secondo in letter qua- 
lity; è dotata di display da 40 caratteri. 16 K di 
memoria, microdischetti da 8 K. 

Per ulteriori informazioni : 

Olympia Italia - Via Trenlacosle 9. 20134 Milano 


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Sede centrale: Roma - Via Flovio Domiziano, 1 0 (EUR) 

rei. 06/5126700 - 5138023 

Computer shop: Roma - Via F. Satolli, 55/57/59 (p.zza Pio XI) 
rei. 06/6386096 - 6386146 
Latina: Cso dello Repubblica, 200 - rei. 0773/497301 
Cisterna di Latina: Via Aversa, 1 1 - rei. 06/9696973 
Gaeta: Lungomare Caboto - Parco Belvedere Conca - rei. 0771/470168 
Tarquinia: Via 5. Lucio Filippini. 17 - rei. 0766/856212 
Viterbo: Via Giacomo MotTeorri. 73 - rei. 0761 /38669 


RATEIZZAZIONI 


Nuovo Xerox forse allo SMAU 

Sarà presentato forse allo SMAU il nuovo 
personal computer della Xerox, che si affianche- 
rà all'820. È dotato di due microprocessori, un 
8086 e uno Z-80, che possono operare indipen- 
dentemente l'uno dall'altro: è cosi possibile ave- 
re due utenti, naturalmente uno dei quali lavore- 
rà con l'8086 ( 1 6 bit ) e l'altro con lo Z-80 (8 bit). 
Anche la linea del sistema è mollo più curala: la 
tastiera, molto completa, è piatta ed ergonomi- 

Per ulteriori informazioni: 

Rank Xerox - l'ia Andrea Costa 17. 20131 MI 


Texas CC-40: arriva 

Sarà commercializzato a partire da settem- 
bre-ottobre il CC-40. il pocket computer in ba- 
sic della Texas Instruments del quale abbiamo 
dato notizia alcuni mesi fa. Il prezzo è stato 
fissato in 435.000 lire + IVA. Entro l'anno 
arriveranno le periferiche: la stampante plottan- 
te a 4 colori HX 1000. il WaferTapc HX 2000. 
l'interfaccia RS 232 HX 3000. I prezzi previsti 
sono, rispettivamente, di 325.000. 230.000 e 
265.000 lire; le cartucce software ROM dovreb- 
bero costare 95.000 lire. 

Per ulteriori informazioni : 

Texas Instruments. 02015 Cittaducale IMI) 


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Stampanti Star alla Claitron 

La Claitron di Milano importa in Italia le 
stampanti giapponesi Star. I modelli DP 510 c 
DP 515, il primo ad 80 e il secondo a 132 colon- 
ne. sono ad aghi con velocità di 1 00 cps e percor- 
so bidirezionale ottimizzato: la matrice di stam- 
pa è 9 x 9. con discendenti: é possibile la grafica 
punto per punto. La densità dei caratteri può 
essere selezionata fra lO(standard). 12, 17, 5.6e 
8.5 caratteri per pollice (cpi): la spaziatura verti- 
cale fra I /6. I / 8 e 7/72 di pollice, ed è program- 



mabile in 144-esimi di pollice. Come interfacce 
sono previste sia la seriale RS 232. sia la paralle- 
la Centronics. Il trascinamento della carta av- 
viene sia a trattori, sia a frizione (con rotolo o 
fogli singoli). 

Il modello DP 8240 è invece a 7 aghi e 40 
colonne, con matrice 5 x 7 (6 x 5 in grafica), con 
stampa monodirezionale e circa 40 cps. trasci- 
namento a frizione e a trattori ed interfaccia 
seriale e parallela. 

I modelli 822G e 824G sono infine a 7 aghi, 
con matrice 5x7. e stampano rispettivamente 
su 21 e 40 colonne; sono venduti per OEM. con 
alimentazione a 12 o 24 Vcc e scheda di interfac- 
cia seriale o parallela. 


Per ulteriori informazioni: 

Claitron - V.le Certosa 269. 2015 / Milano 



Triumph Adler: 
un personal sotto il milione 

E stato esposto per la prima volta ad Hanno- 
ver e viene presentato in Italia allo SMAU, È 
costituito da una tastiera molto compatta, este- 
ticamente gradevole e completa che comprende 
anche l'unità centrale, costituita da un micro- 
processore Z80 a 4 MHz con 64 K di RAM e 32 
K di ROM (24 K dei quali relativi ad un inter- 
prete basic residente). La tastiera, dicevamo, è 
molto completa ed ergonomica, con tastierino c 
tasti funzione: l'Alphatronic PC (questo il nome 
del nuovo nato) può essere collegato sia ad un 
monitor, sia ad un televisore in bianco e nero o a 
colori. Il display può visualizzare 80x24. 
80 x 16. 40 x 24 o 40 x 16 caratteri con matrice 
8 x 12: la grafica é a 160 x 72 punti su monitor 


(80 x 72 su TV) con 8 colori di foreground e 8 di 
background. Il PC comprende l'interfaccia per il 
registratore a cassette, la parallela Centronics e 
la seriale RS-232. Come memoria di massa, in 
alternativa al registratore a cassette, si possono 
collegare uno o due minifloppy da 320 K, con 
sistema operativo CP/M (e quindi accesso a tut- 
ta la biblioteca di software standard disponibi- 
le). L'Alphatronic PC costerà presumibilmente 
fra le 900 e le 950 mila lire; il primo minifloppy 
(con controller) 900.000. il drive aggiuntivo 
750.000 lire. È previsto inoltre un box esterno di 
espansione che consentirà di avere anche la gra- 
fica a colori in alla risoluzione. 

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Da oggi Sirius, 
il Personal a 16 bit 
più venduto d’Europa, 
si chiama Victor. 



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Questo annuncio non si limita a 
raccontarvi che da oggi il Sirius si chiama 
Victor, in quanto la Sirius ha 
acquistato una delle migliori 
aziende nel campo delle 
macchine per ufficio e ha 
deciso di mantenerne il 
nome, da più di 60 anni 
famoso a livello mondiale. 

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il Victor, oltre che a chiamarsi così, è sempre 
il computer a 16 bit più diffuso in Europa e 
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ADA Manuale di Riferimento 

con estensione iAPX 432 
Dipartimento Americano della Difesa 
Traduzione Italiana 
Ed. Edelektron Srl - Milano 
Lire 40.000 

Nel 1974 il Dipartimento Americano 
della Difesa diede inizio ad un progetto 
volto allo sviluppo di un linguaggio comu- 
ne per la programmazione di grandi siste- 
mi informativi operanti in tempo reale. Le 
sue richieste, formalizzate in una serie di 
documenti, furono esaminate da esperti 
appartenenti ad organizzazioni di vario ti- 
po. a servizi pubblici, a industrie private, 
ad università, e ad organi militari stranieri. 
Questa attività diede origine al Rapporto 
Steelman, in funzione del quale venne svi- 
luppato finalmente, il linguaggio Ada. 

Il volume che vi presentiamo è la tradu- 
zione italiana del Reference Manual ADA. 
e cioè l'opera che presenta e definisce tutte 
le particolarità semantiche e sintattiche del 
linguaggio, vale a dire che per ogni state- 
ment, parola riservata, struttura ne vengo- 
no presentate le definizioni, le caratteristi- 
che e le limitazioni d'uso. 

Si tratta di un volume tradotto in manie- 
ra molto rigorosa e corretta segnando, per 
quanto possibile, lo stile tipico dei Refe- 
rence Manual americani. Dalla sua lettura 
ne esce un quadro estremamente interes- 
sante del linguaggio Ada. Si tratta di un 
linguaggio dotato di una considerevole po- 
tenza di espressione, che comprende carat- 
teristiche tipiche del Pascal, ma anche di 
alcuni linguaggi specializzati. Munito di 
potenti strutture di controllo e della possi- 
bilità di definire tipi e sottoprogrammi, è 
modulare ed orientato all'esecuzione in 
tempo reale di più processi in parallelo. 

La lettura di "Ada Manuale di Riferi- 
mento”, richiede molta attenzione, molto 
interesse, ed una serie di conoscenze di 
base che presuppongono una buona dime- 
stichezza con linguaggi di programmazio- 
ne strutturati presentati in maniera piutto- 
sto formale. 

L'esposizione è accompagnata da esem- 
pi molto semplici volti più a presentare la 
particolarità “sintattica" che a fornire so- 
luzioni di problemi, il che è del tutto ovvio 
trattandosi, come detto, di un tipico "Re- 
ference Manual”. Per l'apprendimento del 
linguaggio Ada, infatti, risulteranno molto 
più utili, se disponibili, volumi del tipo 
"Tecniche di programmazione ADA" o si- 
mili. 

Il volume comprende anche una appen- 
dice nella quale è presentata la implemen- 
tazione Ada per il microcalcolatore Intel 
iAPX 432, utile per comprendere come il 
linguaggio si applichi in ambienti a micro- 
calcolatori. 



In conclusione un ottimo libro, tra i po- 
chi in lingua italiana che non facciano al- 
meno una volta sorridere per la traduzio- 
ne, destinato in ogni caso, sia per il conte- 
nuto, che diremmo pure per il prezzo, ad 
un pubblico di specialisti o di "superinte- 
ressati”. 

Alberto Morando 

The “C” Programmiti" 
Language 

Brian W. Kernighan - Dennis M. Ritchie 
Prentice-Hall Software Series 
ISBN-0-I3-I 10163-3 

Tra i molti linguaggi di programmazio- 
ne ideati nel corso dell'ultimo decennio in 
alternativa ai classici linguaggi della "pri- 
ma generazione" (Fortran . Cobol e A Igol ). 
il "C" è uno tra i più interessanti ed impor- 
tanti, ma anche uno dei meno conosci uti. 1 1 
perché è presto detto. Se ben pochi, infatti, 
conoscono direttamente il “C". riteniamo 
invece che la grande maggioranza dei letto- 
ri abbia almeno una volta sentito parlare di 
UNIX, un sistema operativo realizzato, 
giusto una decina di anni or sono, per il 
DEC PDP-1 1. Bene, l'intero sistema ope- 
rativo, il compilatore "C” e tutti i pro- 
grammi di applicazione UNIX del PDP-1 1 
sono stati scritti in "C”. Attualmente il 
sistema operativo UNIX sta diventando lo 
standard industriale per le macchine a 1 6 
bit più sofisticate, cosi come il CP/M lo è 
per gli 8 bit con processore Z-80. 

Per questo motivo il “C” è destinato a 
diventare sempre più conosciuto ed impor- 
tante, il tutto, si badi bene, ad una decina 
di anni dalla sua nascita. Strano destino il 
suo! 

The "C" Programming Language è un 
volume relativamente piccolo, poco più di 
200 pagine, che si deve a due membri della 
equipe che a suo tempo implementarono il 
“C" presso i Bell Laboratories. Lo scopo è 
aiutare il lettore ad imparare il linguaggio 
"C". Si compone di una introduzione, nel- 
la quale vengono presentate le feature più 
importanti del linguaggio, di una serie di 
capitoli specializzati (Tipi, operatori ed 
espressioni. Il controllo del flusso. Funzio- 
ni e struttura del programma. Puntatori e 
matrici. Strutture. Input e Output. L'inter- 
faccia con l'UNIX) e di un "Reference Ma- 


36 


MCmicrocomputer 22 



Questo annuncio non si limita a raccontarvi che 
da oggi il Sirius si chiama Victor, in quanto la Sirius ha 
acquistato una delle migliori aziende nel campo delle 
macchine per ufficio e ha deciso di mantenerne 
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nual". L'esposizione é in un inglese piutto- 
sto comprensibile, accompagnala da molti 
esempi esplicativi, tratti da programmi che 
hanno "girato" realmente, e quindi sen- 
z'altro corretti. 

Quando possibile, gli esempi hanno un 
secondo obiettivo, quello di illustrare utili 
algoritmi o Tornire una guida alla pro- 
grammazione stilisticamente corretta. Il 
volume non è però un corso di program- 
mazione: presuppone che il lettore abbia 
una buona conoscenza e familiarità con 
concetti basilari come variabile, statement 
di assegnazione, loop, funzioni, ecc. oltre- 
ché si intende, una buona dose di volontà 
nel provare lui stesso ad eseguire gli esempi 
o a crearne di nuovi. Ciò presuppone che si 
abbia a disposizione una macchina dotata 
di compilatore “C". Dobbiamo infatti 
confessare che leggerlo per intero senza 
poter fare “girare" gli esempi, é impresa 
piuttosto "pesante", ma ciò non di meno 
molto interessante. 

Quali le conclusioni? Beh, se avete la 
possibilità di imparare "dal vivo" il “C". 
questo volume è senz’altro fondamentale, 
non foss'altro per la presenza del "Refe- 
rence Manual"; non dimenticate che gli 
autori hanno effettivamente progettato il 
linguaggio e quindi ne conoscono ogni se- 
greto. Altrimenti rischiate di leggerne po- 
che pagine qua e là. senza trarne troppo 
profitto. Di lettura più facile per chi cono- 
sce molto bene il Pascal. 

Alberto Morando 

La teoria matematica 
delle comunicazioni 

Claude E. Shannon 
Warren Weaver 
Ed. F.TAS LIBRI, collana 
"Il mondo dell'Informatica" 

Aprile '83 - 144 pagine - L. 12.0110 

La teoria dell'informazione ha subito 
negli ultimi venti anni un notevole svilup- 
po derivato dalla necessità di ottenere mes- 
saggi intelligibili dai satelliti in orbita e 
collegamenti sicuri tra computer molto 
distanti. L'errore introdotto nel canale di 
trasmissione da rumori e disturbi acciden- 
tali può, in casi particolari, inficiare 
completamente la validità di una telemisu- 
ra o falsare il significato di una trasmissio- 
ne dati. 


MCmicrocomputer 22 




Claude E. Shannon. autore della parte 



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ASSOCIAZIONE NAZIONALE 
ADDETTI ai SISTEMI INFORMATICI 

Piazza del Viminale, 14 - 00184 Roma 

L'A.N.A.S.I. (Associazione Nazionale Addetti Siste- 
mi Informatici) ha istituito 

l’Albo professionale degli Informatici 

Gli esami, che si svolgeranno nella prima settima- 
na di dicembre p.v., consistono nella valutazione 
dei titoli ed in un colloquio che avrà per tema: 

— Cultura generale sull’informatica; 
Problematiche connesse all’esperienza 
lavorativa del cadidato. 

La commissione d'esame sarà.composta da tec- 
nici e docenti universitari. 

Le domande, con allegata documentazione, do- 
vranno essere inviate a: 

ANASI- casella postale 10297 - 00144 ROMA EUR 
Verranno prese in considerazione le domande che 
perverranno entro il 31 ottobre p.v.; quelle che ci 
perverranno oltre tale data verranno esaminate ai 
fini di una prossima sessione d'esame. 

Le domande dovranno aver allegata la seguente 
documentazione: 

— certificato di nascita; 

— certificato di residenza; 

— certificato di buona condotta; 

— certificato generale del casellario giudiziario; 

— tassa d’esame (1); 

— titoli professionali (2); 

— due foto di cui una autenticata. 


(1) La lassa d'esame è di L. 100.000 (70.000 per i soci ANASI) 

Per il 1983 non è dovuta alcuna tassa di iscrizione mentre per il 
1984 essa è stabilita in L. 50.000 (30.000 per i soci ANASI) 

La tassa d'esame va corrisposta attraverso versamento sul conto 
corrente postale N 68322007 intestato ad ANASI; nella causale di 
versamento va specificato sia il nome del versante sia la dicitura 
"tassa d’esame" 

(2) dall'atto costitutivo dell'Albo 

- diploma di laurea in informatica, 
oppure 

diploma di laurea in disciplina scientifica ed una dichiarazione 
attestante l'esercizio della professione per almeno 3 anni, 
oppure: 

- diploma di scuola media superiore e una documentazione at- 
testante l'esercizio della professione per almeno 5 anni. 

oppure 

- una documentazione attestante l'esercizio della professione per 
almeno 7 anni. 


Ancora sul mercato mondiale: GB e USA 

Continuano ad impazzare le vendite dei personal computer di basso e 
medio prezzo, e con essi quelle di software d'ogni tipo: in conseguenza i 
prezzi scendono in modo vertiginoso. Il quindicinale Microscope, pubbli- 
cato a Londra, ha riportato una serie di articoli e trafiletti sugli ultimi 
sviluppi. Eccoveli. 

La Sinclair ha sfondato anche in America. Negli States la vendita del 
TS 1000 Timex. in effetti lo ZX 81 che tutti conosciamo, ha superato in 
breve le 600.000 (diconsi seicentomila) unità, togliendo alla Apple il 
secondo posto, per numero di unità (ovviamente non per fatturalo); lo 
stesso Apple II è a un tiro di schioppo, ovvero poche migliaia sotto le 
600.000. mentre la palma del number one-top seller è abbastanza sorpren- 
dentemente del V1C-20 che ha raggiunto le 750.000 unità. È anche vero 
che costa assai poco, circa 1 50.000 lire (orrore!), ma ciò non toglie che la 
cifra sia altina. Il Texas TI 99/4A è giunto alle 575.000 unità, anche in 
virtù del prezzo bassissimo e per di più suscettibile di ulteriori ribassi. 

Sempre oltreoceano le novità sono tante: ad esempio la Commodore 
dichiara di vendere il nuovo 64 al ritmo di 30.000 pezzi la settimana, e non 
contenta di ciò ribasserà il prezzo sotto i 500 dollari (e forse anche sotto i 
400) per permettere la vendila dei nuovo modello, il 128. che verrà 
prossimamente presentato all'incredibile prezzo di 795 S. mentre è già 
stato distribuito il primo stock di versioni portatili del 64. 

Andando sul medio mercato il padrone è Osbornc. con un fatturato di 
100 milioni di dollari, mentre la lotta accanita c tra Apple e IBM: la 
prima, forte di 1000 rivenditori sparsi sul continente, ha venduto 300.000 
pezzi oltre i 2000 dollari, mentre la seconda, che solo recentemente si è 
aggregata al carrozzone dei micro. ne ha venduto meno della metà ma con 
soli 500 rivenditori, cosa questa ritenuta la causa più importante della 
momentanea defaillance. Per finirla sul mercato americano annunciamo 
l'uscita di un sistema a due microprocessori, uno a 32 bit (il 16032 della 
National) e l'altro uno Z80 a 8 bit. realizzato dalla InnerVision alla faccia 
della Acom (quella dell'Atom e del BBC) che sta sviluppando un progetto 
analogo: dopo la notizia, alla Acorn commentano dicendo che il loro 
costerà meno e sarà meglio supportato da software. 

Passiamo ora alla Gran Bretagna: anche qui la lotta per i prezzi è 
terrìbile, e si moltiplicano sia le iniziative delle case che quelle dei negozi. 
Grande ostilità si è procurata la WH Smith, catena di giornalai diffusa in 
tutta la Bretagna, abbassando il prezzo dello ZX di altre 10 sterline: la 
motivazione ufficiale è data dal troppo lieve divario esistente tra il prezzo 
dello ZX-81 + I6KRAM (circa 75 sterline) e il nuovo prezzo dello 
Spectrum. che verrà messo a 99.95 £ nella versione da 1 6K e a 1 29.95 £ in 
quella da 48K. per cui si teme il collasso del mercato della scatola nera (lo 
ZX 81). Tutti gli avversari di WH Smith (c non son pochi: Boots, Laskys, 
Carrcfour. Greens e Menzies, tutti al livello delle nostre Rinascente o 
Upim) hanno assorbito il colpo calando a loro volta il prezzo di 10 £ 
(anzi. Greens di 1 1 ) ma accusando la WH Smith su due fronti: il primo è 
di avere stipati da qualche parte ben 20.000 Sinclair vecchio modello, che 
in caso di mancala vendita produrrebbero nelle casse della catena di 
rivenditori un notevole buco; il secondo é di essere d'accordo con la 
Sinclair stessa, accusata cosi di connivenza. Da questo fronte le notizie 
vengono irradiate da Nigel Seat le. che assicura l'innocenza della sua ditta 
c garantisce che WH Smith ha agito unilateralmente. 

In questo clima di guerriglia d'altronde tipico di tutti i mercati che 
vanno stabilizzandosi si inserisce anche la lotta del prezzo ultimo tra 
produttori. Come dire che se il calo dello Spectrum porterà ad un abbas- 
samento anche per lo ZX-81 (tra un po' ci pagheranno per prenderlo) il 
VIC-20. anche qui la pietra di paragone per l'intero mercato hobbystico. 
verrà messo in vendita a 1 39,95 £ (330.000 lire) ma con una marea di soft 
ivi incluso il corso di Basic per principianti, il lettore di cassette e alcuni 
giochi o applicativi vari (presumibilmente quattro pezzi), il che equivar- 
rebbe ad un prezzo per la sola unità base di 99 sterline circa. Stessa 
politica da parte della Texas Instruments, che offre il suo home a 1 49.95 £ 
completo di corso, due joystick per i giochi più altro soft (anche qui giochi 
e/o applicativo), per un prezzo ultimo al livello del VIC. La Grundy. 
produttrice del NewBrain recentemente importato anche qui da noi si 
preoccupa fino a un certo punto dato che a tutt'oggi l'unica contromossa 
è stata uno sconto di 25 £ valido fino a maggio incluso (che portava il 
modello A a 244 £ ed il B a 274): le dichiarazioni della Atari sono invece di 
completa indifferenza, essendo presumibilmente convinti che il loro mer- 
cato non dipenda da quello degli altri (fatai chimera). MC 


MCmicrocomputer 22 




NCR PRESENTA : 

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PERCHE LAVORA CON IL CUORE. 



Decision Mate V lavora con il 
cuore perchè è facile da usare. 
Perchè vi dà tutte le risposte di 
cui avete bisogno. 

Perchè è la realizzazione col- 
laudata degli standard NCR di 
qualità e affidabilità. Perchè la- 
vora con voi dove siete abituati 
a lavorare, grazie al suo minimo 
ingombro ed alla tastiera mobile. 

Decision Mate V è l'ideale per gli 
uomini d'affari ed i professionisti 
che sentono la necessità, non 
solo di gestire le pratiche d'uffi- 
cio, ma di renderne più avanzata 
e razionale l’automazione. 
Decision Mate V ha caratteristi- 
che uniche nei personal compu- 


ters, quali la grafica ad alta riso- 
luzione, la capacità di essere 
collegato in rete e quindi di dia- 
logare con altri personal. La me- 
moria espandibile a livelli note- 
voli. 

Decision Mate V dispone di nu- 
merosi optionals, di molti pro- 
dotti software di altissima quali- 
tà. Dispone di una capillare rete 
di rivenditori qualificati e dell'as- 
sistenza tecnica diretta NCR. 

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MB Winchester (exp. a 30 MB) 

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Centronics, Transporter 
Decision Net 

• Software: CP/M80-CP/M86 
(*) - MS/DOS-MS BASIC 
(A) - Supercalc (■) - Word- 
star-Infostar-Datastar (•) 

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La matrilinei che presentiamo in queste 
pagine viene ancora una volta dal Giappone 
e porta un marchio tra i più conosciuti anche 
tra i non addetti ai lavori, quello di Toshiba. 
Sebbene gli inventori dei microcomputer 
siano stati gli americani ed in America si 
progettino tuttora le macchine più sofistica- 
te. non si può proprio dire che i colleglli 
giapponesi siano rimasti a guardare. Lo ab- 
biamo giù sottolineato in altre occasioni: 
con la loro incredibile abilità tecnica e com- 
merciale sono riusciti in breve tempo a "ca- 
pire" il problema ed a proporre soluzioni 
spesso originali. Il Toshiba T- 100 è senz'al- 
tro una di queste soluzioni originali. È l'ulti- 
mo ed il più piccolo di una famiglia di elabo- 
ratori che coprono ogni possibile applicazio- 
ne, è un "quasi portatile" . supporta vari lin- 
guaggi e sistemi operativi ed offre una bella 
grafica a colori. Né si può dimenticare come 
Toshiba sia anche progettista e costruttore 
di componentistica hardware e dunque che 
con il know-how in casa risulti più facile fare 
qualcosa di nuovo per primi o magari a prez- 
zi inferiori a quelli della concorrenza. Ciò 
detto passiamo alla descrizione del sistema. 

Il sistema T-100: l'esterno 


Il Toshiba T-100 é il cuore di un sistema 
che, a seconda delle periferiche cui lo si 
collega, spazia dal "quasi portatile" all'of- 
fice automation ed al gestionale su scala 


TOSHIBA T-100 

di Alberto Morando 


ridotta. Si tratta di una unità centrale dal- 
le dimensioni piuttosto compatte, circa 
40 x 30 centimetri di base, alta al massimo 
una decina di centimetri, comprendente ta- 
stiera. tasti di funzione e tastierino numeri- 
co, La carrozzeria è ben rifinita, in plastica 
stampata color panna, mentre il telaio cui è 
saldamente fissato l'hardware è completa- 
mente metallico. Visto lateralmente, il pro- 
filo del T-100 è trapezoidale: la tastiera è 
infatti inclinala verso l'utente di una quin- 
dicina di gradi almeno per facilitarne l'uso 
dal punto di vista ergonomico. In alto a 
sinistra, entro un incavo che previene spe- 
gnimenti accidentali, si trova l'interruttore 
di accensione, dotato di led spia verde. A 
destra, invece, vi è uno sportellino aprendo 
il quale si accede a due slot per l'inserzione 
di moduli di memoria aggiuntivi, ROM e 
RAM. Posteriormente, infine, sono alli- 
neati i connettori di Input/Output, la va- 


schetta per i cavi di alimentazione, il pul- 
sante di Reset ed il trimmer per la regola- 
zione del volume dell'altoparlante. 

Nella configurazione minima, quella che 
abbiamo definita "semiportatile", il T-100 
può essere collegato ad un display a cristal- 
li liquidi dotato anche di sia pure limitate ' 
capacità grafiche, mentre come memoria 
di massa si può scegliere tra il poco affida- 
bile e lento registratore a cassette, od una 
RAM pack da 16 o 32 kbyte. da inserire 
nelle slot cui abbiamo accennato. Chiaria- 
mo subito che cosa si intende con RAM 
pack. Si tratta di un modulo di memoria 
lettura/scrittura di tipo continuo, capace 
cioè di mantenere le informazioni anche in 
assenza di alimentazione grazie alla batte- 
ria di back-up incorporata. L'uso di questa 
memoria di massa è praticamente identico 
a quello di un floppy disc ed altrettanto 
identici sono gli statement BASIC per la 


44 


MCmicrocomputer 22 




manipolazione di dati e programmi 
(OPEN. WRITE #, PRINT INPUT 
#. CLOSE. GET. PUT. ecc.). A parte 
quindi la minore capacità. 16 o 32 K. un 
RAM pack è concettualmente uguale ad 
un floppy disc e normalmente parecchio 
più veloce. Le applicazioni di questo tipo 
di memoria continua non sono limitate alle 
sole macchine portatili. Sia pure più sofi- 
sticato e capace poiché costituito da un 
banco di memorie a bolle magnetiche, un 
RAM pack è stato recentemente presenta- 
to dalla Hewlett Packard per i computer 
della serie 200: dovrebbe trovare impiego 
soprattutto in ambienti climaticamente 
difficili, dove l'uso del floppy disc potrebbe 
rivelarsi poco consigliabile. 

In realtà le capacità del T- 100 in termini 
di linguaggio e di possibilità di interfaccia- 
mento vanno molto oltre quelle del "porta- 
tile": la macchina è in grado di supportare 
una grafica ad otto colori ad alta risoluzio- 
ne e fino a quattro floppy disc drive. Le 
interfacce dati comprendono due porte se- 
riali bidirezionali, una ad alta velocità per i 
floppy, ed una normale RS-232-C. oltre ad 
una porta parallela tipo Centronics per la 
stampante. Sul fronte video, invece, oltre 
all'interfaccia per il display a cristalli liqui- 
di vi sono due uscite, una per il pilotaggio 
di un display monocromatico e l'altra per 
un monitor a colori, che possono essere 
usate anche contemporaneamente. Alla 
accensione, a seconda della ROM e del 
linguaggio caricato, il display é alfanume- 
rico con capacità, rispettivamente, di 
80x25 o 36x24 caratteri. La scelta può 
avvenire in funzione del monitor impiega- 
lo. a seconda che si usi il TV domestico od 
un monitor ad alta risoluzione come quello 
utilizzato nel corso della prova. 

Successivamente con appositi statement 
(ad esempio SCREEN I o SCREEN 2 del 
T-BAS1C) si può entrare nei due modi gra- 
fici. rispettivamente a bassa ed alta risolu- 
zione. in cui sono singolarmente indirizza- 
gli fino a I60x lOOo 640 x 200 punti. Do- 
po aver notato che i caratteri alfanumerici 
possono essere mescolati liberamente con 
la grafica, anche per quanto riguarda il 
colore, passiamo alla elecanzione dei colo- 
ri. Essi sono otto: bianco, nero, verde, blu. 
giallo, rosso, violetto ed azzurro. Nel mo- 
do grafico normale ad ogni punto può es- 
sere attribuito un colore diverso, mentre in 
quello ad alta risoluzione la "risoluzione 
colore" non aumenta in maniera propor- 
zionale ai punti disponibili, ma in misura 
leggermente inferiore, nel senso che si può 
associare un colore diverso ad ogni punto 
in senso verticale, ma solo ad ogni gruppo 
di otto punti in senso orizzontale. 

La tastiera si è dimostrata di buona qua- 
lità e sufficientemente agevole nell'uso. 
La disposizione dei tasti è quella consueta. 



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disposti, per la verità, in maniera quanto 
meno inconsueta. Per le funzioni di editing 
ce il CLEAR SCREEN e l'HOME. non- 
ché l'INSERT. cui si associa all'estremità 
della tastiera vera e propria, il DELETE. 
In linea con i tasti di funzione troviamo, 
infine, il BREAK, di un bel rosso sgargian- 
te. che serve per l'arresto dell'esuzione di 
un programma BASIC. "LABEL" e 
"COPY". Quest'ultimo provoca l'"hard- 
copy" del contenuto dello schermo, quan- 
to il T-100 sia connesso ad una opportuna 
stampante. 


secondo lo standard americano. "Q- 
WERTY" per intenderci, altrettanto con- 
sueta la distanza tra i tasti. Non sappiamo 
se in futuro la macchina sarà dotata di 
tastiera italiana. Anche per quanto riguar- 
da le funzioni "ausiliarie" siamo in presen- 
za di un oggetto di livello semiprofessiona- 
le: accanto alla lunga barra spaziatrice c'è. 
a sinistra, il "CAPS LOCK" per l'inversio- 
ne maiuscole-minuscole ed immediata- 
mente sopra, ad entrambi i lati, lo 
"SHIFT". Comodi, infine, sia il "RE- 
TURN”. dalle generose dimensioni che il 
CONTROL. In alto vi c una fila di tasti di 
funzione liberamente ridefinibili da pro- 
gramma ed altri due tasti speciali. "ESC" e 
"GRAPH". Quest'ultimo, dal caratteristi- 
co colore verde, serve per ottenere i carat- 
teri semigrafici ed i simboli speciali, cui 
corrispondono codici ASCII dal 128 in 
poi. premendo contemporaneamente uno 
dei tasti alfanumerici. 

A destra si trova il tasticrino numerico 
comprendente un secondo "CR-LF", ed i 
quattro tasti per il movimento del cursore 


Interno 


L'interno del T-100 si presenta molto 
bene, secondo uno standard che contrad- 
distingue i prodotti realizzati con canoni 
industriali. Rispetto ad altre realizzazio- 
ni ingegneristicamente altrettanto valide 
dobbiamo segnalare come il telaio metalli- 
co. cui corrisponde superiormente un altro 
coperchio metallico comprendente anche 
l'alimentatore, costituisca uno schermo 
contro le emissioni a radiofrequenza. D'al- 
tro canto questo schema costruttivo richie- 
de numerose viti per il montaggio, ne ab- 
biamo contate quasi una ventina, che crea- 
no più d'un problema durante lo smontag- 
gio e. aggiungiamo, possono fare salire lie- 
vemente i costi di produzione. Tolto que- 
sto coperchio metallico, forato per assicu- 
rare una adeguata ventilazione, si accede 
all'elettronica, disposta fittamente su di 
un'unica piastra stampata a doppia faccia 
e fori metallizzati. Non siamo in possesso 
dello schema elettrico, né le poche infor- 
mazioni contenute nei manuali ci consen- 





MCmicrocomputer 22 


45 





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tono di svelare i segreti della macchina. Da 
un'ispezione visiva si possono intuitiva- 
mente identificare tre zone: da sinistra a 
destra le logiche di governo delle interfacce 
del video, l'unità centrale, e le memorie. Il 
microprocessore è uno Z-80A di produzio- 
ne Sharp, con clock a 4 MHz. cosi come 
Sharp è la PIO LH008 1 A che gli è a fianco. 
Quanto alla memoria, il T-100 è ben dota- 
to: nasce con 64 K di RAM. (8 chip NEC 
tipo 4164) il massimo normalmente sup- 
portato da macchine con bus indirizzi a 16 
linee, e ben 32 K di ROM costituiti da 
quattro chip Toshiba TMM 2364 capaci 
ciascuno di 64 kbit. In aggiunta alla confi- 
gurazione base è possibile inserire, nelle 
due slot visibili in alto a destra, un RAM 
pack a CMOS od altre ROM (24 o 32 
kbyte). Nella fascia sinistra si distingue 
quello che è con tutta probabilità il CRT 
controller Sharp LH 0082A ed altri quat- 
tro grossi integrati con funzionedi control- 
lo delle porte di I/O. Appena sopra di essi 
addirittura I8K di memoria video (vi sono 
in totale 9 integrati tipo 41 16). Da notare 
(positivamente) che le ROM e la CPU 
sono montate su zoccoli, una vecchia con- 
suetudine ormai quasi del tutto abbando- 

Anche il dual disc drive appare altret- 
tanto ben fatto ed anch'esso "protetto" da 
un gran numero di viti. Questa volta la 
carrozzeria è completamente metallica, a 
parte il pannello frontale, mentre l'unità è 
munita di ventilatore. I due drive sono sal- 
damente fissati al telaio mentre il control- 
ler (cioè quella sezione digitale che inter- 
preta comandi del microprocessore, sposta 
le testine e trasferisce i dati) è montato 
superiormente. Una citazione di merito va 
anche alla qualità dei cavi di collegamento 
tra unità centrale e periferiche, e soprattut- 
to ai relativi connnettori. ma non alla loro 
lunghezza: poco più di mezzo metro, infat- 


ti. risulta talora insufficiente per risolvere i 
problemi legati alla “ambientazione" del 
sistema. 

Documentazione 


La documentazione fornitaci assieme al- 
la macchina per la prova è costituita da 
vari manuali in lingua inglese, dalla grafica 
molto semplice e scritti in uno stile molto 
sintetico: la elencazione degli statement e 
delle funzioni è completa, ma sono spesso 
insufficienti gli esempi, utili soprattutto ai 
principianti i quali, a nostro parere do- 
vranno affiancarvi dei lesti specifici. Ca- 
rente anche l'informazione relativa al- 


l'hardware, alla struttura della mappa di 
memoria, alle locazioni delle varie routine 
di gestione "intima" della macchina, infor- 
mazioni utili e gradite ai programmatori 
più esperti. Rimane ovviamente il dubbio 
o la speranza che quelli in nostro possesso 
siano manuali provvisori e che vengano in 
futuro sostituiti da un package più valido. 

Linguaggi e sistema operativo 

Abbiamo accennato nel corso della de- 
scrizione come l'architettura della macchi- 
na preveda la possibilità di affiancare alle 
risorse di memoria esistenti inizialmente. 
RAM o ROM aggiuntive. Proprio questa 



46 


MCmicrocomputer 22 


possibilità ha interessanti risvolti nei con- 
fronti dell'utilizzazione- Se il T-100 nasce 
infatti con un interprete BASIC su ROM 
piuttosto esteso, il T-BASIC.che appare in 
sostanza un dialetto, evoluzione del classi- 
co interprete Microsoft, è possibile invece 
caricare dalle ROM esterne l'OA-BASIC 
(ove la sigla OA sta per Office Automa- 
tion). la cui caratteristica più importante è 
la presenza dei file"indexedsequential". In 
alternativa, e questo rende senz'altro il T- 
100 macchina tra le più versatili oggi sul 
mercato, è sempre possibile caricare da di- 
sco il CP M ed accedere quindi ai compila- 
tori ed ai programmi applicativi supportati 
dall'onnipresente sistema operativo della 
Digital Research. 

Il T-BASI C 

Il T-BASIC risiede su ROM ed è il lin- 
guaggio di "default", quello cioè caricato 
normalmente alla accensione. Ne esiste 
una versione estesa. T-DISK BASIC, che 
come dice il nome stesso, consente la ge- 
stione dei floppy disc drive nonché della 
interfaccia seriale. Rispetto al classico in- 
terprete Microsoft, di cui il T-BASIC con- 
serva sostanzialmente invariati pregi e di- 
fetti. velocità e precisione, vi sono, comun- 
que. notevoli integrazioni. 

Di particolare interesse quello che la To- 
shiba ha definito GML e cioè Graphics 
Macro Language. che consente di trarre 
beneficio delle estese capacità grafiche del- 
la macchina. Meno importante soprattut- 
to nell'u.so "a lungo termine", anche se... 
coreografico. l'MML. il Music Macro 
Language. per la gestione del sintetizzato- 
re monofonico. 

Ed ancora tra le estensioni rispetto al- 
l'interprete Microsoft, gli statement per la 
assegnazione ed il trattamento dei tasti di 
funzione. 

Cosi come accade in macchine di classe 
superiore, é possibile assegnare a ciascun 
tasto una funzione, otto in tutto, una eti- 
chetta lunga fino a quindici caratteri, che 
ne ricordi la funzione e che può essere tra- 
scritta in basso sullo schermo. Per quanto 
riguarda la abilitazione aU'interrupt. cia- 
scun tasto di funzione può essere control- 
lato separatamente con gli statement 
"KEY n ON" e "KEY n OFF". Che cosa 
infine il programma deve fare quando la 
macchina rivela l'interrupt scaturito dalla 
pressione dell'utente sul relativo tasto, es- 
so viene definito mediante lo statement 
ON KEY GOSUB. seguito da una serie di 
numeri di linea, ciascuno corrispondente ai 
tasti di funzione. 

Se ad esempio si desidera che premendo 
Key 2 il T-100 scriva il valore della variabi- 
le A. si scriverà un programma cosi fatto: 
10 ON KEY 0, 500 

20 

30 

500 PRINT A 
510 RETURN 

Si noti che è necessario indicare con 0 la 



linea cui (non) si trova la subroutine relati- 
va ai tasti non abilitati. 

Come limitazione all'uso dei tasti di fun- 
zione. utili ad esempio per la scelta di un 
menu, bisogna segnalare che l'interrupt è 
ad un solo livello: successivi interrupt ori- 
ginati da tasti di funzione non possono 
essere soddisfatti mentre si sta già serven- 
do il primo interrupt. 

Tra gii statement grafici del T-BASIC 
segnaliamo CIRCLE che. seguito da varie 
opzioni, consente di tracciare un cerchio, 
un'ellisse, od una parte di essi. PAINT, 
invece, colora un'area dello schermo defi- 
nita da un contorno non necessariamente 
convesso, realizzando cosi una funzione 


che spesso manca in altre macchine. I para- 
metri di PAINT sono un punto qualsiasi 
all'interno dell'area da colorare, il colore 
desiderato, ed il colore del confine. L'algo- 
ritmo è in grado ovviamente di colorare 
l'intero schermo se non viene assegnato il 
colore del confine. Lo statement DRAW, 
infine, ha come argomenti i macrocoman- 
di del GML. Dei quattordici comandi di- 
sponibili. ognuno costituito da una diversa 
lettera maiuscola, i primi otto permettono 
di tracciare linee di colore e lunghezza arbi- 
traria in ciascuna delle otto direzioni prefe- 
renziali (gli assi e le diagonali), il nono, 
invece, disegna una linea una volta che 
siano state assegnate le coordinate dell'e- 



// punici 




MCmicrocomputer 22 


47 


stremo. Gli altri comandi effettuano una 
rotazione di 90°. assegnano un fattore mol- 
tiplicativo alla lunghezza delle linee, e per- 
mettono di concatenare tra loro le stringhe 
di controllo per applicazioni ripetitive co- 
me. ad esempio, la tracciatura di più figure 
simili in posizioni diverse dello schermo. 

Il sintetizzatore viene controllato me- 
diante stringhe di comandi del Music Ma- 
cro Language c lo statement PLAY. Ad 
ogni lettera dell'alfabeto da A a G sono 
associate le note musicali secondo la con- 
venzione inglese (C = do. D = re. B = si. 
ecc.) cui possono essere apposte le indica- 
zioni relative ai semitoni. Il comando “O" 
assegna l'ottava. “L" la durata. “T” il tem- 
po. e cosi via. In definitiva le melodie ven- 
gono "insegnate" al computer con stringhe 
del tipo "O3L20CSDDSEFG", in cui è 
possibile effettuare delle concatenazioni, 
ad esempio per ripetere un ritornello su di 
un'ottava superiore o secondo un tempo 
più lento. 

Da segnalare, infine, la presenza nel T- 
BASICdi una quantità di funzioni orienta- 
te all'hardware. dal controllo dei parame- 
tri dell'interfaccia RS-232-C. alla lettura 
della posizione delle testine del drive, dal 
controllo ed alla lettura dell'ora del giorno 



sta. lo ripetiamo, per Office Automation. 
presenta in generale, quanto a precisione, 
velocità di esecuzione e parco istruzioni, 
caratteristiche simili a quelle del Tl-BA- 
SIC. Mancano le Macroistruzioni grafiche 
e musicali, ma in aggiunta alla consueta 
gestione dei file sequenziale e ad accesso 


terfaccia RS-232-C con la quale si possono 
trasferire dati da un computer all'altro. 

Il CP/M 


Alla descrizione del sistema operativo 
CP/M non dedichiamo molto spazio, tan- 
to esso è noto e conosciuto. E inutile ricor- 
dare che questo sistema operativo è dive- 
nuto lo standard di fatto per i sistemi dota- 
ti di microprocessore Z-80 e che per esso 
sono disponibili migliaia di programmi ap- 
plicativi e decine di interpreti e compilatori 
diversi. Ovviamente a seconda dell'am- 
biente hardware in cui opera cambiano 
leggermente anche le possibilità di utilizza- 
zione in particolare nel T-100 il CP/M è in 
grado di gestire con sufficiente agilità il 
colore, ed è quindi abbastanza facile realiz- 
zare programmi applicativi in cui le ma- 
schere video siano a colori, od in cui i 
risultati di una elaborazione siano eviden- 
ziati in colori diversi a seconda dei casi. 

Conclusioni 


Il mercato dei personal computer sta di- 
ventando veramente molto affollato: no- 
nostante la produzione si sia diversificata 



(TI M E e TI M ES) alla lettura della posizio- 
ne del cursore sul video. 

In definitiva questo dialetto, grazie alle 
numerose estensioni, copre settori applica- 
tivi poco esplorati da altri interpreti fermi 
restando, ovviamente, i limiti usuali in 
questo tipo di macchine, quali l'impossibi- 
lità di definire label alfabetiche per le istru- 
zioni di salto o di spezzare il programma in 
sottoprogrammi con la relativa calling list. 

L’OA-BASIC 

In alternativa al T-BASIC. il T-100 può 
"montare" l'interprete OA-BASIC. resi- 
dente anch'esso. parte su ROM e parte su 
disco. Per caricarlo bisogna infatti inserire 
la relativa ROM pack nella apposita slot 
ed il dischetto nel drive: all'accensione la 
macchina riconosce automaticamente da 
quale memoria e da quale disco boot- 
strapparc. L'OA-BASIC. ove la sigla OA 


casuale, l'interprete supporta anche i file 
cosiddetti “Indexed Sequential". utili so- 
prattutto in applicazioni di stampo com- 
merciale. Si tratta di file con record di lun- 
ghezza predefinita in cui l'accesso, oltre 
che specificando il numero di record come 
nei file ad accesso casuale, può avvenire 
specificando la cosiddetta "chiave", una 
st ri nga al fanumerica che consente d i "pun- 
tare" al record desiderato senza conoscere 
la posizione fisica. Tale struttura è partico- 
larmente utile in applicazioni di carattere 
gestionale: ad esempio se il file contiene i 
nominativi di un elenco abbonamenti, la 
chiave può essere determinata dal nome e 
dal cognome dell'abbonato, se si deve ge- 
stire un magazzino di parti di ricambio essa 
potrà gestire il codice di ciascuna di esse. 

T ra gli statement e le funzioni che esula- 
no dal nucleo di istruzioni BASIC stan- 
dard segnaliamo anche ncll'OA-BASIC 
quelli per il controllo e la gestione dell'in- 


moltissimo. e copra una fascia di prezzi ed 
applicazioni estremamente ampia e varie- 
gata, è spesso difficile trovare nuovi motivi 
di interesse negli ultimi arrivati. 

Nel caso del Toshiba T-100. però, le cose 
vanno diversamente: si tratta di una mac- 
china basata sull’ormai collaudutissimo Z- 
80 che oltre alP'indispensabile" CP M. of- 
fre due interessanti alternative per quanto 
riguarda il BASIC. Sia il T-BASIC che 
I OA-BASIC (quest'ultimo supporta i file 
"indexed sequential") hanno notevoli 
estensioni rispetto al classico interprete 
Microsoft, tali da soddisfare una vasta 
gamma di esigenze. In più c'è il colore, 
supportato da una serie di strumenti soft- 
ware all'altezza della situazione. 

Anche i prezzi risultano competitivi, in 
particolar modo per l'unità centrale ed i 
floppy disc. mentre appare un po' caro, 
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MCmicrocomputer 22 






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di Fabio Marzocca 


È inutile spendere troppe parole per par- 
lare della Casio, questo gigante dell'indù- 
stria giapponese che produce micro-oggetti 
dai comportamenti più strani, ma vale la 
pena di ricordare che comunque è una delle 
aziende leader de! Sol Levante nel campo 
della miniaturizzazione elettronica. 

Il suo nuovo prodotto, denominato "Per- 
sonal Computer PB-100" è infatti talmente 
minuscolo nelle sue dimensioni che spesso 
corre il rischio di essere perduto fra le carte 

Non bisogna però lasciarsi ingannare da 
questa caratteristica: la PB-100. con i suoi 
100 grammi di Basic, ha una potenza di 
calcolo sorprendente e. soprattutto, è veloce 

Questo della velocità non era certo un 
pregio che ci aspettavamo, vista la tecnolo- 
gia CMOS con cui è stata realizzata la 
calcolatrice. 

Analizziamone quindi da vicino ed in 
maggior dettaglio le prestazioni. 

Descrizione 


L'oggetto più comune che per primo ci è 
venuto in mente per dare l'idea delle di- 
mensioni della PB-100. è stata una tavolet- 
ta di cioccolato: fra l’altro anche il peso 
non si discosta molto da quello del dolce 
prodotto. 


La tastiera ASCII, disposta secondo lo 
standard QWERTY, permette una facile 
digitazione a due dila. nonostante i 35 mm 
quadrati a disposizione per ogni lettera. 
Tutti i tasti della sezione ASCII hanno 
associate 4 funzioni ciascuno, accessibili 
tramite lo SHIFT e l'EXT mode. Questo 
può creare problemi in fase di editing, ma 
d'altronde la miniaturizzazione si paga an- 
che in questi termini. Oltre alle maiuscole, 
alle minuscole ed ai tasti di singola istru- 
zione Basic, si hanno a disposizione 38 
caratteri speciali visualizzati dal display. 

A destra della sezione ASCII è disposto 
il tastierino numerico nel quale si evidenzia 
il tasto EXE (il RETURN degli altri com- 
puter) di dimensioni doppie rispetto agli 
altri. 

Il display comunque rappresenta il pez- 
zo forte della PB-100: il cristallo liquido è 
del tipo a riflessione e l'angolo di visualiz- 


zazione è molto ampio grazie ad un regola- 
tore di polarizzazione, oggi abbastanza 
dilTuso. posta sul fianco destro della calco- 
latrice. Ógni carattere viene visualizzato 
da una matrice di 5 x 7 punti e la "finestra" 
del display può contenere fino a 12 caratte- 

Abbiamo usato il termine finestra in 
quanto se il messaggio da visualizzare su- 
pera i 12 caratteri, il display effettua uno 
scroll automatico permettendo la lettura di 
righe lunghe fino a 60 caratteri; lo state- 
ment PRINT comunque non può accettare 
più di 30 caratteri tra le virgolette. 

La sezione superiore del display è intera- 
mente dedicata ad una serie di messaggi 
che informano l'utente sullo stato della 
macchina e che si rivelano molto utili du- 
rante l'editing di programmi. 

Di fianco al display é inoltre stampata 
una tabellina che funge da memorandum 


52 


MCmicrocomputer 22 



tove 


per i IO "modi" di funzionamento della 
calcolatrice. 

Sul retro, il solito tasto di ALL RESET, 
raggiungibile solo con una punta di matita, 
e l'incastro per assicurare una buona soli- 
dità meccanica con ("interfaccia-cassette 
FA-3. 

Svitando le due viti del pannello poste- 
riore si accede all'interno della calcolatrice 
per la sostituzione delle pile (2 batterie al 
litio da 3 V ciascuna) e per l'inserimento 
dell'espansione RAM da 1K. OR-1. 

Esiste per la PB- 1 00. la stampante FP- 1 2 
che viene collegata a sua volta all'interfac- 
cia-cassette. 

Insieme al manuale delle istruzioni, vie- 
ne fornito un libtro dal titolo "Imparare 
facendo", che rappresenta un'ottima guida 
ed una raccolta di programmi per coloro i 
quali affrontano per la prima volta la pro- 
grammazione in Basic. 

Il Basic 


La caratteristica software che siamo an- 
dati subito a cercare sulla PB- 1 00 è stata la 
possibilità di generare sequenze musicali. 
Siamo stati indotti a fare questo dalle pre- 
stazioni degli oggetti di produzione Casio, 
come orologi con suonerie stranissime, cal- 
colatrici che suonano, micro-sintetizzatori 
musicali. 

Il minimo che ci saremmo aspettati da 
una programmabile Basic della Casio, era 
che suonasse come la tromba di Satchmo: 
siamo rimasti delusi, in quanto la PB- 1 00 è 
muta come un pesce. 

Nonostante ciò il suo Basic è piuttosto 
completo ed include tutte le istruzioni 
standard, comprese quelle relative alla ma- 
nipolazione delle stringhe. Senza scendere 
nel dettaglio dei comandi più ovvi e comu- 



ni a computer di ben altra stazza (per la 
lista comandi vedi la tabella a pag. SS), 
vorremmo spendere qualche parola circa 
la gestione della memoria RAM della PB- 
100. 

La macchina viene venduta nella confi- 
gurazione standard con 544 byte di memo- 
ria RAM. espandibili fino a 1 568 tramite il 
Memory Pack OR-1. Questi byte di RAM 
possono essere suddivisi tra passi di pro- 
gramma e numero delle variabili a disposi- 
zione; in pratica lo stato della RAM può 
essere preventivamente programmato dal- 
l'operatore tramite l'istruzione DEFM nel 
seguente modo; 


1328 

1024 


Le variabili devono essere indicate con 
una lettera da A a Z, oppure tramite un 
vettore A(i) + Z(i); le stringhe sono speci- 
ficate con AS +ZS e possono contenere al 
massimo 7 caratteri. Una novità molto in- 
teressante è costituita da quella che è stra- 
namente denominata "variabile di caratte- 
re esclusiva", indicata dal solo simbolo $: 
questa variabile è l'unica alla quale è possi- 
bile applicare la funzione MID, e può con- 
tenere fino a 30 caratteri. Ad esempio: 

8$ = " 1234567890ABCDEF" 

A$ = MID (11,3) 

PRINT A$ 

La variabile AS conterrà "ABC". Le 
funzioni LEN e VAL possono invece esse- 
re applicate a tutte le altre variabili di strin- 
ga. 

Una caratteristica peculiare del PB-100. 
che la distingue da tutti gli altri pochet 
programmibili in Basic, è la ripartizione 
che è stata attuata sulla memoria di pro- 
gramma. Quest'ultima è suddivisa in 10 
compartimenti, mutuamente accessibili, 
nei quali è possibile scrivere 10 programmi 
indipedenti contemporaneamente. Questo 
è qualcosa in più rispetto alla semplice eti- 
chellabilità del programma. In ognuna 
delle 10 zone di memoria è possibile scrive- 
re programmi indipendentemente da ciò 
che è contenuto nelle altre, e quindi anche 
usare stessi numeri di linea; la lunghezza di 
ogni blocco è vincolata solamente dal nu- 
mero di passi ancora a disposizione. 

L'indicazione del numero di byte ancora 
disponibili è comunque costantemente vi- 
sualizzata nella parte alta del display du- 
rante le operazioni di scrittura di un pro- 
gramma. Questa caratteristica si è rivelata 
molto utile al fine di poter controllare pas- 
so per passo l'evoluzione, in termini di spa- 





MCmicrocomputer 22 


53 








zio occupato, del programma che si sta 
immettendo in memoria. 

Lo statement PRINT. oltre a provvede- 
re alla visualizzazione di variabili numeri- 
che o stringhe, permette la stampa di mes- 
saggi contenuti entro le virgolette per un 
massimo di 30 caratteri: il display provve- 
derà poi automaticamente con uno scroll a 
mostrare i simboli eccedenti il dodicesimo. 
La funzione CSR n realizza una sorta di 
TAB sul visualizzatore, mentre SET n sta- 
bilisce il formato delle variabili numeriche 
presentale sul display. 

lin tasto nascosto 

Sembra che. da qualche tempo a questa 
parte, le industrie giapponesi produttrici di 
computer tascabili abbiano deciso di la- 
sciare sempre un alone di mistero intorno 
alle macchine che immettono sul mercato. 
È ormai noto il grosso sforzo effettuato 
dalla Sharp per tenere nascosto il linguag- 
gio macchina che permetteva di operare in 
codici csadecimali sul suo PC- 1500: si è 


sempre trattato, comunque, di "caratteri- 
stiche" non dichiarale o tenute nascoste. 
Nel caso della PB-100. invece, la Casio ha 
addirittura nascosto un tasto! 

Tutto è inizialo osservando attentamen- 
te il display, nella posizione di massimo 
contrasto. Sotto alla lettera S che indica 
l'avvenuta pressione del tasto Shift. com- 
pare una F alla quale abbiamo attribuito 
subito il significato di "Function". 

L'indagine è proseguita andando a cu- 
riosare nell'hardware della PB-100: in ef- 
fetti. alla destra del tasto Shift. c'é tutto 
l'occorrente per l'inserzione del nuovo ta- 
sto Function: bolla di contatto per le piste 
ramate, mascherina interna, e addirittura 
la finestrella già pronta. È sufficiente effet- 
tuare un piccolo taglio rettangolare sulla 
finissima piastra d'alluminio satinato, per 
poter dotare la nostra PB-100 di un nuovo 
tasto. 

Come in altre calcolatrici, il Function 
serve per assegnare ai tasti ‘ASCI I ulteriori 
funzioni. Nel caso della PB-100. con la 
tastiera nel modo "normale", i tasti afietti 


da questa funzione sono i seguenti: 

tasto premuto dopo F Funzione associata 

A SIN 

S COS 

D TAN 

F ASN 

H ATN 

J LOG 

K LN 

2 SOR 

X ABS 

C SGN 

V INT 

B FRAC 

N RANS 

M CSR 


Nel modo EXT. tutta la tastiera ASCII è 
controllabile dal tasto Function ed il suo 
elTetto è quello di visualizzare il carattere 
maiuscolo, nonostante ci si trovi nel modo 
delle minuscole. 

L'interfaccia cassette 

Per la registrazione di dati c programmi 


54 


MCmicrocomputer 22 





su nastro magnetico, la PB-100 dispone 
dell'Interfaccia Casio FA-3. Questo acces- 
sorio si presenta con un'estetica moderna e 
molto sobria, dalle dimensioni leggermen- 
te più grandi della PB-100 stessa; la calco- 
latrice viene inserita nello slot dell'interfac- 
cia e quindi, tramite una slitta posta sotto 
la FA-3. si assicura la rigidità della connes- 
sione. 1 1 software associato all'impiego del- 
l'interfaccia è sufficientemente completo e 
permette tutte le operazioni necessarie ad 
un corretto trasferimento di dati da e sul 
nastro. Oltre alle consuete SAVE e LOAD 
con le quali è possibile registrare o caricare 
uno dei IO programmi da PO a P9. trovia- 
mo i comandi SAVE A e LOAD A per 
permettere la manipolazione di tutta la 


memoria di programma della calcolatrice. 

Per quanto riguarda le variabili, queste 
possono essere scaricate su nastro o regi- 
strate in memoria attraverso i due comandi 
PUT e GET. Infine, per effettuare un con- 
trollo del file su cassetta, è possibile l'uso 
del comando VER il quale effettua un'ope- 
razione di Check Sum. Dopo aver aperto 
la FA-3 per accedere ai circuiti interni, 
siamo rimasti un po' sbalorditi: infatti la 
tecnologia di realizzazione sembra essere 
un paio di stadi indietro rispetto a quella 
della PB-100. Tre integrati Toshiba (di cui 
uno a 28 piedini ) ed un mare di componen- 
ti discreti, il tutto montato su una basetta 
di mediocre qualità e priva della vernice 
protettiva sulle piste ramate. 


Conclusioni 


La PB-100 rappresenta un sistema poc- 
ket veramente portatile ed a basso costo 
che. grazie alle interessanti prestazioni, 
può essere impiegato in una gamma molto 
vasta di applicuzioni. Entra facilmente in 
tasca e può essere portato ovunque, con 
360 ore di funzionamento ininterrotto ga- 
rantite; ha un Basic completo, una capaci- 
tà di memoria più che adeguata, maiusco- 
le. minuscole e simboli grafici, ed infine 
dispone di tutte le più comuni funzioni 
matematiche: e tutto ciò non è poco, consi- 
derando che la PB-100 viene venduta oggi 
praticamente al prezzo di una buona calco- 
latrice scientifica di pochi anni la. MK 


Un programma di sort 

Per determinare le prestazioni della PB-100 in termini 
di velocità di esecuzione, abbiamo sviluppato un pro- 
gramma di ordinamento dati usando il metodo di 
Shell-Metzncr. 

Qui a fianco il listalo del programma. 

Le lince da IO a 40 realizzano l'input dei dati: per 
uscire dal loop (fissato a 100 variabili) e dare il via al 
riordinamento, inserire 9999. 

Le lince da 150 a 170 realizzano l'output dei dati 

Abbiamo provino questo programma con un sort su 
100 variabili: il tempo richiesto per fordinamento da 
parte del PB-100 è stalo di 65 secondi, un tempo 
relativamente basso se consideriamo la categoria, e 
soprattutto il prezzo, della macchina. 


10 VAC 

20 FOR A = 8 TO 100: INPUT A (A) 
30 IF A(A) = 9999 THEN 50 
40 NEXT A 
50B = A-8 

60 B = INT (B/2) IF B = THEN 150 
70 C = A - B - 7 : D=1 
10E-D + ; 


90 F 


’ E *B 


100 IF A(E)S A(F) THEN A (F) 
110 G = A (E): A (E) = A (F) : . 
THEN 130 

120 E = E-B IF E 38 THEN 90 
130 D = D -* 1 IF D>C THEN 60 
140 GOTO 80 
150 FOR B = 8 TO A-1 
160 PRINT A(B) 

170 NEXT B 
180 END 


Più veloce del PC- 1500 

Non appena abbiamo intuito qualcosa al riguardo della velo- 
cità di calcolo della PB-100. ci siamo apprestati ad adattare il 
nostro solito programma benchmark a tre pocket giapponesi: 
le Sharp PC- 1211 e 1500. e la Casio PB-100. Il listato è 
pubblicalo a fianco e vale per la PB-100 e la PC- 1 2 1 1 : per farlo 
girare sul PC- 1 500 è stato sufficiente sostituire la linea 60 con: 
60 ni (L) = A 

altrimenti sarebbe stata necessaria una dichiarazione DIM. 
Ebbene, questi i sorprendenti risultati; 

Sharp PC- 1500: 1 minuto e 49 secondi 
Sharp PC- 121 1: 20 minuti e 50 secondi 
Casio PB-100: I minuto e 40 secondi! 


10:K=0 
20. K=K+1 
30:Q=Ks2*3*‘\-5 
40: COSUB 100 
50: POR L=2T0 6 
60:«CL7=A 


90: STOP 
100: RETURN 
1 10: END 



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2 seriali (SIO) 

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’ Controllo Floppy Singola densità, singola/doppia faccia 
(FD1771) 

• Controller VIDEO 80 x 24 (ADM3A) 

• Firmware 2K con boot per CP/M 2.2 
Tutta su zoccoli. Esecuzione professionale. 

Prezzo lancio lit. 600.000 


TASTIERE 

Tastiera ASCII Parallela Z80 con trame di irrigidimento 


63 tasti ut 168 000 

74 tasti pad numerico lit 195 000 

9? tasti pad e tasti lun/ione tri 210000 


PERIFERICHE MEMORIA 

Costrultore: TANDON 
TM100-1 Minifloppy 250K 
TM 100-2 Minifloppy 500K 
TM100-3 Minifloppy 500K 
TM101-4 Minifloppy 1MByte 
TM50-1 Minifloppy 250K Slim line 
TM50-2 Minifloppy 500K Sllm line 
TM55-2 Minifloppy 500K Slim line 80 tr. 
TM55-4 Minifloppy IMBytes Slim line 160 tr. 
TM102-2 Minifloppy 2MBytes 
TM848-1 Floppy 8" Slim 500K 1 testa 
TM848-2 Floppy 8" Slim IMBytes 2 teste 
TM502 Winchester 12.8 - 1 MBytes 
TM503 Winchester 19.1 - 1 MBytes 
TM703 Winchester 31 - 1 MBytes 


CONTROLLER PER WINCHESTER 

WESTER DIGITAL WD1001-05 
WESTER DIGITAL WD1 002-05 
XEBEX 51410 
DTC DTC-510A 
DTC DTC-520A 
DTC DTC-535A 

DTC DTC-535AS Winchester + floppy 
DTC DTC 5150 per personal IBM 

HOST ADAPTER: 

DTC 10-1 IEEE S100 CON CP/M 2.2 

DTC DTC 11 LSI 11 QBUS sistema operativo RT 11. V3B/V4 

DTC DTC-12 UNIBUS 

DTC DTC-50-1 TRS80 I 

DTC DTC-50-2 TRS80 II 

DTC DTC-50-3 TRS80 III 

DTC DTC 68 EXORBUS 

DTC DTC 69 VERSABUS 

DTC DTC 75 APPLE II e SUSY II 

DTC DTC 86 MULTIBUS 

DTC DTC 87 STD BUS 


STAMPANTI A MARGHERITA 

DAISY WRITER 
■ 40 CHR sec 
" 48K Buffer 

• Inseritore frontale automatico 


STAMPANTI A IMPATTO 

Microprism Grafica 

Prism 80 Grafica e colore 

Prism 132 Grafica e colore con software 

per hard copy APPLE II e P.C. IBM 


COMPONENTISTICA: 

MICROPROCESSORI 

MEMORIE 

TTL 

ATTIVI E PASSIVI 


I PREZZI SONO IVA ESCLUSA - PAGAMENTO IN CONTANTI 
ACCORDI PARTICOLARI CON CLUBS AMATORI - DEL PERSONAL COMPUTER 



a cura di Francesco Petroni 


Input di dati grafici 
ed alfanumerici 
Problemi di controllo 

In generale, le stazioni di lavoro dei grossi 
sistemi di Computer Grafica utilizzano con- 
temporaneamente due tipi di monitor, quello 
alfanumerico e quello grafico. 

Questa configurazione è pressoché obbli- 
gatoria quando si usa il sistema Computer 
Grafico in fase di costruzione del disegno, 
dove occorre poter seguire un complesso 
programma di input di dati numerici ( che 
può far uso della tavoletta grafica o della 
tastiera) e dove occorre poter controllare 
passo passo la costruzione de II' immagine. 

Un uso coordinato dei due monitor rende 
possibile il totale controllo della fase di in- 
put. Estremizzando il discorso si può imma- 
ginare una stazione configurata con più mo- 
nitor, quello alfanumerico dedicalo all'input 
dei dati e alcuni monitor grafici su cui sono 
disegnati, in output, variamente elaborati 
( ad esempio da vari punti di vista) gli stessi 
dati. Si immagini ad esempio di dover realiz- 
zare vari disegni architettonici di un edificio. 
Con un 'unica fase di input si possono immet- 
tere i dati completi e ottenere contempora- 
neamente su monitor diverse piante, sezioni, 
prospetti. È senza dubbio un argomento sti- 
molante e che ci porterebbe molto in là. 

Arrivati a questo punto ci facciamo la 
solita domanda: cosa in questo settore può 
essere realizzato con un microcomputer? 

Alla solita domanda segue la solita ri- 
sposta. Con un micro si può fare tutto 
quello che si può fare con un grosso siste- 
ma, solo in scala molto più ridotta. Cioè 
con minore definizione in uscita, con mag- 
giore lentezza nella elaborazione e nella 
visualizzazione del disegno o dei disegni. 

Partendo da queste premesse comincia- 
mo a lavorare. Utilizzeremo ancora una 



PB 

TX 

TH 

HI 

H2 


TXH2 


H1H2 

HI 

PBH1 

TXH1 



TH 

PBTH 

TXTH 


TX 





volta un Apple li in configurazione nor- 
male sfruttando le sue buone capacità gra- 
fiche e soprattutto la sua versatilità nell'u- 
so delle TEXT e delle pagine grafiche. 

L'obiettivo che ci prefiggiamo è quello 
di raggiungere la completa padronanza 
delle pagine del monitor del computer. 

Vogliamo cioè poter lavorare sulla pagi- 
na TEXT e sulle pagine HGR e HGR2 con 
totale indipendenza l’una dall’altra e con 
possibilità in ogni momento di passaggio 
dall'una all’altra pagina. 

Se raggiungeremo questo obiettivo po- 
tremo realizzare complessi programmi 
grafici tipo: sovrapposizione di ulteriori 
dati a PICTURES già realizzate preceden- 
temente; soluzione interattiva del proble- 
ma di scrivere alfabeticamente su disegni; 
problemi di visualizzazione di figure in 
movimento tramite tecniche di animazio- 
ne; ecc. 

Sono tutti argomenti già trattati in altri 
articoli, ma che non avevamo mai inqua- 
drato in un discorso generale. 


Abbiamo adottato una terminologia 
semplificata che sarà bene anticipare per 
facilitare la comprensione dell’articolo e 
dei programmi: 

PB è un disegno, realizzato con un pro- 
gramma a se stante, memorizzato su di- 
schetto e richiamabile sulla pagina HGR2 
per essere ulteriormente elaborato; 

TX è un testo alfanumerico realizzato 
sulla pagina TEXT; 

TH è un testo alfanumerico realizzato 
con un set di caratteri tipo SHAPE (prele- 
vato dal software di base della tavoletta 
grafica di MCmicrocomputer) e posizio- 
nato sulla pagina HGR. 

HI è un disegno realizzato sulla pagina 
HGR. 

H2 è un disegno realizzato sulla pagina 
HGR2. 

Le combinazioni di questi 5 casi a due a 
due danno una casistica di situazioni che 
abbiamo intabellato in tabella A. 

Nella casella di corrispondenza c’è il no- 
me dato al programma Demo che esempli- 
fica in maniera pratica quel caso. 

Se invece c’è uno spazio vuoto o il pro- 
gramma non è significativo, ad esempio 
PBTX è concettualmente identico a PBH2, 
oppure non è possibile perché i due com- 
ponenti usano la stessa pagina, come ad 
esempio PBH2. 

Per esemplificare le terminologie esami- 
niamo il programma PBTH. Questo com- 
porta il caricamento in pagina HGR2 di 
una PICTURE e permette in pagina HGR 
il disegno di un testo. La utilità del pro- 
gramma, una volta implementato da voi, 
potrà essere quella di apporre delie scritte 
su un disegno, decidendo, in modo interat- 
tivo, tipo di carattere, posizione, orienta- 
mento e formato delle scritte stesse. 

In altre parole componete (correggendo, 
cancellando, spostando) le scritte sulla 
pag. HGR e, alternando rapidamente in 
fase di visualizzazione le due pagine, avrete 
un controllo del risultato. Quando la scrit- 
ta è completata e vi soddisfa la riversate 
sulla pagina HGR2, memorizzate la nuova 
PICTURE completa di scritte, oppure ne 
fate una Hard Copy sulla stampante grafica. 

Se il prodotto finale del vostro program- 



10 REM INTH 

11 REM INPUTTEXT IN HGR2 

20 ROT= 0 SCALE= 1 : HCOLOR= 3 

100 PRINT CHRS <4VBL0ADASCII SET, A*80B0" 

110 HGR2 HCOLOR= 3: VX = 100 

120 GET S*:CR = ASC <S*> 

130 GOSUB 200 GOTO 120 
200 REM SUB-SCRIPT 
210 DRAM CR AT XX, VX 
220 XX = XX + 8 RETURN 


Figura 3 - INTH. è un programma dimostrativo per l'input di dati al/anumerici da 
tastiera che sona poi trascritti sul video informa grafica. 



MCmicrocomputer 22 


MC grafìe 




ma è una Hard Copy del video non vi 
dovete molto preoccupare delle modalità 
con le quali avete realizzato il disegno, né 
dei tempi di realizzazione, ma sarà bene 
che il programma di composizione sia ben 
strutturato anche a costo di doverlo spez- 
zare in più fasi o addirittura in più pro- 
grammi. Per quanto riguarda il TEXT rea- 
lizzato con caratteri grafici sulla HGR, uti- 
lizziamo. come detto, i SET di caratteri 
presenti nel software di base della tavoletta 
grafica di MCmicrocomputer (ormai indi- 
spensabile accessorio dell'Apple II). 

Ricordiamo l'origine di questi SET. So- 
no stati tradotti dal fornito originario Hi- 
res Character Table del Tool Kit in forma- 
to Shape Table e quindi sono utilizzabili 
con i comandi di Shape (cioè Draw, Rot, 
ecc.). Chi non ha la tavoletta deve procu- 
rarsela, oppure deve costruirsi una propria 
Shape Table. 

Abbiamo preferito realizzare molti pro- 
grammi corti anziché uno lungo e comples- 
so, perché il nostro scopo come al solito 
non èquello di produrre software ma quel- 
lo di suggerire temi, argomenti e di propor- 
re soluzioni. E chi si interessa dell’argo- 
mento certo preferisce copiare 5 righe anzi- 
ché 500. I programmi sono dunque: 

Figura 1 PSA V - serve per caricare la 
Picture, disegnata sulla pagina HGR2, sul 
dischetto, col nome di PIPPO. Nel nostro 
caso abbiamo memorizzato la Picture di 
un rettangolo che ci servirà nei prossimi 
programmi. 


Figura 2 TRIS - serve per comprendere 
le routine di passaggio tra le tre pagine 
HGR, HGR2 e TEXT. All'inizio viene 
scritto sulla pagina TEXT l’alfabeto (riga 
30), viene disegnata sulla pagina HGR una 
diagonale rispetto allo schermo (riga 40) e 
sulla pagina HGR2 l'altra diagonale (riga 
50). A questo punto il programma emette 
un beep per segnalare che attende un input 
(riga 60). Se si preme 1 esegue la routine di 
riga 100 che visualizza la pagina TEXT; se 
si preme 2 esegue la routine di riga 200 che 
visualizza la pagina HGR, se si preme 3 
esegue la routine di riga 300 che visualizza 
la pagina HGR2. Come noto le istruzioni 
di switch in questo caso non cancellano le 
pagine alle quali accedono. 

Figura 3 INTH - permette di usare la 
tastiera dell’Apple direttamente sulla pagi- 
na HGR. È un programma estremamente 
semplificato. Voi potete scegliere un’altra 
Shape Table (o potete formarla) potete im- 
postare i valori X%, Y% per posizionare la 
scritta sul video, potete decidere la legge 
che fa variare X%, Y%, potete impostare i 
valori ROT, SCALE, ecc. 

Figura 4 TXTH - questo programma de- 
mo permette di scrivere una stessa frase 
sullo stesso punto della video, sia in modo 
TEXT che in modo HGR. 

VTAB e HTAB e la frase vanno immessi 
da tastiera, e la frase viene scritta sulla 
pagina TEXT (riga 60). 

Poi viene al solito caricato il SET di 
caratteri (riga 70), preparata la pagina 


HGR (riga 110-120), inizializzando i valori 
X%, Y% in funzione degli HTAB e VTAB 
impostati e poi con il loop di riga 130-140 
vengono visualizzati i caratteri, identificati 
dal codice CR, uno alla volta. 

Non è obbligatorio che il CR (nel nostro 
caso il codice ASCII) corrisponda esatta- 
mente all’analogo carattere del set, in que- 
sto caso ovviamente il valore di CR dovrà 
essere opportunamente corretto. 

Il programma poi “switcha" tra le due 
pagine velocissimamente (riga 200-220) 
cosa di cui, se i due set di caratteri sono 
identici, non ce se ne accorge. 

Figura 5 TX HI - effettua il passaggio tra 
la pagina TEXT e la pagina HGR. 

Con un loop viene gestita la scrittura di 
qualcosa sulla pagina TEXT e il disegno di 
qualcosa sulla pagina HGR. 

Figura 6 TXH2 - è identico al precedente 
solo che la pagina grafica è la HGR2. Poi- 
ché il passaggio tra le pagine è istantaneo è 
bene inserire il loop di attesa (riga 300). 
Figura 7 PBTH - con questo programma è 
possibile quello che in termini cinemato- 
grafici si chiamerebbe un doppiaggio: ov- 
vero è possibile inserire un commento so- 
pra delle immagini. Anche nel nostro caso 
realizziamo dapprima una immagine e la 
memorizziamo col nome di PIPPO. La ca- 
richiamo poi in pagina HGR2 (riga 40), 
dopo di che con un gioco di switch visualiz- 
ziamo alternativamente la pagina HGR2 
dove risiede la picture e la pagina HGR 
dove abbiamo immesso il testo. 


JLOAD TXH2 
JLIST 

10 REM TXH2 

11 REM SWITCH TEXT HGR2 

20 HOME . HGR HGR2 HCOLOR= 2 

30 I = I ♦ 1 PRINT li HPLOT 0, 0 T0 <1 - lì * 4.191 

40 GOSUB 100: GOSUB 200 GOTO 30 

100 REM PASSAGGIO ALLA PAGINA TEXT 

110 POKE - 16300.0: POKE - 16303,0 

120 GOSUB 300: RETURN 

2O0 REM PASSAGGIO ALLA PAGINA HGR 

210 POKE - 16304,0; POKE - 16299,0 

220 GOSUB 300. RETURN 

300 REM LOOP D'ATTESA 

310 FOR K = 1 TO 199: NEXT 

320 RETURN 


Figura 6 ■ TXH2. swìlch per il passaggio Mia pagina TEXT alla pagina HC Ri- 
Figura 7 - PBTH. 


LORD PBTH 
7SVNTRX ERROR 
3LORD PBTH 
3LIST 

10 REM PBTH 

11 REM PICTURE BRSE - TEXT HGR 
20 HGR ; HGR2 : HCOLOR= 3:CT = 65 

30 PRINT CHR* <4>"BL0RDRSCII. SET, R$8000" 
40 PRINT CHR* <4> "BLORD PIPPO" 

50 GOSUB 100: GOSUB 200: GOTO 50 

100 REM HGR2 DIS. BASE 

110 POKE - 16299, 0 : GOSUB 300 : RETURN 

200 REM HGR TEXT 

210 CT = CT + 1 : XX = XX + 8 

220 DRflW CT RT XX, 100 

230 POKE - 16300, 0 : GOSUB 300 : RETURN 

3O0 REM LOOP D ' ATTESA 

310 FOR K = 1 TO 199. NEXT 

320 RETURN 


MCmicrocomputer 22 


61 


MCgraJìca 



Figura 8 PBH1 - in questo programma non 
c'è traccia di TEXT. C'è il passaggio tra le 
due pagine grafiche. La HGR2, richiama- 
bile dalla routine a riga 140, contiene la 
picture PIPPO precedentemente memoriz- 
zata. La HGR contiene una figura in movi- 
mento, nel nostro caso una retta che si 
sposta da sinistra a destra. 

Figura 9 HI H2 - anche in questo caso ab- 
biamo una animazione semplice, in cui la 
figura si sposta da sinistra a destra sfrut- 
tando il passaggio tra le pagine. 

L'ultimo programma presentato (pro- 
gramma ATXGR di Fig. 10) serve per ag- 
giungere scritte sulla pagina HGR2, sulla 
quale sia stato già realizzato un disegno. 

Il disegno di base è stato realizzato con 
un altro programma e memorizzato sotto 
forma di picture. Viene quindi richiamato 
insieme al SET di caratteri che vogliamo 
utilizzare (righe 30-40). L'intero program- 
ma ruota attorno ad una maschera che 
permette una serie di funzioni. Tale ma- 
schera è sulla pagina TEXT e viene conti- 
nuamente richiamata alla fine di ciascuna 
funzione. Sulla pagina HGR2 c’è la Picture 
di base, sulla pagina HGR c'è la scritta in 
via di formazione. 

In breve il programma permette un vero 
e proprio lavoro di composizione della 
scritta, permette il controllo di compatibi- 
lità con il disegno di base e quindi, se tutto 


è O.K., riporta la scritta sul disegno di base 
e lo rimemorizza di nuovo in una Picture 
con il vecchio nome. Abbiamo evitato im- 
plementazioni relativamente semplici ma 
che avrebbero appesantito parti del pro- 
gramma non significative. Ad esempio ab- 
biamo riportato tutte le scritte in orizzon- 
tale con ROT = 0, per evitare di complica- 
re la routine di ROT e SCALE e quella per 
la determinazione delle X%, Y% rispetto 
alle quali porre la scritta. 

In questo caso le possibilità di combina- 
zione tra orientazione dei caratteri, dire- 
zione di scrittura, distanza tra i caratteri 
sono infinite, e lo vedremo in uno dei pros- 
simi articoli. 

Un altro aspetto un po' trascurato è 
quello relativo alla gestione degli archivi di 
Picture. II caricamento da e per il disco è 
direttamente inserito nel programma. 

Il programma ruota quindi attorno al 
menu (righe 60 - 170) al quale si ritorna al 
termine di ciascuna funzione offerta. 

Le funzioni sono: 

- visualizzazione Picture (righe 200 - 210) 
che come è noto è presente sulla pagina 
HGR2; 

- visualizzazione Text-Graphics (riga 300 - 
310) è il testo che si va via via formando 
sulla pagina HGR; 

- rapido Flip (righe 400 - 420) con il loop 
vengono velocemente mostrate le due pa- 


gine per permettere di controllare le posi- 
zioni reciproche di scritta e disegno di base; 

- immissione nuova frase (righe 600 - 690) 
per ogni nuova frase vanno dati Rotazio- 
ne, Scala, X%, Y% con le limitazioni di cui 
abbiamo parlato, e poi via via i codici CR 
corrispondenti al carattere che si vuole 
scrivere. Ovviamente questi dati vengono 
visualizzati alfanumericamente, visualiz- 
zati anche sulla pagina HGR e caricati nel 
vettore M%. 

Se si vuol terminare la frase basta dare 
un codice > 255 e si torna al menu; 

- riscrivere l'ultima frase (righe 700 - 720): è 
una generica routine di correzione che con- 
siste nell'arretramento del contatore e nel- 
la cancellazione e riscrittura della pagina 
HGR; 

- fine lavoro (righe 500 - 590): viene visua- 
lizzata la lista dei codici per un controllo 
formale. E poi si può tornare al menu, se 
c’è qualcosa che non va, oppure si può 
passare alla fase di assemblaggio per cui i 
dati memorizzati nel vettore M% vengono 
trascritti anche sulla pagina HGR2 assie- 
me alla Picture. 

A questo punto si può memorizzare la 
Picture completata con lo stesso nome. 

Da riga 900 ci sono poi le subroutine di 
Switch sul Text (900), sull'HGR (920), 
sull’HGR2 (940) e sull’HGR con clear 
(960). me 


62 


MCmicrocomputer 22 


Che cosa ha in più 
Personal Kid? 



CPU BOARD 48 K RAM 650.000 

Tastiera ASCII con pad numerico esteso e 
tasti funzionali 210.000 

Alimentatore 80 W 150.000 

Alimentatore switching 75 W 200.000 

Contenitore 120.000 


UNITÀ CENTRALE (48 K RAM, inter- 
faccia per registratore, input analogici, 
lettere minuscole, BASIC, monitor e di- 
sassembler) completa di alimentatore, ta- 
stiera ASCII dotata di pad numerico este- 
so e tasti funzionali, contenitore 


Con tastiera incorporata 1.210.000 

Con tastiera separata 1.260.000 

UNITÀ CENTRALE con monitor 

Con tastiera incorporata 1 .450.000 

Con tastiera separata 1.500.000 

UNITÀ CENTRALE con monitor 12”, 
drive 5” e interfaccia per due drive 
Con tastiera incorporata 2.250.000 

Con tastiera separata 2.300.000 

Monitor 12” fosfori verdi o gialli 250.000 

Drive 5” 710.000 

Interfaccia doppio drive 120.000 

Espansione 16 K RAM 150.000 


- Costo Basso 

- Lettere minuscole 

- Tastiera con pad numerico + i segni 
delle operazioni 

- Repeat automatico 

- Set di tasti funzionali per l’esecuzione 
immediata dei principali comandi 

- Diretto controllo del cursore 

- Zoccolo per memoria EPROM 

- Disponibilità del sistema in versione 
open frame o vestita in più 
configurazioni 


Compatibile Apple 



SIPREL s.r.l. Via Di Vittorio, 82 - Tel. 071/8046305- Zona Ind.le Baraccola - 60020 Candia di Ancona 


Cercasi Concessionari 


IMPARIAMO A PROGRAMMARE IN 

ASSEMBLER 

di Valter Di Dio 


Assembler terza parte, già dovremmo es- 
sere in grado di muovere i primi passi in 
questo strano mondo fatto di numeri che non 
si possono contare sulla punta delle dita. 
Certo è che se avessimo avuto sedici dita, 
forse ci saremmo trovati molto avvantaggia- 
li nell'uso dei microprocessori, ma non di- 
sperate: un giorno riuscirete anche voi a 
pensare a B5 come ad un numero e non ai 
colpi della battaglia navale che si giocava a 
scuola: chissà che facendo dei tabelloni per 
battaglia navale con sedici caselle per lato 
non si riesca a far diventare meno aliena 
questa aritmetica! 

Digressioni a parte siamo convinti che già 
molti di voi si saranno divertiti a smaneggia- 
re l'Apple con l'asterisco per prompt e a 
lanciare in esecuzione un po' di routine in 
linguaggio macchina anche senza conoscer- 

Speriamo ardentemente che ad alcuni si 
sia bloccato lutto e siano stati costretti a 
spegnere e riaccendere il computer, non per 
nostro speciale sadismo ma perché solo il 
vero spirito eletto, colui che non segue gli 
altri ma si spinge da solo oltre il limite della 
conoscenza finisce prima o poi per fare quel- 
la fine. 

Soluzioni 


Nella scorsa puntata avevamo chiesto di 
correggere il programma che azzerava 256 
locazioni di memoria a partire dalla $400 e 
di scriverne uno che pulisse tutta la Ram 
dello schermo che va da $400 a $7FF. 

L'errore presente nel primo programma 
era costituito dal fatto che non veniva az- 
zerata la locazione $400, le possibili corre- 
zioni sono diverse: si può aggiungere una 
STA $400 prima della fine del programma 
o più semplicemente basta cambiare LDX 
#$FF in LDX #$00 affinché venga prima 
azzerata la locazione $400 + 0 poi le altre a 
partire da $FF indietro fino alla $1. 

Questo metodo non è però utilizzabile se 
si devono azzerare meno di 256 locazioni: 
infatti ricordiamo che i registri e le locazio- 
ni a otto bit vanno visti come un quadrante 
rotondo munito di lancetta e con i numeri 
scritti attorno, quindi la lancetta può gira- 
re all’infinito perché dopo 255 viene zero e 


prima di zero viene 255! 

Il microprocessore non ci avverte del 
passaggio per zero e tocca al programma- 
tore controllare, mediante i flag del regi- 
stro P, cosa stia accadendo dentro la CPU. 
Allora, se dobbiamo azzerare $E0 locazio- 
ni soltanto conviene scambiare di posto la 


*300L 

0300- A9 AO 

0302- A2 00 

0304- 9D 00 04 

0307- 9D 00 05 

030A- 9D 00 06 

030D- 9D 00 07 

0310- CA 

0311- DO FI 

0313- 60 


LDA #*A0 
LDX t**00 
STA *0400, X 
STA *0500, X 
STA *0600, X 
STA *0700, X 
DEX 

BNE *0304 
RTS 


- Routine di HOME due volle più veloce di 


DEX con la STA (in modo che venga pri- 
ma decrementato il puntatore e poi carica- 
ta la locazione) e mettere $E1 in X. Da 
notare che il modus operandi è lo stesso del 
Basic nel caso che non fossero disponibili 
istruzioni di tipo FOR-NEXT. 

Vediamo ora come sia possibile realiz- 
zare in linguaggio macchina la funzione 
HOME. Un primo metodo potrebbe esse- 
re quello di scrivere quattro programmi 
identici per ciascuno dei quattro blocchi da 
256 Byte che compongono la Memory 
Map del video. Se lo facessimo ci accorge- 
remmo subito che molte istruzioni sareb- 
bero ripetute in tutti e quattro i blocchi (in 
particolare tutte quelle che gestiscono il 
ciclo) e cambierebbero solo le STA diven- 
tando via via STA $400,X poi $500,X poi 
S600.X e infine S700.X. Dal momento che 
X varia sempre da $FFa $00 tanto vale 
mettere un solo ciclo e quattro STA! Il 
programma diventa cosi quello di figura 1. 
Esistono tuttavia altre soluzioni interes- 
santi; se qualcuno avesse infatti usato 
0300- 4C 58 FC JMP SFC58 
che significa salta alla HOME del Moni- 
tor, sarebbe stato certamente molto furbo 
e bisogna dire che questa, a patto che esista 


nel Monitor o nel Basic la routine giusta, 
resta sempre senza dubbio la soluzione mi- 
gliore. 

Un altro metodo molto interessante, so- 
prattutto per i risvolti psicologici che sot- 
tintende è quello chiamato deH'auto-modi- 
fica ovvero il programma modifica se stes- 

A parte strani presagi Frankensteiniani 
di macchine che si auto-programmano il 
metodo è molto comodo; occorre natural- 
mente che il programma sia scritto in 
RAM e inoltre, dal momento che dopo 
aver girato é diverso da quello iniziale, 
diventa necessaria una routine che riinizia- 
lizzi il programma ad ogni chiamata (è 
anche possibile che esistano varie routine 
di inizializzazione ad esempio per azzerare 
la prima o la seconda pagina di testo). 

In figura 2 trovate un programma siffat- 
to; vediamolo passo passo: 

la parte da $300 a $30A è il nostro vec- 
chio esempio, è stato solo cambiato il valo- 
re della locazione $301 da 0 in $A0 in modo 
da stampare uno spazio invece della chioc- 
cioletta in inverso, nelle locazioni $305 e 
306 si trova l'indirizzo base che dovrà esse- 
re cambiato di volta in volta in $400, $500, 
$600 e $700. 

Dal momento che gli indirizzi sono scrit- 
ti in due byte divisi tra parte bassa e parte 
alta, e che la parte bassa resta sempre 
uguale a zero, dovremo solo cambiare la 
parte alta (locazione $306) in $4, $5. $6 e $7 
e lanciare ogni volta il programma modifi- 
cato. 

II nostro programma di pulizia di 256 
byte può essere visto ora come sottopro- 
gramma, tanto termina con un RTS, ci 
basta solo realizzare adesso il programma 
principale che inizializza la locazione $306 
al valore desiderato e chiama la subroutine 
$300. 

Il programma principale inizia a $30B. 
Carica in A $4 e lo deposita in $306, poi 
effettua un JSR $300 (Jump to Subroutine) 
poi incrementa $306 e cosi via per quattro 
volte. 

Due cose da notare: avevamo detto che 
non è possibile compiere alcuna operazio- 
ne nelle celle della memoria; come vedete 
questo non era del tutto corretto; è infatti 


64 


MCmicrocomputer 22 


possibile compiere direttamente alcune 
operazioni elementari senza passare per i 
registri del 6502, le operazioni possibili so- 
no ASL, BIT, DEC, INC, LSR, ROL e 
ROR il cui significato lo trovate nella ta- 



bella 1 della scorsa puntata (della BIT par- 
leremo alla prima occasione). 

La seconda nota riguarda il fatto che in 
$322 è stato usato un JMP (salto brutale) 
invece di un JSR, questo consente di utiliz- 
zare l’RTS della subroutine come chiusura 
anche del programma principale rispar- 
miando un byte in memoria e senza carica- 
re lo stack con un indirizzo di ritorno inuti- 
le. 

In figura 3 trovate un altro esempio di 
programma automodificante che utilizza il 
registro Y per contare i quattro cicli. In 
pratica sono due cicli FOR-NEXT nidifi- 
cati; quello esterno gestito dal registro Y e 
quello interno dal registro X. 

La pagina zero 

Le 65536 celle di memoria del computer 
possono essere viste come 256 pagine di 
256 locazioni ciascuna. Una pagina è com- 
posta da tutte quelle locazioni che hanno il 
byte alto dell’indirizzo uguale: perciò le 
locazioni da 2000 a 20FF appartengono 
alla pagina 20 quelle da $400 a $4FF alla 
pagina 4 e via di seguito. Useremo spesso il 
concetto di pagina per indicare banchi di 
memoria da 256 byte. 

Una pagina in particolare si distingue 
dalle altre per le sue proprietà: la Pagina 
Zero. È composta ovviamente dalle prime 
256 locazioni di memoria e va da $0000 a 
$00FF. 

La sua particolarità sta nel fatto che le 
sue celle possono essere indirizzate comu- 
nicando al microprocessore solo la parte 
bassa deH'indirizzo, risparmiando cosi un 
byte nell’istruzione ed accelerando inoltre 
il calcolo degli indirizzi da parte del micro- 


processore. Di quasi tutte le istruzioni esi- 
ste la versione Zero-Page. Di solito la pagi- 
na zero viene usata per immagazzinare dati 
temporanei che devono essere usati molto 
spesso in modo da facilitarne l’accesso al 
6502. 

Lo Stack 

Una seconda pagina assume particolare 
importanza proprio per come è stato rea- 
lizzato internamente il 6502; la pagina uno. 
Qui è collocato infatti lo Stack del micro- 
processore. 

Lo Stack va visto come una pila di regi- 
stri a otto bit in cui sia possibile l’accesso 
solo all'ultimo dato inserito. 

Un classico esempio di Stack è quello 
spillone in cui i bottegai infilavano un tem- 
po i conti in sospeso; per leggere il foglietto 
"infilzato" per primo occorreva sfilare pri- 
ma tutti quelli che gli stavano sopra. Pro- 
prio per questo sono sufficienti solo due 
comandi per la gestione dello stack: uno 
per depositare qualcosa sopra la pila e un 
altro per prelevare ciò che si trova in cima 
alla pila. 

Lo Stack serve al microprocessore per 


0300- 

0302- 

0304- 

0307- 

0309- 

030C- 

030D- 

030F- 


0313— 

0315— 


A9 Al LDA 
AO 04 LDY 
8C OB 03 STY 
A2 00 LDX 
90 00 08 STA 
CA DEX 
DO FA BNE 
EE OB 03 INC 
88 DEY 
DO F2 BNE 
60 RTS 


USAI 
#*04 
*030B 
#*00 
*0800, X 


Figura 3 - Esempio 


t-NEXT nidificali. 


due istruzioni che permettono di trasferire 
S in X e viceversa. Notate come sia como- 
do leggere una cella dello stack avendo in 
X il puntatore (LDA $100,X). 

I salti incondizionati 

Esistono solo due tipi di salto brutale nel 
6502: il JMP (GOTO) e il JSR (GOSUB). Il 
JMP può essere immediato, per esempio 
J M P $0300 che equivale a un GOTO 300, o 
indiretto, per esempio JMP ($300) che si- 
gnifica salta alla locazione che c'è scritta in 
$300, $301 (ricordate che gli indirizzi sono 
sempre scritti con la parte bassa che prece- 
de quella alta; per cui se in $300 leggiamo 
$10 e in $301, $AF, il salto sarà a $AF10 e 
non a S10AF). 

Il JSR è sempre immediato ma è possibi- 
le alterare il flusso delle subroutine interve- 
nendo sullo Stack (ma ci vuole una certa 
esperienza!). 

Nel programma di figura 2 abbiamo già 
visto il normale uso dei salti, del resto non 
c’è niente di diverso dai GOTO e GOSUB 
del Basic. 

/ salti condizionati 

Nel primo programma che abbiamo fat- 
to ci siamo serviti di un tipo di salto condi- 
zionato (del resto non esiste quasi nessun 
programma in cui non si debba prendere 
alcuna decisione). Diamo ora una occhiata 
veloce agli altri tipi di salto tanto per sape- 
re che esistono. 

Come ricorderete i salti condizionati, o 
Branch, fanno riferimento al contenuto dei 
fiag del registro P, in particolare ai flag 
7, 6, 1,0. 

Al fiag 7 (risultato negativo cioè mag- 
giore di 127) fanno riferimento i due BPL e 
BMI rispettivamente salta per positivo 


0305- 18 


ABCDEFGH I J KLMNOPGRSTUVW X YZ 


*300L 

0300- 

0302- 

0303- 

0306- 

0307 - 

030B- 


JSR SFDED 


depositarvi gli indirizzi di ritorno dalla sub- 
routine, ma può essere contemporanea- 
mente usato dal programmatore a patto di 
togliere sempre tutto quello che ci si è mes- 
so prima di effettuare un RTS. Un registro 
interno del 6502 punta sempre al dato più 
recente dello Stack e viene chiamato regi- 
stro S. Dato che abbiamo detto che Io 
Stack si trova in pagina uno il registro S 
basta che sia a otto bit; questo da un canto 
facilita la gestione da programma dello 
Stack, dall’altro limita lo Stack a 256 loca- 
zioni e lo vincola alla pagina uno. Esistono 


(Plus) e salta per negativo (Minus). 

Al fiag 6 (overflow ovvero riporto erra- 
to) corrispondono i BVC e BVS; salta per 
fiag di overflow 0 (Clear) o 1 (Set). 

Il flag uno lo abbiamo già conosciuto e 
controlla la “zericità” grazie ai BNE e 
BEQ. 

Il fiag 0 è uno dei più usati e permette di 
controllare il Carry cioè il riporto e il pre- 
stito nelle operazioni aritmetiche o il risul- 
tato dei confronti tra dati. Vediamo subito 
questo utilizzo che è uno dei più comuni. 

Problema: vogliamo scrivere sullo scher- 


MCmicrocomputer 22 


65 




TABELLA DEI CODICI ASCII-VIDEO 

Inverse 

Flash ing 

(Conuoll 


No 

mal 


ILowe 

case) 

Decimai 

e 

16 

32 

48 

64 

se 

96 

112 

128 

144 

160 

176 

192 

268 

'224 

240 

He» 

see 

sie 

S20 

S30 

S40 

S50 

S60 

S70 

S80 

S90 

SA0 

SB0 

SC0 

SD0 

SE0 

SF0 

e se 

@ 

P 


0 

@ 

P 


0 

@ 

P 


0 

@ 

P 


0 

1 SI 

A 

Q 

! 

1 

A 

Q 

! 

1 

A 

Q 

! 

1 

A 

0 

! 

1 

2S2 

B 

R 


2 

B 

R 


2 

B 

R 


2 

B 

R 


2 

3 S3 

C 

S 

# 

3 

C 

S 

# 

3 

C 

S 

# 

3 

C 

S 

# 

3 

« SI 

D 

T 

S 

4 

D 

T 

$ 

4 

D 

T 

$ 

4 

D 

T 

S 

4 

5S5 

E 

U 

% 

5 

E 

U 

% 

5 

E 

U 

% 

5 

E 

U 

% 

5 

6S6 

F 

V 

& 

6 

F 

V 

& 

6 

F 

V 

& 

6 

F 

V 

& 

6 

7S7 

G 

w 


7 

G 

w 


7 

G 

w 


7 

G 

w 


7 

8 SS 

H 

X 

( 

8 

H 

X 

( 

8 

H 

X 

( 

8 

H 

X 

( 

8 

9 S9 

I 

Y 

) 

9 

1 

Y 

) 

9 

I 

Y 

) 

9 

1 

Y 

) 

9 

16 SA 

J 

Z 



J 

z 



J 

Z 



J 

Z 



Il SB 

K 

I 

+ 


K 

l 

+ 


K 

l 

+ 


K 

I 

+ 


12 SC 

L 

\ 


< 

L 

\ 


< 

L 

\ 


< 

L 

\ 


< 

13 SD 

M 

1 

- 

= 

M 

1 

- 

- 

M 

1 

- 

= 

M 

1 

- 

- 

14 SE 

N 



> 

N 



> 

N 



> 

N 



> 

15 SF 

O 


/ 

1 

0 


/ 

? 

0 


/ 

1 

0 


/ 

? 


Tabella dei codici decimali ed esadecimali che caricali nelle locazioni della memoria video, che va da $ 400 1 10241 a S7FF 12047). consenlono la generazione dei cavalieri 
alfanumerici e dei simboli speciali sia in normale che in inverso o in lampeggiarne. Da notare che i cara neri della colonna CONTROL sono invisibili e che quelli della colonna 
LOWERCASF. vengono sostituiti dalle lettere minuscole e accentate quando si monti la eprom Apple Minus. 


mo tutte le lettere maiuscole dell'alfabeto. 

Dati: la routine che stampa un carattere 
sul video alla posizione corrente del curso- 
re è la SFDED, il codice video relativo 
deve essere contenuto in A. Il codice della 
A è SCI quello della Z é SDA. 

Tutto il programma si riduce a caricare 
in A SCI . effettuare un JSR a FDED incre- 
mentare A di uno, controllare se è maggio- 
re di SDA e continuare o finire a seconda 
del risultato del confronto. 

Scriviamo il programma passo passo: 

1) carichiamo in A il primo codice da 
stampare che è SCI (lettera a maiuscola in 
Normal come risulta dalla tabella dei codi- 
ci video dell'Apple che si trova a pagina 15 
del Reference Manual). Utilizziamo la no- 
ta LDA # dato. 

2) Effettuiamo un GOSUB alla COUT 
del Monitor. La COUT è la routine che si 
occupa di depositare il contenuto dell'ac- 
cumulatore nella posizione attuale del cur- 
sore. incrementa poi il cursore e controlla i 
margini dello schermo effettuando even- 
tualmente lo scrolling del video. Il suo indi- 
rizzo é FDED (vedi figura 1 della scorsa 
puntata). 

3) A questo punto occorre incrementare 
di uno l'accumulatore; purtroppo non esi- 
ste nel 6502 una istruzione che permetta di 
farlo cosi come per la INX o la INC. Siamo 
costretti ad usare l'istruzione di somma! 
La ADC effettua però la somma di tre dati: 
il contenuto dell'accumulatore, il dato (im- 
mediato o in memoria) e il CARRY. Dal 
momento che non sappiamo cosa contiene 


il CARRY é sempre meglio azzerarlo pri- 
ma di effettuare una somma (mentre do- 
vremo sempre settario prima di una sottra- 
zione!). Quindi CLC (clear Carry) poi 
ADC #$01 (somma 1 ad A). 

4) Controlliamo adesso se abbiamo su- 
perato la lettera zeta (codice SDA). L'i- 
struzione CMP confronta un dato, che co- 
me al solito può essere il contenuto di una 
locazione di memoria indirizzato in vari 
modi o proprio il numero che segue l'istru- 
zione, con il contenuto dell'accumulatore. 
In pratica esegue una sottrazione tra A ed 
il dato, il risultato va perso ma vengono 
aggiornati in conseguenza i flag N,Z e C. 
Se A è < del Dato la sottrazione ha neces- 
sitato di prestito dal Carry che quindi va a 
zero, se A = Dato allora il flag Z passa ad 
uno per segnalarci il risultato di zero, se 
A > Dato allora il Carry resta settato 
(uno). Il programma diventa quindi CMP 
#$DB e BCC. 

5) Fine del programma in caso di Carry 
Settato: RTS. 

In figura 4 trovate il disassemblato del 
programma che stampa le lettere dell'alfa- 
beto. 

La figura 5 mostra un altro modo di 
ottenere lo stesso risultato senza utilizzare 
la "pesante" ADC. 

In questo caso è stato però necessario 
utilizzare il registro X che viene incremen- 
tato con la comoda INX e trasferito in A 
con TX A (transfer X - > A) prima del salto 
alla COUT. Come potete notare dall'Indi- 
rizzo dell'RTS questo programma è più 


corto di un Byte ed é anche più veloce, ma 
impegna un registro in più e questo a volte 
potrebbe impedirne l'uso. 

Conclusioni 


In questa puntata abbiamo imparato al- 
tre cose interessanti, ma ricordiamo che in 
questa serie di articoli non dovete cercare 
soluzioni di particolari problemi quanto 
piuttosto metodologie di lavoro. 

Si tratta di apprendere un linguaggio 
nuovo e di trovare altre soluzioni a vecchi 
problemi. 

Come avrete visto, in quasi tutti gli 
esempi non esiste un solo modo di fare le 
cose e non ne esiste, o non sempre, nemme- 
no uno che sia più o meno buono di un 
altro, tutto dipende dal bisogno del mo- 
mento. 

Per esempio i programmi più veloci oc- 
cupano in genere più memoria degli altri 
mentre un programma ottimizzato in ter- 
mini di spazio richiede spesso molte più 
risorse esterne e impiega in esecuzione 
molto più tempo. 

Un tipico esempio lo presenteremo la 
prossima volta con un programma che pu- 
lisce lo schermo in alta risoluzione in soli 
42 millesimi di secondo. 

Intanto continuiamo ad invitarvi a non 
limitarvi a copiare gli esempi riportati ma a 
provare a modificarli o adattarli ad altri 
usi magari banali ma che vi possano servire 
nel vostro futuro di programmatori in lin- 
guaggio macchina. MC 


66 


MCmicrocompuIer 22 


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I SEGRETI DELTI 99/4A . 


Questa volta parleremo de! set di istruzioni grafiche implementa- 
te de! Basic de! TI 99. 

A vendo notato che molte delle lettere giunte in redazione lamen- 
tano la mancanza di chiarezza del manuale fornito a corredo della 
consolle, abbiamo deciso di dedicare alcune puntate di questa rubri- 
ca all'esposizione in modo più organico e soprattutto privo di errori 
(numerosi nel testo in questione) delle istruzioni che possono dare 
problemi di interpretazione. Analizzeremo in questa puntata anche 
i comandi grafici disponibili nel modulo SSS Extended Basic in 
modo da darvi gli elementi necessari per farvi una chiara idea sulla 
opportunità o meno di espandere la vostra consolle con questo 
linguaggio esteso; tenete presente però che le possibilità aggiuntive 
non si limitano alla gestione delle capacità grafiche. 

Prima di cominciare dobbiamo rettificare (in parte) quanto 
scritto su MC n. 20 a riguardo degli operatori logici OR e AND. 


OR, AND e NOT 


II TI 99 assegna ad una espressione relazionale falsa lo 0 (e fin 
qui ci siamo anche se per un errore tipografico nell’articolo 
suddetto lo 0 è diventato una o), ma -1 ad una vera (e non 1). 
Alcuni linguaggi Basic utilizzano l'unità positiva come indicatore 
di condizione verificata, quello implementato nel Texas invece 
preferisce quella negativa; quindi se provate a digitare PRINT 1 
<2 otterrete il valore - 1 , se invece scrivete PRINT 1 > 2 otterrete 
il valore 0. 

Il lettore Andrea Capasso di Roma ci ha segnalato ultimamen- 
te il modo di aggiungere anche la funzione NOT e pertanto 
riteniamo opportuno riepilogare brevemente tutta la questione. 

Il TI-Basic non permette le operazioni logiche OR, AND e 
NOT e quindi non è possibile inserire più di un confronto sulla 
stessa linea di programma con conseguente appesantimento di 
quest'ultimo. Se però noi racchiudiamo i singoli confronti tra 
parentesi, potremo usare gli operatori matematici *e + al posto 
di quelli logici AND e OR. Questo perché ad ogni sezione del 
confronto multiplo (composta da una coppia di parentesi e dalla 
espressione relazionale in essa contenuta) viene assegnato il valo- 
re 0 in caso di esito negativo del confronto e -1 in caso positivo. 
Esiste però un problema che, come scrive Capasso, potrebbe 
portare a dei risultati che farebbero rivoltare nella tomba il 
povero Boole; finché all'interno di un confronto multiplo impie- 
ghiamo solo AND (*) o OR ( + ) tutto fila liscio, ma quando 
capita di dover usare i due operatori contemporaneamente esiste 
la possibilità di ottenere risultati completamente sballati. Ad 
esempio l’espressione ( 1 < 10) + (2 < 1 0) * (3 < 10) è evidente- 
mente vera, mentre invece il risultato sarà 0 (falso) poiché (-1)4- 
(-1) * (-1) = (-1) + (4- 1) = 0; fate quindi attenzione. In realtà 
esisterebbe più di un modo per portare le cose alla normalità, ma 
francamente pensiamo che alla fine le complicazioni sarebbero 
maggiori dei vantaggi e quindi in casi dubbi consigliamo di 
evitare l’uso del confronto multiplo sulla stessa riga. 

Infine, per ottenere la funzione NOT, sarà sufficiente imple- 
mentarla tramite l’istruzione DEF NOT(X) = X = 0 che, sebbene 
appaia alquanto bizzarra, in realtà assolve egregiamente il suo 
compito; notare che il secondo segno di uguaglianza è un opera- 
tore relazionale e non di assegnazione. 

Il TI 99 e la grafica del Basic 

Il TI 99 divide lo schermo del vostro televisore (o monitor) in 
49.152 punti disposti in modo da formare un rettangolo compo- 
sto da una matrice di 256 x 192. A sua volta questa matrice viene 
suddivisa in gruppi di 64 Pixel, corrispondenti ad un carattere di 
8x8 punti; ne consegue il fatto che avremo la possibilità di 
visualizzare contemporaneamente 768 caratteri disposti in un 


reticolato fittizio di 32 colonne per 24 righe. Tali caratteri vengo- 
no identificati da un numero compreso tra 0 e 255 corrispondente 
al codice ASCII (American Standard Code for Interchange In- 
formation) ad essi attribuito, ma in pratica quelli realmente 
utilizzabili sono 128 dal momento che solo i codici da 32 a 159 
possono essere definiti dall’utilizzatore. 

I codici da 32 a 126 sono quelli standard rappresentanti i 
numeri, le lettere maiuscole e minuscole nonché i segni speciali; 
tali caratteri possono solo essere ridefiniti all’interno di un pro- 
gramma tramite l’istruzione CALL CHAR. mentre al suo termi- 
ne vengono automaticamente riportati al loro Pattern originale. 

I codici da 127 a 159 invece possono essere ridefiniti anche 
direttamente da tastiera e conservano le loro caratteristiche fino a 
quando non si decide di apportar loro delle variazioni o di 
spegnere la consolle. 

Una informazione che non viene riportata da nessuna parte e 
che abbiamo scoperto casualmente è quella riguardante i caratte- 
ri 128 e 129 (ottenibili tramite CTRL(,) e CTRL(A) rispettiva- 
mente): se all’interno del vostro programma é previsto l’impiego 
del registratore a cassette, evitate accuratamente di usarli dal 
momento che l’interfaccia registratore li utilizza per il suo funzio- 
namento e che quindi ne- cambia i valori ad ogni operazione di 
I/O da nastro. Per prova accendete il TI 99 (o, se già acceso, 
resettatelo tramite QUIT) e digitate CTRL(,) e CTRL(A ), quindi 
premete ENTER; sul video apparirà BAD NAME, non fateci 
caso e battete OLD CSI: in corrispondenza delle posizioni dello 
schermo nelle quali abbiamo inserito i codici 128 e 129 saranno 
visualizzati dei simboli strani che se a noi non dicono niente, per 
l’interfaccia registratore hanno invece un ben preciso significato. 

Da notare inoltre che, contrariamente a quanto specificato sul 
manuale, il codice ASCII 127 (FCTN(V)) non viene resettato a 
programma ultimato. Come avrete visto è possibile anche ottene- 
re i caratteri 127 e 128 sul video tramite una pressione simultanea 
del tasto CTRL e FCTN con un altro; ci siamo resi conto che 
l'argomento “uso della tastiera" è alquanto ingarbugliato sul 
manuale, per non parlare della istruzione CALL KEY che, a 
causa delle numerose varianti ottenibili, è forse quella più difficile 
da interpretare all'interno del TI-Basic; la prossima puntata di "I 
segreti del TI 99/4A" sarà pertanto dedicata interamente a tale 
argomento. 

L’istruzione CALL CHAR 


Il formato è: CALL CHAR (A,A$) dove A rappresenta il 
nome di una variabile contenente un numero compreso tra 32 e 
159, oppure direttamente tale valore; A$ invece è il nome di una 
variabile di stringa precedentemente definita con una serie di 
codici esadecimaii ( 1 6 ) indicanti, tramite una codificazione, quali 
punti del carattere devono essere accesi e quali spenti, oppure 
direttamente tale stringa esadecimale racchiusa tra virgolette. 

È il caso di soffermarsi un attimo sul concetto di punto acceso 
o spento poiché tale definizione è errata da un punto di vista 
formale. Normalmente indichiamo come acceso un punto lumi- 
noso, ossia più chiaro di quelli che gli sono attorno, ma in realtà 
nel dichiarare la CALL CHAR noi potremo ottenere dei punti 
accesi che otticamente sono più scuri degli altri dello stesso 
carattere. Sarà quindi più corretto dire che i Pixel indicati come 
ON assumeranno il colore di FOREGROUND dell'eventuale 
CALL COLOR ad essi relativo, mentre quelli OFF il colore di 
BACKGROUND, tenendo presente che quelst’ultimo può ov- 
viamente, essere più chiaro del precedente. 

La funzione dell’istruzione CALL CHAR è quella di program- 
mare l’aspetto grafico di un determinato carattere e quindi di una 
porzione dello schermo composta da 64 punti; volendo variare 
uno solo di questi Pixel, dovremo abbligatoriamente ridefinire gli 
altri 63 anche se non avremo apportato loro nessuna modifica. 


MCmicrocomputer 22 



/ segreti , 


Le istruzioni CALL VCHAR e CALL HCHAR 


L'istruzione CALL CHAR non provoca nessun effetto imme- 
diato sullo schermo in quanto è un comando di assegnazione e 
non di esecuzione. Per visualizzare il nuovo carattere definito 
oppure quello assegnato “d'ufficio" dal TI-Basic (lettere, numeri, 
segni speciali), occorre impiegare l'istruzione CALL VCHAR o 
la sua equivalente HCHAR che si differenzia dalla prima per il 
fatto che, in caso di uso del parametro di ripetizione, otterremo 
un avanzamento in senso orizzontale anziché verticale. 11 forma- 
to è: CALL VCHAR (A, B, C, D) dove A e B rappresentano 
rispettivamente le variabili contenenti il numero di riga e di 
colonna in cui si vuole visualizzare il carattere indicato nella 
variabile C per un numero di volte pari a D in senso verticale o 
orizzontale (CALL HCHAR); quest’ultimo è un parametro fa- 
coltativo e non è necessario nel caso si voglia mostrare un solo 
carattere. Ovviamente al posto delle variabili si possono inserire 
direttamente i valori numerici relativi. 


1.0 REM - INDIRIZZAMENTO SINGOLO PUNTO - 
20 CALL CLEAR 
30 OPTION BASE 1 

40 DIM MOT (8, 8) , SCHERMO* ( 121 ), BIN* ( 16> 

50 ESA*="0123456783ABCDEF" 

60 FOR J=1 TO 121 

70 SCHERMO* ( J ) = " 0000000000000000 " 

80 COLL CH0R(J+32, “0") 

90 NEXT J 
100 K=33 

110 FOR R=8 TO 18 
120 FOR C=ll TO 21 
130 CALL HCHAR ( R, C, K, 1) 

140 K=K+1 

150 NEXT C 

160 NEXT R 

170 FOR J=1 TO 16 

180 READ BIN*(J) 

190 NEXT J 

200 DOTO 0000,0001,0010,0011,0100,0101,0110,0111 
210 DATO 1000,1001,1010,1011.1100,1101,1110,1111 
220 X=1 
230 Y=1 

240 C=INT( <X+7>/8) 

250 IX=X-< (C-i>*8> 

260 R=INT< <Y+7)/B> 

270 IY=Y— < (R-l>*8> 

280 K=32+C+11*(R-1> 

290 FOR J=1 TO 16 

300 L=P0S (ESA*, SEG* (SCHERMO* (K-32) , J, 1 ) , 1 ) 

310 FOR M=1 TO 4 
320 E=INT< (J+l)/2) 

330 F=M+4* ( J- ( 2* I NT ( ( J-l ) /2) ) - 1 ) 

340 MAT (E, F) =VAL (SEG* (BIN* (L) , M, 1 ) ) 

350 NEXT M 
360 NEXT J 
370 MAT ( I Y, I X > = 1 
380 A*=" " 

390 FOR RI=1 TO 8 

400 FOR COI TO 5 STEP 4 

410 A*=A*&SEG*(ESA*, (MAT (RI, CO) *8+MAT < RI, CO+1 ) 
«4+MAT (RI, CO+2 > «2+MAT (RI, CO+3) + 1 ) , 1 > 

420 NEXT CO 
430 NEXT RI 
440 SCHERMO* (K-32) =A* 

450 CALL CHAR (K, A*) 

460 X=X+1 
470 Y=Y+1 

480 IF X) 88 THEN 500 
490 GOTO 240 
500 END 


A pagina 77 del manuale in nostro possesso (non sappiamo 
però se ne siano state fatte ristampe più aggiornate) si dichiara 
che: "Poiché le colonne 1 . 2, 3 1 e 32 non si vedono sul video, 
potete usare solo numeri di colonna da 3 a 30”, il che non 
corrisponde, come è facilmente verificabile, a verità dal momento 
che sono perfettamente visualizzate tutte le 32 colonne. Per colo- 
ro che hanno notato uno spostamento a sinistra del quadro 
(presente anche nell'utilizzazione di un monitor) diremo che 
invece non c’è nulla da fare a causa dei diversi sincronismi video 
americani ed europei e che non è colpa di una cattiva taratura del 
modulatore Pai; sconsigliamo vivamente di tentare di portare le 
cose alla normalità operando sui comandi del TV: otterreste solo 
una deformazione deH'immagine. 

L’istruzione CALL GCHAR 


Il formato è: CALL GCHAR (A, B. C) dove A e B sono le 
variabli destinate a contenere i valori delle coordinate (riga e 
colonna) dello schermo nella cui posizione si vuole sapere quale 
carattere sia attualmente visualizzato; nella variabile C infatti 
avremo il codice del carattere ASCII corrispondente alla riga A. 
colonna B. 

Alcuni lettori ci hanno scritto chiedendo quale possa essere la 
reale utilità di questa istruzione; la risposta è semplice: enorme, 
specialmente nei programmi di giochi in cui spesso occorre poter 
controllare la presenza o meno di un determinato carattere (per 
esempio quello rappresentante un proiettile) in una determinata 
posizione dello schermo (per es. il bersaglio). Inoltre, se essa non 
fosse stata presente, non sarebbe stato possibile realizzare la 
subroutine ACCEPT AT (vedi MC n. 20) e neanche il program- 
ma presentato questo mese nella rubrica software TI 99/4A se 
non complicando notevolmente le cose. In effetti dovete immagi- 
nare lo schermo come una matrice bidimensionale di 24 x 32 
elementi, ognuno dei quali contiene il codice del carattere rappre- 
sentato nella posizione corrispondente; l'istruzione CALL 
GCHAR vi permette di conoscere tale codice in ogni momento 
del programma. 

Le istruzioni^ CALL COLOR e CALL SCREEN 

Nel TI 99 abbiamo a disposizione 16 colori diversi con i quali è 
possibile ottenere numerose combinazioni di accoppiamento tra 
disegni e sfondi. L'istruzione CALL SCREEN, seguita da un 
numero da I a 16 posto tra parentesi, permette di specificare 
quale deve essere il colore (indicato da tale numero) assegnato 
allo schermo nei punti in cui esso risulta vuoto, ossia dove non è 
presente nessun carattere. Normalmente il video assume il colore 
viola (codice 8), mentre durante l’esecuzione di un programma 
prende il verde chiaro (codice 4). 

Il formato dell'istruzione CALL COLOR invece è: CALL 
COLOR (A,B,C), dove A rappresenta il numero dell'insieme di 
caratteri da ridefinire dal punto di vista cromatico con la tinta di 
FOREGROUND indicata da B e di BACKGROUND indicata 
da C. 

I codici ASCII sono divisi in 16 gruppi di 8 caratteri ciascuno, 
perciò se vorremo cambiare l’assegnazione dei colori di un deter- 
minato carattere, automaticamente dovremo influenzare nello 
stesso modo gli altri appartenenti allo stesso insieme. 

Indirizzamento del singolo punto 

Come vi abbiamo preannunciato la volta scorsa, esiste il modo 
di indirizzare il singolo Pixel sul video tramite il TI-Basic. Vi 
presentiamo pertanto il listato di un piccolo programmino dimo- 
strativo, precisando però che il suo interesse è, a nostro avviso, 
più accademico che pratico dal momento che il gran numero di 


MCmicrocomputer 22 


1 


passaggi e di calcoli necessari per il suo funzionamento porta ad 
un allungamento dei tempi di tracciatura a livelli a dir poco 
esasperanti. 11 principio di funzionamento del programma pre- 
sentato è alquanto contorto, proveremo comunque a spiegarlo 
nel miglior modo possibile; non é escluso inoltre che è presumibil- 
mente possibile ottimizzarlo. Se qualcuno di voi lettori è in grado 
di farlo ci tenga al corrente, tenendo presente però che devono 
essere soddisfatti i seguenti requisiti: 

1 ) I punti da accendere devono essere individuati da coordinate 
(X.Y). 

2) I punti devono essere accessibili senza soluzione di continuità, 
ossia uno di seguito all'altro, senza salti o interruzioni. 

3) 11 plottaggio di un punto all'interno di un carattere non deve 
distruggere o falsare l'informazione che vi era precedentemente 
memorizzata. 

Esaminiamo il modo in cui noi abbiamo risolto il problema, 
anche se inevitabilmente con alcune limitazioni pratiche. 

Dal momento che in TI-Basic si hanno a disposizione un 
massimo di 128 codici ridefinibili, non è stato possibile rendere 
grafico tutto lo schermo, ma solo una sua parte costituita da 121 
caratteri disposti in 1 1 righe e in 1 1 colonne in modo da formare 
un quadrato. Le linee da 100 a 160 si occupano di visualizzare 
sullo schermo a partire dalia riga 8, colonna 1 1 i codici da 33 a 1 53 
disposti in righe consecutive. All'inizio del programma tali codici 
vengono definiti come vuoti dalla linea 80 in modo da renderli 
disponibili per costituire l'area grafica ad alta risoluzione. La riga 
40 dimensiona una matrice a due vettori; la prima costituisce una 
zona di lavoro nella quale ogni carattere da modificare verrà 
prima trasferito e quindi variato in base alle coordinate del punto 
da accendere; il vettore alfanumerico SCHERMOS contiene in- 
vece le stringhe esadecimali di definizione della forma di ogni 
carattere nella posizione corrispondente dello schermo, mentre 
BINS i 16 valori binari corrispondenti ai codici esadecimali da 0 a 
F occorrenti per le operazioni di conversione della matrice dei 
caratteri. I valori delle coordinate X e Y possono variare da 1 a 
88, e l'origine (X = 1. Y = I) è disposta nell'angolo in alto a 
sinistra del campo grafico. Vediamo in pratica che cosa accade 
nel caso in cui. per esempio, si voglia accendere il punto di 
coordinate X = 30, Y = 15. 

La linea 240 trasferisce in C il numero della colonna corrispon- 
dente alla coordinata della X, la 250 in IX il valore orizzontale del 
punto aH’intemo della matrice del carattere; le linee 260 e 270 
svolgono la stessa funzione, ma in senso verticale; la linea 280 
assegna a K il codice ASCII del carattere relatico alla posizione 
trovata; nel nostro caso avremo C = 4, IX = 6, R = 2, IX = 7, 
K = 47. Le righe da 290 a 360 caricano nella matrice MAT i 
codici binari corrispondenti alla stringa di definizioni csadecima- 
le della forma del carattere all'interno del quale viene a trovarsi il 
punto da accendere; questa procedura si rende necessaria per 
salvare l'eventuale contenuto del codice senza distruggere l'infor- 
mazione precedente, ma aggiungendovi solo il segno 1 (Pixel ON) 
nelle coordinate IY, IX (linea 370). 

In seguito (righe 380-450) il contenuto della matrice di transito 
cosi modificata viene riconvertita nella stringa esadecimale di 
definizione della forma del carattere; tale stringa viene salvata nel 
vettore SCHERMOS per essere disponibile come base di parten- 
za per una eventuale nuova modifica e assegnata al carattere K 
che sarà visualizzato sullo schermo nella sua nuova forma (450). 
Da notare che non si è reso necessario l’uso dell'istruzione CALL 
HCHAR, poiché i codici sono già visibili sul video e cambiano 
aspetto automaticamente ad ogni nuova assegnazione. 

Il programma presentato, a titolo dimostrativo, disegna una 
linea obliqua composta da 88 punti e con origine nel punto (1,1) 
del quadrato grafico. Le istruzioni da modificare per ottenere 


altri tracciati sono: 220 - 230 - 460 - 470 - 480 - 490. 

Chi volesse implementare tale routine usando l'Extended Ba- 
sic, può semplificarla notevolmente poiché usando l'istruzione 
CALL CHARPAT (vedremo dopo di che si tratta), il vettore 
SCHERMOS e le operazioni ad esso relative non sono più neces- 


Le istruzioni grafiche dell'Extended Basic 

II Basic Esteso contiene un set di istruzioni grafiche notevol- 
mente più potente del TI-Basic; sebbene continui a perdurare (per 
motivi più che altro hardware accennati nella precedente punta- 
ta) l'impossibilità di indirizzare il singolo Pixel, le capacità ag- 
giuntive nel campo della grafica per i giochi sono notevoli. 

Tutte le istruzioni già viste nel TI-Basic sono presenti nell'Ex- 
tended, l'unica variante è che i codici dei caratteri ridefinibili 
vanno da 32 a 143, ossia se ne hanno a disposizone 16 di meno. 

L'istruzione CALL CHARPAT (di cui abbiamo accennato 
prima) permette di ottenere immediatamente la stringa esadeci- 
male di definizione del singolo carattere; ecco perché, nel 
programma di indirizzamento del singolo punto, non si rende più 
necessaria la sua memorizzazione all’interno del vettore SCHER- 
MOS. 

Il grosso vantaggio dell'Extended è di poter impiegare fino a 28 
Sprite in movimento continuo sullo schermo e di poterne defini- 
re: la forma, il colore, la grandezza (singola o doppia), la direzio- 
ne e la velocità del movimento. Per chi non lo sapesse, uno Sprite 
è un carattere grafico che si muove sullo schermo in modo 
continuo con direzione e velocità variabili a seconda dei suoi 
parametri di definizione; può assumere uno qualsiasi dei 16 colori 
disponibili ed è completamente autonomo, una volta creato, 
rispetto all'esecuzione del programma. 

L’istruzione CALL COINC permette di rilevare la sovrapposi- 
zione sullo schermo di due Sprite entro una zona di tolleranza 
specificata da un apposito parametro oppure la coincidenza di 
uno Sprite con un determinato punto del video. Per mezzo del- 
l'istruzione CALL DISTANCE invece si ottiene la distanza (ele- 
vata al quadrato) che separa uno Sprite da un altro o da un punto 
dello schermo. Il posizionamento degli Sprite avviene al momen- 
to della loro creazione con la CALL SPRITE tramite i parametri 
di riga e di colonna (da 1 a 192 e da 1 a 256) oppure successiva- 
mente tramite la CALL LOCATE; la loro posizione attuale può 
essere rilevata in ogni momento durante l’esecuzione del pro- 
gramma tramite la CALL POSITION. 

Per concludere questa rapida carrellata sulle istruzioni grafi- 
che potenziate del Basic Esteso parleremo della CALL MA- 
GNIFY che, come intuibile dal nome, permette, tramite le sue 
quattro opzioni possibili, di ottenere: 1 ) lo Sprite nella sua rap- 
presentazione normale di un carattere; 2) lo Sprite di dimensioni 
doppie, ossia lo stesso Pattern occupante quattro caratteri posti a 
quadrato anziché uno; 3) lo Sprite di quattro caratteri, ma ognu- 
no definito in modo diverso; 4) come l'opzione 3 ma di dimensio- 
ni doppie, ossia lo Sprite occupa 16 caratteri disposti 4x4. 

Bisogna rilevare che. per mezzo di tali istruzioni e con un po' di 
bravura è possibile creare dei programmi di giochi che ben poco 
hanno da invidiare a quelli commerciali pur senza andarsi ad 
impelagare nelle difficoltà del linguaggio Assembler. A questo 
proposito siamo incerti se sia il caso o meno di pubblicare (nella 
rubrica di software) dei programmi in Extended poiché non 
vorremmo che, per accontentare i possessori di tale linguaggio, 
scontentassimo invece chi ne è privo. Gradiremmo pertanto che 
foste voi, tramite le vostre richieste ed i vostri contributi, ad 
indicarci la strada da seguire. MC 


70 


MCmicrocomputer 22 






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Shape Tablet 

con la tavoletta grafica di MCmicrocomputer 


L Apple II possiede capacità grafiche che 
in genere vengono sfruttate solo in parte: 
oltre agli ormai "famosi" HGR. HPLOT e 
HPLO T TO. esistono altri comandi BA SIC 
relativi alla grafica, che permettono di ruo- 
tare, traslare e ingrandire istantaneamente 
interi disegni sullo schermo: DRA W, 
XDRAW. ROT e SCALE. 

Il loro uso comporta, tuttavia, alcune dif- 
ficoltà. legate alla memorizzazioine dei dise- 
gni. che devono essere da loro manipolati. 
Con il programma che presentiamo si risol- 
vono gran parte, se non tutti, questi proble- 
mi. anche con l'aiuto della tavoletta grafica 
di MC. 

Con il software fornito con la tavoletta è 
possibile, tra le altre cose, ottenere la ripro- 
duzione di una parte di un disegno, detta 
"window"; questa finestra può essere ri- 
prodotta in negativo, oppure in modo EX- 
OR. e ancora a tutto pieno, oppure traspa- 
rente. ma non è possibile eseguirne una 
rotazione o un ingrandimento. Bisogna, a 


questo punto, far riferimento al 
tolo del Reference Manual dell'Apple, 
capire come possono essere memorizzati 
quelli che vengono chiamati "Profili Grafi- 
ci ad alta Risolvenza”, che altro non sono 
che disegni, sagome o ideogrammi. Tutta 
la serie di profili o Shape viene archiviata 
in una tabella, dalla quale possiamo istan- 
taneamente riottenere il disegno che ci in- 
teressa. 

Entriamo un po' più nel dettaglio; suppo- 
niamo di voler archiviare una figura simile 
alla "M” di MCmicrocomputer. Quello che 
dobbiamo fare è disegnarla sulla carta mil- 
limetrata, avendo cura di approssimare le 
linee diagonali con movimenti scalettati a 
90 gradi. Alla fine, svolgiamo il tutto in 
una serie di vettori di tracciamento, cioè 
nell’insieme delle frecce che indicano le di- 
rezioni della penna 
un determinato pi 
vendosi ad angolo retto, ci sono, 
mente, quattro possibili direzior 


l'alto, il basso, verso destra, sinistra. Ad 
ognuno di questi movimenti viene associa- 
to un numero, ad esempio a quello verso 
l'alto il 4. in codice binario 100, col quale la 
macchina "capisce" ed individua il movi- 
mento da far eseguire al pennello elettroni- 
co. Tutti questi numeri vanno immagazzi- 
nati a gruppi di due e a volte di tre nei byte 




te in poi. Quando il profilo è fi 
Di seguito si può mei 


un secondo profilo, quindi 
via, fino a 256 profilo. Com 
nizio di tutto il vettore bisogna porre alcu- 
ni indicatori: il primo dice quanti sono i 
profili presenti nella tabella; i seguenti in- 
dicano dove inizia il primo profilo, dove il 
secondo e così via. 

Finalmente, dopo aver messo nelle loca- 
zioni 232 e 233 l'indirizzo di partenza della 
tabella dei profili, è possibile usare i già 
detti comandi BASIC. Diventa subito 
chiaro che non è facilmente abbordabile la 
memorizzazione a mano dei vettori di trac- 
ciamento, e che, essendo una operazione 
lunga e ripetitiva, la cosa ideale é farla 
attuare direttamente dall’elaboratore. I 
programmi esistenti sull'argomento rara- 
mente risolvono sufficientemente l'input 
grafico e spesso si è costretti a far riferi- 
mento alla tastiera e più specificamente ai 
tasti 1, J, K, M, per cui risulta impossibile 



MCmicrocomputer 22 


73 


Software Apple 



riuscire a seguire il contorno di un disegno 
complesso, e anche il più volenteroso "arti- 
sta del computer” è costretto a desistere. 

Uso del programma “Shape-Tablet” 

L'hardware richiesto dal programma è 
composto da Apple II Europlus 48K, disk 
drive e tavoletta grafica. 

Si copia il listato, eliminando tutti i 
REM e tutti i passi che non terminino per 
0. Il listato presentato, infatti, è stato al- 
lungato per renderlo più leggibile, ma, cosi 
com'é, andrebbe a finire sulla pagina graf- 
ca numero 1 e l’uso del comando HGR ne 
troncherebbe una parte, rendendolo inser- 
vibile. 

Copiato il programma, lo si salva con 
"SAVE SHAPE-TABLET". Sullo stesso 
disco bisogna salvare anche la routine 


"PADDLE CODE", in linguaggio mac- 
china, per la lettura dei potenziometri della 
tavoletta, presente nel software fornito con 
essa. 

Eseguite queste operazioni una volta per 
tutte, si digita "BLOAD PADDLE .CO- 
DE". seguito da "RUN SHAPE-TA- 
BLET" ed appare sul video il MENU del 
programma con le sue opzioni. Oltre alle 
ovvie possibilità di lettura o scrittura da o 
su dischetto, appaiono due diversi modi di 
definizione di una shape: quello a vettore e 
quello a matrice. Essi rappresentano due 
tipi di profilo dalle caratteristiche e dalle 
possibilità diverse. La shape a vettore è di 
tipo calligrafico; possiamo eseguire cioè 
una serie di linee, alzare la penna ed esegui- 
re un'altra serie di linee, e codificare il tutto 
nelle istruzioni che descrivono il percorso 


eseguito. La shape a matrice è, invece, di 
tipo a mappa; non considera cioè le linee, 
bensi i singoli punti all'intemo di una de- 
terminata porzione di disegno. L'occupa- 
zione di memoria è di gran lunga superiore 
per questo tipo, dato che è necessario ese- 
guire, per ogni riga che compone la fine- 
stra, la codifica del "ritorno carrello" all'i- 
nizio del rigo seguente. Le prestazioni sono* 
pressocehé identiche, con SCALE = 1 , per 
entrambi i tipi di shape, mentre, aumen- 
tando il fattore di ingrandimento, si rendo- 
no evidenti le differenze. Nella shape a 
matrice appare subito quello che potrebbe 
essere chiamato "effetto persiana” che 
consiste nella segmentazione del disegno in 
strisce che, con l'aumentare dell'ingrandi- 
mento, diventano sempre più distanti, ef- 
fetto che può essere utilizzato come tale, 
oppure che può essere annullato ridise- 



74 


MCmicrocomputer 22 







Software Apple 

gnando la shape slittata di un rigo (sull’ar- 
gomento è l'articolo di Bo Amklit, appar- 
so sul n. 1 1 della rivista, a proposito dell'u- 
so dei CARACTER.SET). La shape a vet- 
tore. ad ogni ingrandimento, non fa corri- 
spondere un proporzionale ispessimento 
delle linee, cosa che è possibile ottenere, 
anche stavolta, ridisegnando la stessa sha- 
pe spostandola di fianco e poi verso il bas- 
so. L’uso di uno o dell’altro tipo è dettato 
soprattutto da esigenze pratiche: infatti il 
tipo a matrice è più "ingombrante" e più 
lento, ma é anche più duttile, permettendo 
la codifica dei disegni già esistenti, mentre 
quello a vettore permette di inventare la 
shape disegnandola sullo schermo. 

Ma vediamo come si utilizzano le due 
tecniche nel programma. Usando l’opzio- 
ne "matrice", viene richiesta la scelta tra 
visualizzazione della pagina presente già in 
memoria o il caricamento da disco. Viene 
mostrata, quindi, la pagina di lavoro e su 
di essa appare il cursore lampeggiante col 
quale va indicato il margine superiore sini- 
stro della finestra. Viene poi richiesto il 
margine inferiore destro e, quindi, parte la 
codificazione della window cosi definita. 
Occorre attendere a questo punto un tem- 
po abbastanza lungo, dato che deve essere 
esaminato ogni pixel costituente la porzio- 
ne di immagine. Una serie di beep annun- 
cia la fine del processo di codifica, ed il 
ritorno al menu. La scelta del tipo “a vetto- 
re” fa apparire la pagina grafica di lavoro, 
e viene richiesto se si vuole cancellarla o 
no; questo perché si può aver bisogno di 
lavorare su di una base grafica. Premendo 
soltanto RETURN, non viene cancellato 
nulla ed appare la crocetta del cursore. 


Premendo il pulsante (o lo shift, se si è 
collegato quest'ultimo al piedino n. 4 del 
GAME CONNECTOR). vengono memo- 
rizzate le coordinate del primo punto. 
Muovendo il braccetto della tavoletta, vie- 
ne visualizzato un segmento tra il punto 
memorizzato e quello attuale. Premendo di 
nuovo il pulsante, il segmento si blocca e 
viene memorizzato il nuovo punto. Conti- 
nuando il procedimento, si viene a memo- 
rizzare una spezzata, mentre, se si tiene il 
pulsante premuto, vengono memorizzati 
tutti i movimenti del braccetto, e si può 
disegnare, quindi, anche i 
prima del pulsante, 

“A", il segmento ^ ' 
up". cioè da non disegnare, ( 
il trasferimento della "penna" 
parte isolata del disegno. Terminata la sha- 
pe e memorizzato l'ultimo punto, si preme 
“F”, e poi di nuovo il pulsante. A questo 
punto parte la codifica, al termine della 
quale si ottiene il solito doppio beep. 

Dal menu possiamo ora scegliere l'op- 
zione "SHOW della shape table", che ci 
visualizza tutti i profili con la possibilità di 
spostarli sullo schermo, usando la tavolet- 
ta. Ci viene presentata la prima shape, sen- 
za cancellare lo schermo, cosa che possia- 
mo ottenere premendo “E". Con pos- 
siamo cambiare il numero della shape vi- 
sualizzata e con “P” possiamo bloccarla 
dove vogliamo. Le lettere ”Z” e “S” cam- 
biano la scala della shape, mentre le due 
frecce cambiano l’angolo di rotazione (é 
consigliabile premerle insieme al tasto 
REPT). Con "T” si eliminano o si visualiz- 
zano le quattro righe di testo. "M” fa si che 
si ritorni al menu, dal quale possiamo deci- 


dere di salvare su disco la nostra shape 
table con l'opzione “SA VE”, per la quale 
viene richiesto il nome del File, al quale 
viene anteposto un “SH-” di riconosci- 
mento, e viene eseguito un controllo per 
evitare la distruzione involontaria di una 
shape dallo stesso nome. 

Struttura del programma 


Nel listato si n 
di subroutine che, p 


o l'uso massiccio 
rendendo il pro- 


gramma meno comprensibile e più lento, 
lo snelliscono, avendo esso altrimenti pro- 
blemi di occupazione di memoria. A que- 
saminiamo la mappa della 


$330 a $337 si trova una routine utilizzata 
dal passo 2050 del programma e che viene 
caricata nei passi 2390-2400. 

Da $3B 1 a $3C5 c’è la shape della crocet- 
ta del cursore; da $800 a $1EDD è conte- 
nuto il programma BASIC; da $2000 a 
$3FFF c’è la pagina 1 di lavoro; da $4000 a 
$5FFF c’è lo spazio riservato per la shape 
table da definire: da $6000 in poi ci sono le 
variabili usate dal programma. I dati della 
tavoletta vengono memorizzati in vettori 
di interi, sicché possono essere immagazzi- 
nati fino a 3000 punti. 

Tralasciando tutta la parte gestionale 
(menu, comandi o altro), esaminiamo le 
principali subroutine del programma. 

Dal passo 670 all’810 c’è la routine che 
aggiorna per ogni nuova shape l’indicatore 
del numero e i puntatori, di cui abbiamo 
parlato prima. Una cosa interessante da 
notare è che per gli start delle shape non è 



MCmicrocomputer 22 


75 


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verso l’alto, una verso destra e un ritorno 
verso sinistra per ogni vettore. La 380 - 430 
viene utilizzata quando viene anteposta la 
"A” al pulsante. La 510 - 550 definisce i 
margini della tavoletta per evitare ILLE- 
GAL QUANTITY ERROR. La 1050 - 
1070 pone lo stop della shape. 

Esaminiamo ora quanto accade per la 
shape a matrice. La routine 1750 -1770 
chiede i limiti della finestra, della quale 
comincia la scansione da destra a sinistra e 
dall’alto verso il basso. Di ogni punto vie- 
ne calcolato il byte di appartenenza e da 
2040 a 2090, con la subroutine in linguag- 
gio macchina di S330 (CALL 816), viene 
verificato se il bit, corrispondente a quel 
determinato punto sta a 0 o a 1; nel primo 
caso si codifica solo una freccia non plot- 
tante verso destra mentre nel secondo caso 
la freccia è plottante. Il passo 2120 mette 
una freccia verso il basso alla fine del rigo, 
mentre da 2130 a 2200 viene codificato il 
ritorno carrello con frecce non plottanti 
verso sinistra. Si continua cosi per ogni 
rigo della finestra. 



riabile V 's, n mentre te roÌTneTm 240" <^270, 
con A indicano la pendenza. Le 450 - 500 




76 


MCmicrocomputer 22 




Più grafica 

• 160.000 punti 
(640x250) 

• istruzioni come 
AXES, RANGE, 
CENTRE 

Più espandibilità 

• memoria RAM fino 
a 2 Mbytes 

• unità a floppy 
e CP/M® 


Più software 

• compilatore 
dinamico 
BASIC ANSI 

• screen editor 
completo 
(40/80 colonne) 

• matematica in 
virgola mobile fino 
a 10 cifre 
significative 


Scheda tecnica 

• Memoria RAM di 32 K Bytes 

• Memoria ROM di 29 K Bytes (sistema 
operativo, compilatore Basic, package 
matematico, package grafico. 

screen editor) 

• Display a 16 posizioni incorporato 

• Alimentatore stabilizzato 

• Tastiera professionale completa 

• Attacchi per: 

- doppio registratore a cassette 

- televisore domestico 

- monitor standard 

- stampante RS232 

- RS232/V24 bidirezionale 

- espansioni 


M CROSTAR 


• configurazioni 
multiple 


®CP/M è marchio registrato della 
Digital Research. 


Via Caglierò 17 Showroom 

20125 Milano ViaSirtori13 

t. 02/6887604 20129 Milano 

t. 02/202543 



* A. 


a cura di Paolo Galassetti 


Ordinatore alfabetico 
di nomi e vocaboli 

di Stefano Rossi - Cassimi De Reeelu '// 

Uno dei lavori più scoccianti da compie- 
re al termine di una ricerca, di uno studio 
monografico e di una tesi di laurea è quello 
di ordinare alfabeticamente le voci biblio- 
grafiche: oltre che richiedere tempo, stanca 
molto ed annoia. Tuttavia grazie alle buo- 
ne prestazioni fornite dal modulo X Func- 
tions all'HP-41 C o CV, e grazie a questo 
breve programma è possibile far svolgere 
tutto il lavoro al piccolo "mostro", conser- 
vandoci unicamente la fatica di digitare. 

Il programma, che consta di 30 registri e 
(solamente) di 1 16 passi, é molto facile da 
utilizzare, sufficientemente rapido, ed ol- 
tretutto è molto preciso: il confronto tra il 
nome (o vocabolo) in ingresso e quelli già 
in memoria avviene fino alla 12* lettera 
(dopodiché non esiste alcun ordine priori- 
tario). Il programma crea automaticamen- 
te nel modulo X Functions un file ASCII 
denominato “ORDIN", di 120 registri, ed 
una parola in esso necessaria per ricono- 
scerne la fine (7.7.7. fine file). L'introduzio- 
ne dei nomi avviene su richiesta della cal- 
colatrice, ed ogni termine introdotto viene 
automaticamente posto in ordine alfabeti- 
co. La lunghezza di ogni nome non deve 
superare le 24 lettere, numero peraltro più 
che sufficiente per qualsiasi esigenza: per il 
resto il numero dei nomi, che può essere 
comunque molto elevato, dipende dalla lo- 
ro lunghezza. Terminata la lista dei voca- 
boli, per ottenerla in ordine alfabetico è 
sufficiente premere <- R/S alla nuova ri- 
chiesta di nome. Tutti i sostantivi verranno 


immediatamente stampati nel loro corret- 
to ordine alfabetico e il file “ORDIN" sarà 
automaticamente cancellato dal modulo. 

30 registri 

1 16 passi di programma 

I flag 

richiede: modulo X Functions stampan- 
te (opzionale) 

II programma, concettualmente sempli- 
ce, funziona perfettamente. In pratica il 
riordino avviene inserendo ogni nome di- 
gitato, subito nella giusta posizione secon- 
do l'ordine alfabetico; per far ciò il pro- 


XE8 

*=0R* 

NOME? 


HINC 

RUM 

KEYNES 

RUN 

HORX 

RUN 

CIPOLLA 

RUN 

HIGGINS 

RUN 

MARSHALL 

RUN 

SI RUGO 

RUN 

RUBIN 

RUN 

NEGRI 

RUN 

BE BRUNHOFF 

RUN 

ALTVATER, 

RUN 

HUISKEN 


BOCKES 

RUN 

FETSCHER 

RUN 

KAY 

RUN 

6ARBER 

RUN 

WEBER 

RUN 

SHfiCKLE 

RUN 


RUN 

SlTVATER. 

HUISKEM 

BflRbtR 

CI POLLA 

BE 6RUNH0FF 

BOCKES 

FETSCHER 

HlGGIH.S 

SflY 

KEYHES 

«fiRSHALL 

ItìRX 

HINC 

NEGRI 

RueiN 

SHfiCKLE 

SI RUGO 

WEBER 



gramma si avvale dell'istruzione "1N- 
SREC" del modulo "XFUNCTIONS", 
che di volta in volta inserisce, in un file di 
dati ASCII appositamente creato, il nome 
nella posizione calcolata, spostando in 
avanti tutti i nomi già inseriti che gli succe- 
dono in ordine alfabetico. In pratica, una 
volta introdotti i nomi in questo modo, 
basta stampare tutto il file di nomi cosi 
come è, per ritrovarli già ordinati alfabeti- 
camente. Qualora si sia interessati a lascia- 
re memorizzato il file di nomi ordinati, si 
possono eliminare i passi 109. I IO. e 1 1 1. 
che. una volta stampati i nomi, servono per 
cancellare dalla memoria il file denomina- 
to "ORDIN". Nei programma sono pre- 
senti 4 istruzioni CLA che possono essere 
eliminate (come è già stato visto altre vol- 
te) poiché precedono una istruzione che di 
per sé provvede ad azzerare il registro AL- 
PHA “riscrivendoci" sopra. Tali istruzioni 
da poter eliminare sono: 05 CLA. 08 CLA, 
14 CLA e 109 CLA. Volendo ancora otti- 
mizzare, si può sostituire la sequenza 

35 X=0? 

36 GTO 05 

37 GTO 06 

38 LBL 05 

con la equivalente e più corta 

35 X*0? 

36 GTO 06 


Visic per HP 41 

di Mario Ghedina - Bui-ano 


Ho avuto in più occasioni necessità di 
"trattare" dati con l'HP4I, in particolare 
addizionandoli fra loro per categorie omo- 
genee. 

Poiché i registri da 1 1 a 99 (esclusi quelli 
con seconda cifra zero cioè - 20, 30.. ..90) si 
prestano ad essere visti come una tabella di 
81 caselle, formata da 9 righe e 9 colonne, 
ho spesso affrontato il problema associan- 
do dati omogenei alle caselle (registri) di 
una riga o di una colonna, intendendo che 
la prima cifra di una casella definisce la sua 
appartenenza alla riga e la seconda alla 
colonna. 

Niente impedirebbe naturalmente di 
considerare una tabella con le caselle 10. 
20... 90; in questo caso esisterebbe anche 
una colonna zero. 

Per poter disporre dei totali dei contenu- 
ti di una riga, di una colonna o dell'intera 
tabella, ho sviluppato il programmino 
"VISIC". Esso consente di: 

sommare i dati di una qualsiasi delle 
nove righe che formano la tabella; 
sommare i dati di una qualsiasi delle 
nove colonne; 

sommare i dati di tutta la tabella; 
azzerare un qualunque numero di regi- 
stri consecutivi. 


78 


MCmicrocomputer 22 



Software RPN 

Il programma funziona in questo modo: 

premendo il tasto a cui il programma è 
stato assegnato, o il tasto A se il calcolato- 
re è già posizionato, compare la scritta 
"RIGA?”. Immettendo ad esempio 1, do- 
po circa 3 secondi, compare la scritta “1 
XXXX” cioè il numero della riga seguito 
dal risultato della somma dei contenuti dei 
registri da 11 a 19. Premendo il tasto B 
compare invece la scritta “COLONNA?”. 
Immettendo 7 compare la scritta “7 
XXXX" cioè il numero della colonna se- 
guito dal risultato della somma dei conte- 
nuti dei registri 1 7, 27, 37 ...97. Premendo il 
tasto C, compare la scritta “VISIC" e, do- 
po circa 25 secondi la scritta “TOT. 
XXXX", cioè il totale della somma dei 
contenuti di tutti i registri dall' 11 al 99 
esclusi quelli con seconda cifra zero (20, 30 
... 90). Premendo infine il tasto D, compare 
la scritta "REG. DA A"; rispondendo nel- 
la forma iiifff (inizio/fine) ad esempio 
1 1.019 sarà azzerato il contenuto dei regi- 
stri daini al 19. 

A parte le LBL A, B, C, D il cui significa- 
to è stato già chiarito, le LBL di program- 
ma svolgono le seguenti funzioni: 

Lbl a e Ibi b: perfezionano la parte intera 
del contatore, cosicché risulta definito il 
registro da cui partono le somme; 

Ibi c: ripete la somma di una riga, tante 
volte quante sono le righe, accumulando il 
totale progressivo per la visualizzazione 
alla fine; 

lbl 0 1: perfeziona la parte frazionaria 
del contatore, cosicché risulta definito il 
registro in cui si arrestano le somme, e 
quali registri siano interessati tra la parten- 
za e 1'arrivo; 

Lbl 0 2: insieme alla Ibi 01 , costituisce la 
routine di somma dei vari registri; 

Lbl 0 5: visualizza i risultati. 

Il programma occupa 34 registri di me- 
moria e richiede almeno un modulo di 
espansione. 

I registri “di servizio” usati sono: 

00 - per la memorizzazione del numero 
contatore generato dal programmata per 
l'individuazione dei registri da sommare 
es: riga 1 - 11.01901 
colonna 1-11.09110 

01 - per la memorizzazione del contatore 
che consente di ripetere su ogni riga l’addi- 
zione dei registri per ottenere il totale del- 
l’intera tabella 

02 - per la memorizzazione del progressivo 
dei totali delle righe, fino al totale comples- 
sivo della tabella 

09 - per la memorizzazione di uno spazio 
da utilizzare nella composizione delle scrit- 

10 - per la memorizzazione del numero di 
riga o di colonna 

- per la memorizzazione della scritta TOT. 

Variando i numeri contatori ai passi 3, 
1 0, 38 e 4 1 è possibile, se utile, rimpicciolire 
la tabella. Per esempio se 1.00901 diventa 
1.00701 e 10.07010 diventa 10.09010 avre- 
mo una tabella 7x7. 

Prima di usare il programma è ovvia- 


mente necessario azzerare i registri come 
un CLRG. 

Il nome che l'autore ha dato a questo 
programma è non a caso somigliante a 
“Visicalc” e, seppure lontanamente, ne ri- 
calca il concetto di “tabellone" di elementi 
disposti in ordine. 

Il programma originale proposto dal- 
l’autore è privo dei passi da 94 a 120, che 
costituiscono le routine di “editing” della 
tabella. La LBL E serve per l’immissione 
dei dati; per il suo uso, basta richiamarla 
premendo il tasto “E" (con la macchina in 
modo “USER” e posizionata sul program- 
ma “Visic”) e, alla domanda “RIGA, 
COL.?”, rispondere nella forma r,c (dove r 
è la cifra .che indica la riga e c indica la 
colonna interessata) e premere R/S, la 
macchina chiederà il dato da introdurre 
nella casella cosi selezionata, con la do- 


manda "DATO?”, rispondere e premere 
R/S. Per esaminare il contenuto di una 
casella, premere il tato “J”. la macchina 
chiederà “RIGA, COL.?”, rispondere con 
r,c e premere R/S, sul display verrà visua- 
lizzato il dato desiderato. Da notare i passi 
da 100 a 1 12; essi costituiscono una routine 
di controllo che rifiuta per r,c valori che 
abbiano r o c minori di 1 o maggiori di 9. 
Cosi anche la routine costituita dai passi 
da 57 a 64, rifiuta indirizzi di inizio e fine 
della cancellazione dei registri, rispettiva- 
mente minori di 1 1 e maggiori di 99. 

Anche se può sembrare superfluo, è be- 
ne ricordare che questo programma asse- 
gna a ciascun registro utilizzato, la riga 
pari alla cifra delle decine del suo indirizzo 
e la colonna pari alla cifra delle unità; per 
esempio, il registro R36 è quello relativo al 
dato posizionato nella terza riga, sesta co- 
lonna. mc 



Numeri pseudocasuali con Modulo Timer per HP-4IC 

1 numeri pseudocasuali vengono usati con grande frequenza nei programmi di svariati tipi, ma. 
specialmente, nelle simulazioni. A questo scopo esistono sequenze ormai standardizzate, o quasi, 
che forniscono risultati accettabili sul piano della “indeterminazione", anche se sono spesso 
inglobate in subroutine il cui richiamo porta inevitabilmente uno spreco di tempo. Chi possiede il 
modulo TIMER (HP82182A) può risolvere questo problema in modo abbastanza originale, 
richiamando nel registro x, mediante la funzione TIME, il numero di 8 cifre che rappresenta l’ora 
attuale fino ai centesimi di secondo, moltiplicandolo per 10.000. troncandone la parte intera e 
moltiplicandolo di nuovo per 1 00. ottenendo cosi un numero “abbastanza” casuale compreso fra 
0 e 99. Si può tentare di ottenere un numero di 3 cifre prendendo per buona anche la cifra dei 
secondi, ma. forse, i risultati possono essere poco soddisfacenti in termini di “casualità". 

Andrea Damiani ■ Roma 


MCmicrocomputer 22 


79 


di Pierluigi Panunzi 



Secret number 

di Marco Bodon ! Battaglia T. - PD) 

Si tratta di un programma ben noto, in 
quanto presente nei manuali d’uso della 
TI-57 nonché dei modelli superiori: la dif- 
ferenza consiste nel fatto che la TI-57 que- 
sta volta scrive dei messaggi, invece di sem- 


plici risposte numeriche, consigliando in 
un certo senso il giocatore. Il gioco consi- 
ste nell'indovinare un numero segreto, po- 
sto nella memoria 7 per tentativi, ottenen- 
do ogni volta l’indicazione da parte della 
calcolatrice se il numero proposto è mag- 
giore oppure minore del numero segreto. 

In particolare prima di ogni tentativo la 
57 ci invita a giocare dicendo ( beh. ci siamo 


lasciati trasportare...) la parola “GIOCA": 
come si può vedere la nostra piccola 57 ha 
imparato anche a scrivere la "G", che però 
non è altro che un ”6” che le assomiglia. 

Impostato il nostro tentativo, seguito da 
R/S, la calcolatrice ci dirà "bASSO” oppu- 
re “ AbbASSA” a seconda, è facile immagi- 
narlo, che il tentativo sia rispettivamente 
minore o maggiore del numero segreto. 
Anche in questo caso la “S” é stata tradot- 
ta con un “5”. ma la rassomiglianza è in 
questo caso perfetta. 

Nel caso che indoviniamo, sul display 
vedremo (e questa è una novità) un segno 
che si sposta a ritroso sul display. 

Come si vede il tutto è molto semplice; 
l'unico problema sorge nel caso in cui gio- 
chiamo da soli e perciò dovremmo impo- 
stare all’inizio il numero segreto... che poi 
dovremo indovinare! L'autore del pro- 
gramma suggerisce il seguente metodo: te- 
nendo coperto il visore con una mano, im- 
postate un numero qualsiasi di tre cifre, 
premete “Log” e due volte “X J ” e successi- 
vamente “Int”, dopo di che inserite il nu- 
mero ottenuto nella memoria 7 con “xr±l” 
e iniziate a giocare con “RST R/S”. 

Buon divertimento! E se proprio non 
indovinate allora vi consigliamo di "bara- 
re" andando a vedere cosa c’è in STO 7 
premendo semplicemente "x*i". 


Secret numbe 


11 

51 

3 

GT0 3 


27 

11 

"b" + 




12 

76 


x t 


28 

IO 

"A" + 




13 

51 

2 

GTO 2 


29 

05 

-S" 




14 

15 


CLR 


30 

05 

"S" 




15 

11 


■b" 

+ 

31 

10 

"A" + 

00 

-48 

UV Fix 

16 

10 


■A” 

+ 

32 

36 

Pause 

01 

15 

CLR 

17 

05 


■S" 


33 

15 

CLR 

02 

06 

•G" 

18 

05 


"S" 


34 

71 

RST 

03 

01 

•I" 

19 

00 


-0" 


35 

86 3 

Lbl 3 

04 

00 

-o- 

20 

36 


Pause 


36 

48 

Fix SST 

05 

12 

" "C" + 

21 

15 


CLR 


37 

15 

■F" + 

06 

10 

■A" + 

22 

71 


RST 


38 

86 4 

Lbl 4 

07 

36 

Pause 

23 

86 

2 

Lbl 2 


39 

36 

Pause 

08 

15 

CLR 

24 

15 


CLR 


40 

84 

+/- 

09 

81 

R/S 

25 

10 


"A" 

+ 

41 

36 

Pause 

10 

66 

x = t 

26 

11 


"b" 

+ 

42 

51 4 

GTO 4 


Tiro al piattello 

Sandro Cosenza (Verona) 


Lasciamo la parola al lettore per poi 
tornare con le consuete considerazioni. 

“Sono un possessore di calcolatrice pro- 
grammabile TI-57, e propongo alla vostra 
attenzione un mini-programma (in realtà 
occupa tutta la memoria, ma si vedrà in 
seguito il perché di questa mia definizione) 


per detta calcolatrice, intitolato “Tiro al 
piattello". 

Esso sfrutta le "capacità grafiche" offer- 
te dalla scoperta delfinterruttore soft- 
ware". per il quale rimando ai numeri 9 e, 
meglio, 14 di MCmicrocomputer. È noto 
(si spera...) che dopo aver "spento" la TI- 
57 tramite il metodo suddetto, sul display è 
possibile far apparire i soli segni in 
corrispondenza della posizione dell’espo- 
nente di dieci nella notazione esponenziale: 
ebbene, saranno proprio questi a simulare 


il piattello. Non mi dilungo nella descrizio- 
ne del programma, perchè, data la sua 
estrema semplicità, mi sembrerebbe a dir 
poco ridicolo e pericò passo subito all'uti- 
lizzazione. 

Dopo aver caricato il programma, me- 
morizzare in RI il numero di volte che si 
vorrà far passare il "piattello" in una parti- 
ta e digitare SBR 2nd 44: quasi subito do- 
po comparirà il piattello in posizione di 
partenza e dopo un po' partirà: se lo si 
riuscirà a "colpire" con il tasto SST poco 
prima che scompaia, si dovrà annotare di 
aver guadagnato un ottimo punteggio (an- 
notare. in quanto la nostra povera 57 non è 
proprio in grado di farlo), ad esempio 20, 
In seguito, sempre con il tasto SST, si do- 
vrà cercare di colpirlo quando passerà nei 
due stadi: per il primo, naturalmente, il 
punteggio sarà maggiore che per il secon- 
do, ad esempio 10 e 5. Tengo a precisare 
che più volte si "sparerà" senza colpire il 
bersaglio e più tempo impiegherà ad uscire 
fuori: rinunci ai suoi propositi, quindi, chi 
aveva intenzione di rimanere per tutto il 
tempo con il tasto SST premuto... 

Quando si riuscirà a bloccare il piattello 
ma questo non ripartirà più, vorrà dire che 
il merito non è stato vostro, perché la parti- 
ta è finita: per giocarne un'altra digitare il 
numero di volte che si vuole che nella pros- 
sima passerà il piattello (se non lo si farà 


Tiro a 
00 

piattello 

14 

CE 

17 

14 

CE 

34 

1 4 

CE 

01 

14 

CE 

18 

1 4 

CE 

35 

1 4 

CE 

02 

14 

CE 


1 4 

CE 

36 

-56 

inv Dsz 

03 

14 

CE 

20 


CE 

37 

51 1 

GTO 1 

04 

1 4 

CE 

21 

14 

CE 

38 

e4 

♦/- 

05 

1 4 

CE 

22 

1 4 

CE 

39 

64 

♦/- 

06 

1 4 

CE 

23 

14 

CE 

40 

71 

RST 

07 

1 4 

CE 

24 


CE 

41 

86 1 

Lbl 1 

08 

14 

CE 

25 


CE 

42 

81 

E/S 

09 

14 

CE 

26 

1 4 

CE 

43 

66 

x=t 

10 

1 4 

CE 

27 

1 4 

CE 

44 

33 1 

RCL 1 

1 1 

1 4 

CE 

28 

14 

CE 

45 

32 0 

STO 0 

12 

1 4 

CE 

29 


CE 

46 

15 

CLR 

13 

14 

CE 

30 

1 4 

CE 

47 

48 

Fix (SST) 

14 

1 4 

CE 

31 

1 4 

CE 

45 

15 

"F" 

15 

1 4 

CE 

32 

1 4 

CE 

49 

71 

RST 

16 

14 

CE 

33 

14 

CE 





80 


MCmicrocomputer 22 


Software SO A 

questo sarà quello impostato inizialmente 
in RI) e premere R/S. 

Buon divertimento!!" 

Caricare il programma fino al passo 47, 
in cui si preme “Fix SST" ed in seguito si 
deve digitare attentamente: Lbl I LRN 
GTO 2nd 47 SST 3 = LRN 7 LRN BST 
Del SST RST. 

Implicitamente in questo modo abbia- 
mo "scoperto" (in quanto nessun lettore ce 


10 aveva segnalato) o meglio l'ha scoperto 

11 nostro lettore, che la "sequenza genera- 
trice" funziona anche fuori dal modo 
LRN. con la pressione del SST. "all'altez- 
za" dell'istruzione Fix “troncata" e che in- 
globa il successivo “Lbl 1" impostato. 

In questo modo, tra l’altro, si possono 
agevolmente provare da tastiera, senza do- 
ver ogni volta memorizzarle, varie "se- 
quenze generatrici". 


Passando ora al programma vero e pro- 
prio, diciamo che le prime volte risulta 
quasi impossibile cogliere il piattello e co- 
me tanti cretini... premeremo a vuoto il 
tasto SST, per arrivare alla fine della gara 
(!) con punteggio 0. 

Quando invece saremo arrivati ad un 
buon punteggio ci accorgeremo forse che il 
tasto SST avrebbe bisogno di cure, cosi 
come il nostro dito... mc 


L'ANGOLO DELLE TI 

In questo numero due contributi di altrettanti lettori. 

Il primo contributo, del lettore Alessandro Santarelli di Ro- 
ma, riguarda una delle tante stranezze trovate nel funziona- 
mento delle TI-59, stranezze anche in questo caso inspiegabili 
dal punto di vista “logico" ma che impietosamente mostrano 
un altro “buco" nell’altrimenti potente firmware delle calcola- 
trici. Ecco cosa ci dice il nostro lettore: 

“Vi propongo le seguenti stranezze, ottenute con sequenze 
manuali e senza stampante. 

Definiamo come “Sequenza Fondamentale" la sequenza di 
tasti: 

2nd Stfig 2nd Ind 0 

(notare un solo 0 dopo "Ind”), avendo posto 0 il STO 00. 

1) Eseguendo "Sequenza Fondamentale" e poi “2nd Stfig" 
oppure "Sequenza Fondamentale” e poi "2nd Ifilg" (le quali 
apparentemente non hanno alcunché di strano ...), si ha che: 

- risultano settati i fiag 0,1, 2, 3,4 

- è inibito il tasto LRN (con qualunque ripartizione) 

- se si entra in apprendimento con GTO 000, al che il LRN 
rifunziona, la pressione di qualunque tasto, esclusi quelli di 
editing, non genera l’istruzione corrispondente, ma un'altra!! 
Ad esempio ad RCL corrisponde ora 33 (x 2 ), a 7 corrisponde 
97 (Dsz) e cosi via ... 

Si scopre subito la relazione che c'è tra tasto e istruzione che 
esso genera, per cui i programmi cosi impostati (se corretti 
come impostazione) girano poi correttamente!! 


tabella dei valori di corrente assorbita, rilevati con un milliam- 
perometro in serie all'alimentazione. 


DISPLAY 

0 

1 

spento 

-.8888888888 

esecuzione di RST (000 8 1 ) 
lettura scheda 


CONSUMO (mA) 
180- 190 
poco meno di 180 
poco più di 170 
circa 270 
poco più di 200 
picco a 470 


Da notare come l’esecuzione del semplice programmino RST 
nella locazione 000, durante la quale rimane accesa la “C", 
richieda più energia che visualizzare uno 0. 

In conclusione si direbbe che. per quanto riguarda la TI-59, 
al massimo solo 1/3 del consumo totale è da addebitare al 
display, come del resto era lecito aspettarsi. 


Invece il lettore Roberto Girardi di Roma ci segnala un 
curioso comportamento della stampante, utile in determinate 
circostanze. 

Analizzando il comportamento della TI 59 con stampante 
PC 100C mi è capitato di individuare una procedura che con- 
sente di aumentare la precisione dei risultati ottenibili nel caso 
di numeri tali da richiedere alla macchina l'uso della notazione 
esponenziale. 

Le TI 58/59, pur lavorando su una precisione interna di 
calcolo di 1 2 cifre, ne visualizzano 1 0, oppure 8 + 2 in notazione 
esponenziale. Ciò significa che, se si eseguono calcoli che forni- 
scono risultati nell’ordine delle centinaia di miliardi, il numero 


Per tornare alla normalità basta premere RST. 

2) Eseguendo "Sequenza Fondamentale" e poi "2nd tasto 
qualsiasi della quinta colonna" si ottiene: 

- nessun fiag viene settato 

- viene avviata automaticamente (!) l'esecuzione del program- 
ma a partire dalla linea 000. 

- come effetto collaterale si ottiene il fissaggio a NOVE DECI- 
MALI (stranissimo!!), utile per chi ama vedere tutti i display 
sempre in funzione. Invece per i numeri in modulo minori di 
uno il fissaggio si dispone a DIECI DECIMALI, confermati 
tra l’altro anche dalla stampante. 

Inutile dire che il perché di questi strani comportamenti forse 
non sarà mai scoperto ... 

3) La TI-59 non diventa TI-59C. 

L’ho scoperto applicando una qualunque delle sequenze pro- 
poste sul n° 13 di MC, dopo aver posizionato la 59 ai passi 199 o 
599. Bisogna perciò impostare: 

GTO 199 Pgm 19 SBR 045 Pgm 12 A LRN 
a questo punto il display si spegne e per riaccenderlo basta 
premere un tasto qualunque, ad esempio di nuovo LRN o = . 

Come condizione però che l’operazione possa riuscire, nei 
passi 193-199 o 594-599 debbono essere memorizzati solo degli 
zeri e deve essere rimosso ogni eventuale fissaggio. 

Alla riaccensione del display figura su di esso il passo 003 
della memoria di programma, mentre nei passi 000 e 001 sono 
stati inseriti rispettivamente i codici 00 e 76. 

Infine sono stati RESETTATI tutti i fiag, mentre viceversa 
vengono conservati i contenuti delle memorie (RAM e HIR), 
del registro “t” e la notazione esponenziale o tecnica. 

Allora TI-59C? No, purtroppo: basta esaminare la seguente 


visualizzato si presenterà con un’approssimazione di ±5000 
unità, pur se la macchina lavora con (e quindi "conosce”) il 
numero esatto. In generale la calcolatrice, rispetto ai risultati 
visualizzati in notazione esponenziale, dispone di una precisio- 
ne supplementare di 4 cifre. Chi avesse bisogno di usufruire di 
tale informazione può ottenerla utilizzando la stampante PC 
100C nel modo TRACE. Cosi disposta, infatti, la stampante 
descrive le operazioni di indirizzamento indiretto in memoria 
stampando il contenuto del pointer non espresso in notazione 
esponenziale, utilizzando appunto un massimo di 12 cifre (nel 
caso di numeri maggiori le prime 12 cifre). 

Supponiamo, per esempio, di calcolare (1234567897 x 143). 
Il risultato che apparirà sul display sarà 1.7654321 1 1, in nota- 
zione esponenziale. Registriamo tale risultato nel registro 99 
premendo STO 99 - Poniamo la stampante nel modo TRACE 
ed effettuiamo l'operazione di indirizzamento indiretto pre- 
mendo STO 2nd Ind 99 - Otterremo la seguente stampa: 
1.7654321 11 STO 
0 

176543209271 
1.7654321 II? 

176543209271 è appunto il valore esatto ricercato (che, nel 
nostro caso, differisce dal valore visualizzato di 729 unità). Il 
display lampeggia e viene stampato il “?” perché, ovviamente, 
un simile indirizzo non è valido. 

Con analogo sistema si può portare a ± 5 la precisione di 
risultati nell’ordine delle migliaia di miliardi e cosi via. Purtrop- 
po il metodo non funziona per individuare con maggiore preci- 
sione cifre decimali, dato che, in questo caso, l'indirizzamento 
indiretto considera unicamente la parte intera. 


MCmicrocomputer 22 


81 


cura di Fabio Marzocco 



L’ ASSEMBLER 

DEL PC- 1500 - (parte terza) 

Finalmente in questi giorni la RStdio 
Shock , produttrice del PC -2 (gemello ame- 
ricano della Sharp PC- 1500). assediata da- 
gli utilizzatori de! pocket computer, ha ab- 
bassato le armi ed ha reso pubblici i codici 
operativi necessari per la programmazione 
in linguaggio macchina. La tabella comple- 
ta delle istruzioni dichiarate dall'industria 
texana conferma quelle parziali pubblicate 
sui numeri 19 e 20 di MC. mentre alcuni 
codici integrativi verranno elencati in questo 
articolo. 


Ovviamente i simboli mnemonici da noi 
attribuiti alle istruzioni sono in gran parte 
diversi da quelli rivelati dalla Radio Shack, 
ma ciò non dovrebbe costituire un grave 
problema; l'unica puntualizzazione da fare 
riguarda il nome assegnato ai registri; per 
coloro i quali dovessero entrare in posses- 
so di software in linguaggio macchina di 
provenienza americana, pubblichiamo la 
seguente tabella di equivalenza; 


Registri MC 

A 


B 

C 

D 

E 

HL 

BC 

DE 


Registri 
Radio Shack 

A 

T 

XH 

XL 

YH 

UH 

UL 

X 

U 


Il banco di memoria alternativo 

Come già annunciato nel numero scor- 
so, il microprocessore del PC- 1500 è in 
grado di indirizzare fino a 128 Kbyte di 
memoria divisi in due banchi di 64K l'uno 
e selezionati dalle linee MEO e MEI. Il 
banco abilitato da ME0 può contenere sia 
dati che programmi, mentre i 64K abilitati 
da MEI sono dedicali solo ai dati. In prati- 
ca, l'area di memoria 0 è accessibile ai regi- 
stri generali, al program counter ed allo 
stack pointer, mentre l'area di memoria 1 è 
accessibile solo ai registri generali. 

Ovviamente il set istruzioni del micro- 
processore deve contenere anche i codici 
che permettono la manipolazione dei dati 
dal banco alternativo di memoria; tali co- 
dici sono istruzioni a due byte che si otten- 
gono premettendo il prefisso FD all'istru- 
zione relativa al banco 0 di memoria. Un 
esempio chiarirà meglio: il codice 05 (LD 
A,(HL)) carica nell'accumulatore il byte 
contenuto nell'indirizzo puntato da HL. il 


codice FD 05 LD A. #(HL) carica nell'ac- 
cumulatore il byte contenuto nell'indirizzo 
del banco di memoria alternativo puntato 
da #HL. 11 simbolo # sta ad indicare che ci 
si riferisce al registro del banco di memoria 
alternativo. La figura 1 riporta tutti i codi- 
ci ai quali, applicando il prefisso FD, si fa 
riferimento ai 64K indirizzati da MEI. 


Nuovi codici per completare il set 

DAD - Il contenuto della cella di memo- 
ria indirizzata da HL, BC o DE (o set 
alternativo) è sommato all'accumulatore 
in codice BCD. Il risultato è nell'accumu- 
latore: 

8C DAD A,(HL) 

9C DAD A.(BC) 

AC DAD A,(DE) 

DSB - Come DAD. ma sottrae invece di 
sommare: 

0C DSB A,(HL) 

1C DSB A,(BC) 

2C DSB A,(DE) 

BIT - Il contenuto dell'accumulatore o 
di un dato esterno viene posto in AND con 
il byte contenuto nella memoria indirizza- 
ta dai registri generali. L'accumulatore 
non viene modificato ed il risultato è visibi- 
le solo tramite il flag Z: 

BF BIT A, data 

4D BIT (HL). data 

5D BIT(BC), data 

6D BIT(DE), data 

ED BIT addr, data 

0F BIT A, (HL) 

1F BIT A, (BC) 

2F BIT A, (DE) 

AF BIT A. addr 

AM - Il timer interno del PC- 1 500 viene 
utilizzato anche per generare degli inter- 
rupt temporizzati, ed é composto da un 
contatore polinomiale a 9 bit. Il contenuto 
dell'accumulatore viene posto nei primi 8 
bit, mentre il nono viene settato o resettato 
rispettivamente da AM 1 e AMO: 

FD CE AMO 

FD DE AMI 

OUT - Il contenuto dell'accumulatore 


viene inviato sul data bus esterno: 

FD CC OUT 

HI.T - La CPU viene posta in uno stato 
di halt e le sue funzioni possono essere 
ripristinate solo da un interrupt: 

FD B1 HLT 


LD A,KB - Viene caricato nell’accumu- 
latore un byte corrispondente alla riga del- 
la tastiera nella quale è premuto un tasto 
(le colonne sono scandite dall’I/O PORT). 
Questo byte è usato per determinare una 
locazione nella tabella dei caratteri: 

FD BA LD A. KB 

OFF - Questa istruzione causa lo spegni- 
mento completo del PC- 1 500. il quale può 
essere programmato da software: 

FD 4C OFF 

RPU, SPU - Viene rispettivamente re- 
settato o settato il generai purpose flip-flop 
PU. di cui si dispone dell’uscita sul connet- 
tore esterno: 

E3 RPU 

E! SPU 

ROM1, ROM2 - Selezionando due 
ROM da 8K contenute negli indirizzi da 
80000 a 9FFF e da A000 a BFFF.ROM 1 
rappresenta la ROM della stampante. 
ROM 2 un’eventuale espansione. Si tratta 
della linea del generai purpose F/F PV: 
A8 ROM2 

B8 ROM I 

RTI - L'esecuzione provoca un ritorno 
alla routine principale da una subroutine 
di servizio di un’interruzione: 

8A RTI 

Pagina base - Alcune subroutine indiriz- 
zate dalla pagina base possono essere ri- 
chiamata incondizionatamente diretta- 
mente con istruzioni ad un byte. Ad esem- 
pio il codice F2 è equivalente ai codici CD 
F2. In figura 2 sono elencate le istruzioni 
ad 1 byte per la chiamata incondizionata 
dalla Base Page. 

Qualche indirizzo... 

Al fine di realizzare potenti programmi 
in linguaggio macchina, è opportuno co- 



MCmicrocomputer 22 


noscere alcune locazioni di memoria che 
contengono importanti informazioni. Per 
esempio, le locazioni H7865 e H7866 con- 
tengono l'indirizzo (Hight e Low) dell'ini- 
zio del programma Basic, molto utile per 
scrivere routine che prescindono dalla con- 
figurazione RAM adottata. Questo è l’in- 
dirizzo che viene modificato quando si 
opera il comando NEW XXXX per riser- 
vare spazio ad un programma in linguag- 
gio macchina. 

In H7865 é contenuto un byte che indica 
la posizione del cursore sullo schermo 
LCD; in H7867 e H7868 è memorizzato 
l'indirizzo della fine del programma Basic. 

...e qualche routine di servizio 

La ROM del PC- 1 500 contiene numero- 
so utility-routine che possono dare un vali- 


do apporto (sia morale che fisico) in fase di 
programmazione assembler. La mappa 
completa di memoria è molto estesa e pro- 
babilmente sarà oggetto di qualche artico- 
lo futuro. 

Per ora vogliamo darvi gli indirizzi di 
partenza di alcune routine molto utili che 
potrete richiamare con la CALL (codice 
BE) all'interno dei vostri programmi in 
linguaggio macchina. 

Key board Scan ( E243 ) - Questa routine 
scandisce continuamente la tastiera finché 
non viene premuto un tasto. Il codice 
ASCII del tasto premuto viene salvato nel- 
l'accumulatore e la routine ritorna al pro- 
gramma principale. È una sorta di GET in 
linguaggio macchina. 

One character to LCD (ED57) - Il codice 
ASCII contenuto nell'accumulatore viene 


convertito e visualizzato sul display. Può 
essere usata insieme alla precedente per 
visualizzare il tasto premuto. 

Display buffer lo LCD ( E8CA ) - Il con- 
tenuto di tutto il buffer del display viene 
visualizzato. 

Power Up (E999 ) - È la routine che il 
PC- 1500 esegue ogni volta che avviene un 
ALL RESET, quindi tutti i puntatori di 
sistema vengono resettati. 

CLEAR ( D3C5 ) - Azzera il contenuto 
delle locazioni di memoria da (HL) a 
(HL) + D + E. Ovviamente i valori deside- 
rati devono essere posti nei rispettivi regi- 
stri prima di richiamare la subroutine. 

CLS (EE7I) - Questa routine può an- 
che essere richiamata direttamente dalla 
pagina base con l'istruzione F2 e realizza le 
funzioni dello statement CLS. MC 


DAL SERVICE MANUAL... 


Nella figura pubblicata in questo riquadro è rappresentato 
uno schema a blocchi della CPU LH5801, un microprocesso- 
re custom realizzato con tecnologia CMOS in un fiat package 
a 76 pin. Vediamo le caratteristiche principali di questo chip; 

— Bus dati interno a 8, bit. 

— 128 Kbyte direttamente indirizzabili. 

— Implementazione di un registro a 6 byte oltre all’accumu- 
latore, che permette l'uso di 3 data pointer o 6 registri a 8 
bit. 




— Timer a 9 bit interno. 

— Tre tipi di interruzioni: non mascherabile, mascherarle, 
temporizzata. 

— Capacità di DMA e multiprocessor. 

— Input port da 8 bit. 

— Controllo diretto del pannello LCD. 

— Clock a 2.6 MHz, ciclo macchina 1.3 MHz. 

Nel PC- 1500, gli 8 bit della porta d'ingresso sono connessi 
alle righe della tastiera, organizzata in una matrice 8x8, 
mentre il tasto BREAK/ON è collegato direttamente alla line 
BF1 per settare il F/F interno BF. Il reset di questo F/F, e 
quindi lo spegnimento della calcolatrice, è affidato all’esecu- 
zione dell'istruzione FD 4C. già citata in questo articolo. 

L’unico tipo di interruzione che viene accettata nella confi- 
gurazione sul PC-1500équella mascherabile; infatti il piedino 
del NMI è connesso direttamente a massa, mentre, qualora 
venisse generata una richiesta d'interruzione temporizzata. 
viene immediatamente eseguita una RTI (Return from Timer 
Interrupt). 

Dato l'esiguo spazio a disposizione, non è purtroppo possi- 
bile dare la piedinaiura completa dell'LH5801, ma riteniamo 
comunque che. con l'articolo apparso sul numero scorso e 
quelli che seguiranno, il lettore interessato a fornire il suo PC- 
1500 di qualche periferica avrà in suo possesso tutte le infor- 
mazioni necessarie allo scopo. 


ERRATA CORRIGE 

A causa di una banale svista, uno dei 
codici esadecimali pubblicati sul n° 20 è 
risultato essere errato. Si tratta del co- 
mando DSPOFF (display off), il cui 
codice corretto é: 

FDC0 

invece di FD 4E. Ci scusiamo con i 
lettori per l'errore. 


ANCORA SUL RENUMBER 

Il lettore Luca Ridarelli di Roma, autore del primo program- 
ma di renumber in Basic per PC- 1 500 pubblicato in questa rubri- 
ca, ci ha inviato una versione dello stesso in linguaggio macchina 
che pubblichiamo in quanto realizzato con soli 28 byte di occupa- 
zione memoria. Ricordiamo comunque che, come la prima ver- 
sione, anche questa rinumera solo le linee e non i comandi di 
salto: in compenso è completamente rilocabile (la potete infilare 
dove volete) e prescinde da qualunque configurazione di memo- 
ria del PC- 1500. 


A5 78 69 18 
A5 78 6A 1A 
48 00 4A 01 
15 B7 FF 8B 
0A 84 51 04 
51 55 FD DA 
44 9E 0F 9A 


MCmicrocomputer 22 



a cura di Giuseppe Merlino 



Ritorniamo sull'archivio indirizzi. Prima 
di presentare il programma di questo mese ci 
sentiamo in dovere di tornare nuovamente a 
parlare del programma "Archivio Indirizzi" 
presentato su MC n. 19. 

In redazione sono giunte numerose lettere 
e telefonate da parte di lettori che si sono 
trovati in difficoltà di vario genere: non è 
stato purtroppo possibile risolvere personal- 
mente ogni problema e pertanto abbiamo 
deciso di pubblicare alcuni consigli in modo 
da mettere in grado coloro che fossero nei 
guai di uscirne da soli. Precisiamo comun- 
que che nel listato non esistono errori che 
precludano a priori il buon funzionamento 
del programma. 

Caccia all’errore 


Cominciamo dalle raccomandazioni più 
banali ma non per questo meno importan- 
ti; molto spesso errori "stupidi” sono i più 
difficili a trovarsi. Il listato di un program- 
ma è come una formula matematica, cam- 
biate anche solo una virgola senza cogni- 
zione di causa ed il risultato sarà impreve- 
dibile. Confondere lo 0 con una O o 1' 1 per 
una I può sempre capitare... 

Vediamo dunque quali possono essere le 
principali cause di malfunzionamento del 
programma in questione. Probabilmente 
ci siamo resi colpevoli di non aver appro- 
fondito la descrizione del listato facendo 
troppo affidamento su una sua interpreta- 
zione diretta, resa difficoltosa (in questo 
caso) da una logica di funzionamento piut- 
tosto complessa. Diamo per scontata la 
mancanza di errori di trascrizione; questo 
problema purtroppo dovete sobbarcarvelo 
da soli, con una buona spunta del vostro 
listato. Come la maggioranza delle mac- 
chine il TI 99 considera il segno della virgo- 
la come un carattere speciale e non ne ac- 
cetta finserimento in una stringa tramite 
una INPUT; chi è normalmente abituato a 
separare il numero civico della via o della 
piazza tramite l’uso della virgola suddetta 
si troverà, suo malgrado, nella necessità di 
astenersi dal continuare a farlo, pena un 
temporaneo inchiodamento del program- 
ma tramite un INPUT ERROR IN XXX. 

Nella procedura di inserimento è possi- 
bile modificare quanto scritto nei campi 
precedenti dello stesso indirizzo introdu- 
cendo in quello attuale il simbolo dell'u- 
guale ( = ) fino a raggiungere, a ritroso, 
quello errato e reinserendo poi tutti i dati 
dei campi seguenti. 

Ad esempio se alla domanda finale “Va 
bene?” rispondiamo N, il computer ci chie- 
derà di introdurre nuovamente le annota- 
zioni; a questo punto digitando = e pre- 
mendo ENTER, torneremo ancora indie- 
tro ed il computer ci chiederà il telefono, e 


cosi via fino a raggiungere il dato errato. 

È sicuramente possibile modificare il 
programma in modo da dover riscrivere 
l’intero indirizzo nel caso qualche cosa non 
andasse bene, ma francamente non riuscia- 
mo a vedere il motivo per cui dovremmo 
rendere più lunga una procedura studiata 
appositamente per abbreviare i tempi di 
inserimento. Se comunque volete farlo do- 
vete eliminare le linee 700-730-760-790- 
830-860 e modificare la 910 in IFA < >35 
THEN 660. 

Per quanto riguarda il campo Provincia 
questo deve necessariamente contenere un 
dato di due lettere corrispondente alla sua 
targa automobilistica; se la cosa non fosse 
di vostro gradimento dovete agire sulle li- 
nee che effettuano il controllo della lun- 
ghezza di stringa (800 e 1440). 


caratteri occorrono per memorizzare il co- 
dice e 7 per indicare la lunghezza delle 
stringhe contenenti i vari campi; ne conse- 
gue il fatto che si hanno a disposizione 1 28 
-9-1 = 112 caratteri utili per la memoriz- 
zazione dei dati. Se si supera tale limite, in 
fase di scrittura dell’archivio su nastro si 
avrà un FILE ERROR. 

Sarebbe stato sicuramente possibile in- 
serire un controllo sulla lunghezza dei vari 
campi, ma questo avrebbe causato una mi- 
nore flessibilità d’uso in quanto tale lun- 
ghezza non sarebbe stata dinamica ma sta- 
bilita a priori; ossia se aveste voluto inseri- 
re un nome di 40 caratteri ciò non sarebbe 
stato possibile (posta la lunghezza massi- 
ma a 30) mentre attualmente potete farlo, 
purché recuperiate i 10 caratteri eccedenti 
in un altro campo. 


864 IF LEN(AjS(X)4Bj5(X)&CJf(X)&DjS(X)&Ef!(X)&F{S(X)4GJ5(X)) <=112 THEN 870 
665 PRINT ::: "INDIRIZZO TROPPO LUNGO"::: ' 

866 GOTO 660 




Se il vostro registratore non è sincroniz- 
zato tramite il controllo di Remote con la 
consolle, non potete usarlo per questo pro- 
gramma, inoltre dovete fare attenzione 
poiché se in fase di lettura dell’archivio 
non posizionate la cassetta nel punto esat- 
to in cui si trovava al momento della crea- 
zione, otterrete sicuramente un bel FILE 
ERROR IN 250 o IN 300. Questo perché 
nel momento in cui la CPU deve leggere il 
record di testa, contenente il nome dello 
schedario e gli elementi inseriti, è possibile 
che invece, a causa di un cattivo posizio- 
namento del nastro, vengano trasferiti i 
dati di un indirizzo, causando una condi- 
zione di errore; assicuratevi pertanto di 
aver riavvolto completamente la cassetta o 
segnatevi il valore di partenza del contana- 
stri al momento della creazione dello sche- 
dario. 

Precauzioni d’uso 


Dopo aver visto alcune delle possibili 
cause (le più comuni) di malfunzionamen- 
to, occupiamoci adesso di alcuni inconve- 
nienti che si possono presentare dopo aver 
inserito una quantità di dati superiore a 
quella contenibile nella memoria del TI 99. 

Ogni singolo indirizzo può essere com- 
posto da un massimo di 128 caratteri; 9 


Se volete che sia il programma a control- 
lare il non superamento di tale limite é 
possibile aggiungere un controllo di lun- 
ghezza sul concatenamento delle stringhe 
costituenti i singoli campi (figura 1 ) in mo- 
do che al superamento del limite di 112 
byte l'indirizzo venga rifiutato. Potete an- 
che, se volete, modificare la specifica della 
lunghezza del record (linee 130 e 240) in 
1 92; avrete cosi a disposizione 192-9-7 = 
176 caratteri per ogni indirizzo, ma atten- 
zione perché, a questo punto, bisogna tira- 
re in ballo il dannato problema della quan- 
tità di memoria disponibile sul TI 99 per la 
memorizzazione dei dati. 

Un problema problematico 

Una delle caratteristiche meno simpati- 
che del TI 99 è che non esiste il modo di 
sapere, tramite il TI-Basic, quale sia la 
quantità di memoria occupata dal pro- 
gramma e quindi, per differenza, quella 
rimasta libera per i dati. Questo implica la 
possibilità di trovarsi un bel messaggio di 
MEMORY FULL sul video proprio nel 
momento meno opportuno. 

Si può aggirare l'ostacolo caricando il 
programma tramite l'Extended Basic che 
permette con l’istruzione SIZE di sapere 
quanta memoria libera sia a disposizione 


MCmicrocomputer 22 


dell'utente; facendo la differenza tra la 
Ram libera prima del caricamento e quella 
disponibile dopo risulta che il programma 
Archivio Indirizzi occupa 5122 byte, che 
diventano 7538 dopo aver dato il RUN a 
causa dello spazio necessario per il dimen- 
sionamento delle matrici. 

Ad ogni inserimento di un indirizzo al 
limite delle specifiche (ossia impiegando 
tutti i caratteri disponibili) vengono usati 
circa 1 50 byte; ne consegue il fatto che nel 
peggiore dei casi sarà possibile registrare 
all'incirca 45 record, mentre si potrà rag- 
giungere il numero di 100 solo nel caso di 
uno sfruttamento parziale del limite di 1 12 
caratteri per indirizzo. Tenete presente co- 
munque che, in media, 60 caratteri sono 
sufficienti per i dati che normalmente ven- 
gono inseriti; se poi volete evitare a priori 
ogni possibile inconveniente, stabilite un 
numero massimo di 45 indirizzi per ogni 
schedario. 


Il labirinto, 

il topo ed il formaggio 

di Marco Toffolo - M degnano < MI ) 

Questo programma prevede la costru- 
zione di un labirinto casuale, con una sola 
entrata ed una sola uscita, che verrà per- 
corso e risolto da topo (rappresentato con 
un asterisco), il quale dopo aver trovato 
l'uscita ed il formaggio (simboleggiato con 
un quadratino giallo) tornerà al punto di 
partenza percorrendo questa volta la via 
più breve, ossia senza imboccare vicoli cie- 
chi. 

Il gioco risulta divertente ed interessante 
soprattutto per chi non ne conosce le rego- 
le. L'ignoranza delle regole di risoluzione 
provoca la stessa curiosità e lo stesso inte- 
resse che si prova di fronte ad un qualsiasi 
trucco visivo, con la differenza che qui 
l'inganno non è per la vista ma per la ragio- 
ne. E insomma il gusto per le apparenze, 
per <gó che sembra ma che in realtà non è. 

Le regole per la risoluzione dell'andata e 
del ritorno in un labirinto di questo genere 
sono molto semplici: per uscire è sufficien- 
te immaginare di appoggiare una mano 
sulla parete di destra (o di sinistra) e di 
avanzare senza mai perdere il contatto con 
essa, mentre per tornare per la via più bre- 
ve è necessario usare il "filo di Arianna" 
che, nel percorso di andata, viene recupe- 
rato nei tratti che si é costretti a ripercorre- 
re dopo aver imboccato un vicolo cieco. 

Descrizione del programma 

Il programma è diviso in cinque blocchi: 



il primo è relativo alla titolazione e alla 
stampa delle poche istruzioni necessarie; il 
secondo riguarda la grafica preparatoria 
per il campo; il terzo genera il labirinto 
casuale; il quarto controlla il movimento 
del topo e la ricerca della via d’uscita; il 
quinto infine determina il ritorno per la via 
più breve. 

Per generare il labirinto è stato usato un 
algoritmo già noto, che opera su un campo 
base che consiste di un numero dispari di 
righe e di colonne. 

La partenza avviene da una cella qual- 
siasi di coordinate dispari (nel nostro caso 
dalle coordinate X = 1, Y = 13 del labirin- 
to, corrispondenti alla colonna 4, riga 15 
dello schermo), quindi viene scelta una di- 
rezione a caso e si ispeziona con una CALL 
GCHAR una corrispondente cella che di- 
sta esattamente due celle da quella attuale; 
se questa fa ancora parte del campo libero 
viene stampato il carattere 32 in questa 
nuova coordinata e nella barriera che se- 
para quest'ultima dalla precedente. Se in- 
vece la cella ispezionata fa già parte del 
percorso si prende comunque questa come 
punto di partenza per un nuovo calcolo ma 
in tal caso ovviamente non si elimina la 
barriera. 

Il ciclo si ripeterà fino al completamento 
del labirinto. 

La costruzione del labirinto, che in ogni 
caso avrà una sola via di uscita possibile, 
può comunque essere arrestata premendo 
un qualsiasi tasto dal momento in cui un 
braccio avrà toccato la cornice di destra; 
non prima pena la segnalazione di errore e 
il conseguente resettamento del program- 

II movimento del topo per la ricerca del- 
l'uscita è stato realizzato tramite l'uso della 
matrice A(4,6) che contiene nelle prime 
due colonne di ogni riga i diversi incremen- 
ti di Y e X per le quattro possibili direzioni, 
e nelle rest;uiti quattro le priorità di scelta 
delle direzioni da ispezionare (destra, 
avanti, sinistra, indietro) in rapporto alla 
direzione di provenienza. 

Il codice ASCII 42, rappresentante il to- 
po, dopo essere stato visualizzato nella 
nuova posizione viene cancellato dal carat- 
tere 80 (che appare sul video come il 32 
dello spazio) nel caso in cui quella via non 
sia ancora stata percorsa, e con il carattere 
32 quando, dopo aver imboccato un vicolo 
cieco, il topo è costretto a tornare sui suoi 
passi. 

Volendo mettere in evidenza l'uso dei 
caratteri e verificare lo stratagemma del 
“Filo di Arianna", sarà sufficiente variare 
il colore del codice 80 (linea n. 270) asse- 
gnandogli ad esempio quello rosso tramite 
una CALL COLOR (7,9,9). MC 


MCmicrocomputer 22 


85 


di Andrea de Prisco 



BASAL 2.1 

Un linguaggio strutturato per il vostro VIC-20 

Nel comune lessico deli inf ormalica, oltre ai termini "BASIC". 
"PERSONAL" e... "MC" (!) , ne esistono altri come " Program- 
mazione strutturata". "Codice oggetto". "Compilatore" che. pur 
essendo indubbiamente meno diffusi, non sono meno importanti. In 
questo articolo ci occuperemo per l'appunto de! "nidificato mondo 
delle strutture tipo scatole cinesi" de! quale probabilmente un po ' 
tutti avranno sentito parlare, ma purtroppo ben pochi avranno 
provato l'ebbrezza dell'esperienza diretta. Se non si ha come mini- 
mo a disposizione un sistema Apple II + Language Card + Pascal, 
niente da fare: si resta in castigo a "giocare" col BASIC. Per 
tentare di ovviare a questo inconveniente, sempreché ci perdoniate 
questo piccolo peccato di gioventù, abbiamo inventato ex nono per 
voi un mini-mini-linguaggetto strutturato, supportato nientepopo- 
dimeno che dal BASIC. 

A ragione, qui qualcuno si sarà già messo le mani nei capelli. Di 
fatto però il BASAL 2.1 (questo il nomignolo-fritto-misto fra 
BASIC e PASCAL) non ha il più pallido intento di sembrare un 
mezzo serio per programmare. Lo scopo è solo quello di diffondere 
queste benedette scatole cinesi al di là delle varie pagine di libri e 
riviste che trattano questo tema, proponendo il programma BASIC 
listalo in queste pagine che creerà l’ambiente adatto. Sarà cosi 
possibile adoperare il BASAL direttamente sul vostro Personal: 
compito de! programma è appunto quello di trasformare in BA SIC i 
vostri elaborati e di inserirli direttamente in memoria. 

La versione presentata è adatta al!' ultradiffuso VIC-20 + I6K; 
essendo però scritta in BASIC abbastanza (ma non totalmente) 
standard, l'adattamento su altri Personal non dovrebbe essere molto 
difficile. 

In particolar modo per la subroutine principale (linee II42Q- 
I306Q ) che, accettando in ingresso un programma BASAL conte- 
nuto nell’array AS(N ). restituisce all'interno dello stesso il pro- 
gramma BASIC corrispondente. Ci occuperemo ora. prima di 
parlare del BASAL. di rispolverare alcuni concetti propri della 
programmazione strutturata nell'intento (speriamo) di chiarire a 
chi è completamente a digiuno, cosa diavolo c'entrano le scatole 
cinesi... 

Due parole per incominciare 

I vantaggi della programmazione attraverso un linguaggio di 
tipo strutturato, come il Pascal, il PL / 1 e l'Algol W. sono innume- 
revoli. Grazie, ad esempio, alla possibilità di definire ricorsiva- 
mente le subroutine, è possibile risolvere determinate classi di 
problemi che con strutture meno potenti (vedi BASIC) risultereb- 
bero molto più impegnativi. Senza scendere nel merito (tanto più 
che, come vedremo, non riguarda il BASAL), citiamo soltanto 
casi come il calcolo del fattoriale, il problema delle torri di Hanoi, 
la ricerca binaria in un albero, che diventano problemi-bazzecola 
se programmati ricorsivamente. 

L'essenza della programmazione strutturata sta comunque 
nella possibilità di vedere intere sezioni di programma come 
un'unica istruzione, e quindi nella possibilità di scrivere qualsiasi 
programma senza usare istruzioni di salto condizionato o incon- 
dizionato. Sembra strano ma è vero. Dopotutto è una semplice 
conseguenza del parlare umano: avete mai visto, o meglio, sentito 
qualcuno in un discorso pronunciare parole del tipo "GOTO 
BLA. BLA-BLA"? 

I linguaggi strutturati sono felicemente molto più vicini al 
linguaggio umano che a quello di macchina. Facciamo un esem- 


pio: abbiamo due numeri: A e B. Se A è maggiore di B stampiamo 
A, altrimenti stampiamo B. In BASIC una possibile soluzione 
sarà: 

10 IF R>B THGN 40 
20 PRINT f> 

30 DOTO 30 
40 PRINT FI 



Con un linguaggio di tipo strutturato, come il Pascal, avremo: 

IF fl>D THEN WRTTE^A) 

ELSE URITECB); 

che è esattamente la traduzione inglese di quanto scritto sopra. 

In definitiva, grazie a particolari istruzioni strutturate (nel caso 
dell'IF abbiamo anche l’ELSE), è possibile spiegare quasi a 
parole, al calcolatore ciò che dovrà fare. Nei casi in cui il “ciò che 
dovrà fare" non è una singola istruzione (come WR1TE), ma 
qualcosa di più complesso come due istruzioni o duemila, lin- 
guaggi strutturati come il Pascal e l'Algol usano delimitare l'inte- 
ro blocco con le parole-chiave "BEGIN" (Inizio) e "END" (Fi- 
ne). Ed è qui che "scatta" il concetto di scatola cinese. All'interno 
del blocco BEGIN-END è possibile racchiudere qualsiasi altra 
cosa, anche un intero programma zeppo di altri sottoblocchi 
"nidificati”, E come se con la parola BEGIN si aprisse una nuova 
parentesi e con END si chiudesse l’ultima parentesi aperta. Altro 
esempiuccio: indovinate cosa fa questa porzione di programma: 

IF RLFR>BETfl THEN 
BEO IN 
MRX : «RLFR; 

MIN: -BETA 
END 
ELSE 
BEO IN 
MRX : -BETR ; 

MIN: «RLFR 

end; 

È chiaro a questo punto che bene o male i salti ci sono comun- 
que: è solo che non bisogna esplicitamente nominarli. Per coloro 
che non credono a ciò e vogliono a tutti i costi mortificare il 
Pascal o l'Algol inserendo all'interno di un programma voluta- 
mente dei salti del tipo GOTOETICHETTA, niente paura: tanto 
l'Algol quanto il Pascal (e vedremo... il BASAL). dispongono di 
quest'istruzione nonostante sia stato dimostrato che se ne può 
fare comodamente a meno. 

Il minilinguaggio BASAL 2.1 

Prima di descrivere l’intero set di istruzioni, diamo uno sguar- 
do alla generica struttura di un programma BASAL. Useremo 
esempi con istruzioni a noi più familiari quali il FOR, TIF e il 
GOSUB, tenendo però presente che quanto detto vale anche per 
le -altre. Ogni programma BASAL si compone di due parti: il 
programma principale e. se esistono, le sue subroutine. Ciascuna 
di queste due parti è a sua volta composta da istruzioni semplici 
(le operazioni di INPUT, PRINT. gli assegnamenti ecc.) identi- 
che al BASIC, e linee contenenti parole-chiave proprie del BA- 
SAL che necessitano delle opportune modifiche per diventare 
semplici istruzioni BASIC (fase di precompilazione). Bisogna 
inoltre chiarire che in BASAL non sono ammesse linee multiple 
(con più statement). Unica eccezione fanno quelle linee che non 
contengono parole chiave del BASAL ma solo comandi BASIC. 
Il programma principale inizia sempre con la parola-chiave "BE- 
GIN" e termina con "END". All'interno del programma posso- 


86 


MCmicrocomputer 22 


Gli Statement del BASAL 2.1 


Software VtC-20 

no starci altre compound (trad. blocchi: insieme di istruzioni 
racchiuse da BEGIN e END) anche nidificate l’una dentro l'altra 
sul tipo delle scatole cinesi. Ogni compound è vista dal BASAL 
come un'unica istruzione. Dato che tutti gli statement del BA- 
SAL accettano come argomento un'unica istruzione BASIC, nel 
caso sia necessario utilizzare, per esempio all'interno di un ciclo 
FOR. più istruzioni, basterà aprire una nuova compound e inse- 
rire all’interno quante linee si vogliono e di che tipo si vuole. 


Facciamo due esempi: 


t> BASAL 

BASIC 

BEGIN 

FOR 1=1 TO 100 
T-T+l 
END. 

10 FOR 1-1 TO 100 
20 T-T+l 
30 NEXT 
40 END 

2) BRSRL 

BASIC 

BEGIN 

FOR I-) TO 100 
BEGIN 
PRINT t 
T-T+l 
Q-Q+I 

10 FOR 1-1 TO 100 
20 PRINT I 
30 T-T+l 
40 Q-Q+I 
50 NEXT 
60 END 

END. 



Come si può notare, nel primo caso, per I che assume valori da 
la 100. si è dovuta ripetere una sola istruzione: T = T+ 1. Nel 
secondo caso, dato che le istruzioni da eseguire erano più di una. é 
stato necessario aprire una nuova compound BEGIN-END. 

È obbligatorio inoltre aprire nuove compound anche quando 
l'argomento é un'istruzione singola e contemporaneamente pa- 
rola-chiave del BASAL. 

Per esempio: 

E' SCORRETTO- E' CORRETTO: 

FOR 1-1 TO 100 FOR 1-1 T0 100 

GOSUB «CICCIOBELLO* BEO IN 

OOSUB «CICCIOBELLO* 

END 

L'unica istruzione che può essere nidificata è il FOR all’interno 
di altri FOR. Esempio: 


FOR X-l TO 5 
FOR Y-2 TO 7 
FOR 2-3 TO 6 


10 FOR X-l TO 5 
20 FOR V-2 TO 7 
30 FOR 2-3 TO 6 
40 RCX,V,2>— 1 
30 NEXT 2iV,.X 


Per descrivere correttamente il set di istruzioni del BASAL 
indicheremo con: 

< ARGOMENTO> : un’istruzione semplice BASIC o un blocco 
BEGIN-END con dentro ciò che si vuole (compresi volendo 
anche altri sottoblocchi nidificati). 

< EXP> : un numero o una variabile o un'espressione matemati- 
ca composta di simboli, numeri e variabili (2-3*1 +Z, ad esem- 
pio). 

<VAR>: una variabile numerica intera o reale. 

<COST>: una costante numerica. 

<BOOLE>: un'espressione logica dei tipo A>B o (A>B) 
AND (C=3) o complicata quanto si vuole. 

Per ogni caso verrà indicato qualche esempio BASAL con 
relativa traduzione in BASIC che dovrebbe chiarire ogni dubbio 
più di ogni commento o spiegazione. 

I) IF < BOOLE > THEN 
< ARGOMENTO l> 

ELSE 

< ARGOMENTO 2> 

se la prova ha dato esito vero sarà eseguito <ARGO- 
MENTO 1 > altrimenti < ARGOMENTO 2 > . Il ramo ELSE è 
facoltativo. Esempio: 

BEO IN 

IF fl>0 THEN 
BEGIN 
PRINT S 
D-D+R 

ELSE 
BEGIN 
R-fl+l 
D— 4 
END 
END. 


20 IFfi>0THEN40 
30 GOTO90 
40 PRINTS 
30 D=D+P 
60 GOTO 120 


2) FOR <VAR> = <EXPI > TO <EXP2> STEP 
< EXP3 > 

< ARGOMENTO > 

solo in questo caso <ARGOMENTO> può essere un altro 
FOR nidificato all’intemo di esso. Praticamente identico al BA- 
SIC: lo step può essere omesso se vale 1. Esempio: 

BEO IN 

FOR 1-1 TO 3 20 FOR 1-1 TO 3 

S-S+3 30 S-S+3 : NEXT 

END. 


Le parole-chiave del BASAL sono: 

BEGIN. END. END., GOSUB. GOTO, REPEAT, UNTIL. 
CASE. OF. FOR. IF. THEN. ELSE, WHILE. DO. *...*. 

Come dicevamo, dopo il programma vero e proprio vanno 
posizionate, se esistono tutte le subroutine chiamate dal pro- 
gramma. Ogni subroutine è idem ideala da un nome racchiuso fra 
2 o più asterischi e vale la solita regola: dopo il nome si può porre 
un’unica istruzione BASIC o una compound BEGIN-END con 
dentro tutto quello che si vuole. Facciamo un esempio: questo 
programmino calcola, dati A e B, A! + B!: 


BEGIN 

INPUT ":mr« 
INPUT "JOB-" 
X-R 

GOSUB *XI* 

fl-X 

X-B 

GOSUB *XI* 
B-X 

PRINT"«OTt! + 


KB!«";A+B 


BEGIN 

FOR I -X— 1 T02STEP- 1 
X-X*I-<X-0> 

END 


20 INPUT'THFi-" , R 
30 INPUT "JOB-" , B 
40 X-fl 
50 GOSUB 140 
60 R-X 
70 X-B 
80 GOSUB 140 
90 B-X 

100 PRINT"MIB!+BI-";R+B 
110 END 

140 FORI -X- 1 T02STEP- 1 
150 X— X* I - < X— 0 > J NEXT 
160 RETURN 


3) CASE <VAR> OF 
BEGIN 

<EXPI > -<ARGOMENTOI> 
<EXP2> «- < ARG0MENT02> 


OT ♦- < A RGOM ENTOn > 

END 

è eseguita l’istruzione o la serie di istruzioni che ha come indice lo 
stesso valore della variabile indicata nello statement. L’indice OT 
sta per "otherwise’’, è facoltativo e indica l'istruzione o la serie di 
istruzioni da eseguire negli altri casi. È obbligatorio racchiudere 
l’insieme dei casi in un blocco BEGIN-END. Esempio: 


BEGIN 

CASE fi OF 
BEGIN 
3<-D=D*F 
2+-BEGJN 
D=D*F 
PRINT Q 
END 

OT+C=C#F 


40 I FR-3THEND— DWF : GOTO 1 1 0 

50 I FRO2THEN90 

60 D=D*F 

70 PRINTQ 

80 GOTO110 

90 C=C*F 

110 END 


MCmìcrocomputer 22 


87 


4) REPEAT 


UNTIL <BOOLE> 

È l’unica istruzione che non necessita compound quando le istru- 
zioni da ripetere sono più di una. Praticamente è un loop condi- 
zionato: l'insieme di istruzioni racchiuse fra REPEAT e UNTIL è 
ripetuto fino a quando la prova è vera. Dato che la prova è situata 
alla fine del blocco, esso sarà eseguito sempre almeno una volta. 
Esempio: 

BEO IN 

REPERÌ 30 fl-R+3 

fi-R+3 40 D=D-3 

0=11—3 50 I FNOT ( fl+D< 1 2 > THEN30 

UNTIL fl+IK 1 2 60 END 

END. 


Software VIC-20 

2) È analizzato l'argomento di tale istruzione (semplice o com- 
pound?). 

3) Nel caso di compound è ricercato l'indirizzo dell'END 
relativo al BEG1N. 

4) A seconda del tipo di istruzione (for, if. while. ece.) avvengo- 
no le specifiche trasformazioni del caso. 

5) È aggiunto il numero linea. 

Facciamo un primo esempio: vediamo come il precompilatore 
tradurrebbe questa porzione di programma: 

BEGIN 

FOR 1-1 TO 10 

H-H+I 

END. 

Esso è memorizzato all'interno dell’array A$(I), nelle prime 4 
locazioni; quindi AS(I) = "BEGIN": AS(2) = "FORI= ITOIO" 
A$(3) = "H = H+ 1"; AS (4) = "END". La fase iniziale della 


5) WHILE < BOOLE > DO 
< ARGOMENTO > 

L'istruzione o la serie di istruzioni sono ripetute fintantoché la 
prova è vera; al contrario del REPEAT... UNTIL... , se la prova 
risulta subito falsa è saltato tutto l'argomento. Esempio: 


BEGIN 

WHILE POfl-Z DO 
BEGIN 
D=D*F 
R=fi-E 
END 
END. 


20 I FNOT < POR— 2 ? THEN70 
40 D-D*F 
50 fi-R-E 
60 GQTO20 
70 END 


6) FOR <VAR> = < COSTI >; <COST2>; 

<COSTn> DO 
< ARGOMENTO > 

Per la variabile indicata che assume i valori indicati nello 
statement e nell'ordine dato, è eseguito l'argomento. Può essere 
usato una sola volta nel programma a condizione che non vi 
siano DATA e non venga usata la variabile II: Esempio: 


BEO IN 

FOR j-2;4;5;-i;0 DO 
BEO IN 
S-SD-J 

PRINT J+3; j-3 
END 
.END. 


20 REST0REDRTR2,4,5, 
-1 < 0 • FORI I-1T05 ^ PERDI 
40 S-SD-J 
50 PRINTJ+3; J— 3 
60 NEXT 
70 END 


7) «NOME ETICHETTA» oppure .NOME ETICHETTA* 
< ARGOMENTO > 

Serve per inserire etichette nel programma e per identificare le 
subroutine. È obbligatorio che ogni etichetta sia puntata da 
almeno un'instruzione di GOTO o GOSUB. Esempio: 


BEGIN 

«RNDRER* 


GOSUB «ORNELLR* 
GOTO «RNDRER* 
END- 

«OPNELLR* 

PRINT "BRSRL 2.1" 


40 L— L— 4 
50 GOSUB90 
60 GOTO30 
70 END 

90 PRINT" PRSRL 2-1" RETURN 


A questi vanno chiaramente aggiunti tutti gli altri statement 
(INPUT. PRINT. READ. DATA. REM. OPEN. CLOSE ecc.) 
che non necessitando precompilazione (solo il numero linea è 
aggiunto) saranno scritte come istruzioni BASIC nella abituale 
sintassi del BASIC. 


La fase di precompilazione 

Per trasformare un programma BASAL nel corrispondente 
"fratello" in BASIC, il precompilatore compie essenzialmente i 
seguenti cinque passi: 

1 ) È individuata l'istruzione da tradurre (le linee non contenen- 
ti parole-chiave del BASAL non sono modificate). 



MCmìcrocomputer 22 



MCmicrocomputer 22 


caso. J vale appunto B. Anche la stringa 4 è annullata; il nostro 
programma è diventato: 

BEO IN 

IF fl>0 THEN B-B+l GOTO 90 
BEO IN 
H-H+3 
fl-R-1 
END 
END. 


Ci siamo quasi: non resta che togliere tutti i BEGIN e gli END; 
sostituire a “END." la stringa END e aggiungere il numero di 
linea (dato dall'indice di stringa moltiplicato per 10) a tutte le 
stringhe non nulle, ottenendo: 

20 IF fl>0 THEN B— B+l : GOTO 90 
60 H-H+3 
70 R-fi-1 
90 END 


Che è per per l'appunto il programma BASIC corrispondente 
al programma BASAL da cui siamo partiti. Tutto qui. 


BASAL 2.1: note al programma 

Buona parte del listato basic presentato nelle pagine precedenti 
funge da sistema operativo per il BASAL. È infatti possibile 
registrare programmi su nastro, rileggerli, eseguire l'edit di linea, 
list su stampante, su video e usare molte abbreviazioni nella fase 
di input. Facendo partire l'esecuzione del programma appare il 
menu: si accede alle varie opzioni schiacciando le lettere indicate; 
dove la lettera è in campo inverso vuol dire che per evitare 
pressioni accidentali, bisogna schiacciarla insieme allo Shift. 
Per il list su stampante basta premere il tasto Commodore e la 
lettera “L’\ 

Per input-are un programma BASAL basta premere da menu 
Shift "N" che sta per Nuovo-Programma. Essendo obbligatorio 
il BEGIN iniziale, esso viene posto automaticamente in memoria 
e quindi richiesta la seconda linea. Dato che il VIC non accetta in 
input alfanumerico stringhe contenenti virgole, nel caso sia ne- 
cessario inserire linee con questo carattere, basterà sostituirlo con 
il carattere “1” che si ottiene digitando Shift (meno). 

Ad esempio: per input-are la linea A% = MX (315) si dovrà 
digitare A% = MX (3 1 5). E veniamo alle abbreviazioni concesse: 
la prima è il punto interrogativo che sta per PRINT. Tutte le altre 
si attivano con il primo carattere dello statement seguito da uno 
spazio bianco. Cosi per scrivere CASE G OF si potrà facoltativa- 
mente digitare C G OF prima del return di linea. 

Le parole chiave che si possono abbreviare sono: CASE, GO- 
SUB. INPUT. BEGIN. UNTIL. WHILE. REPEAT, THEN. 
Per BEGIN e REPEAT. che non sono seguite mai da altro, si può 
omettere lo spazio e digitare rispettivamente B e Return oRe 
Return. 

Finita l'operazione di Input, premere nuovamente Return e. 
dopo il list. qualsiasi tasto, ad eccezione di quelli indicati nel 
menu, per tornare al menu. Digitando “L" si ha il listing su video 
del programma BASAL. Essendo lo scroll molto veloce, è possi- 
bile arrestarlo momentaneamente tenendo premuto o lo Shift o il 
tasto Commodore o CTRL. 

Chiaramente è possibile usare anche lo Shift Lock che permette 
di arrestare lo scroll senza tenere impegnato alcun dito. Il byte 
della memoria del VIC che "sente" la pressione di questi tre tasti è 
il 653 (vedere linea 10750). 

L'edit avviene una linea per volta (sul tipo delle programmabi- 
li) e per attivarlo basta digitare "E", seguita da Return solo se si è 
in fase di input. Con i tasti CRSR-su e CRSR-giù si scorre il 
programma avanti e indietro; con CRSR-destra e CRSR-sinistra 
ci si posiziona sui caratteri da correggere. Digitando invece “I" o 
“D" prima di CRSR-des. o sin. si possono inserire o cancellare 
delle linee (ad ogni pressione). 


Software VIC-20 

Per comprendere meglio come funziona l'edit facciamo un 
esempio: digitate questo mini programma: 


BEGIN 
PRINT Q 
I-I+l 
END. 


e dopo essere tornati al menu decidiamo di sostituire alla Q una T 
e di togliere la linea d'assegnamento. 

Premere “E" per andare in edit. una volta CRSR-giù per 
posizionarsi sulla linea 2 e tramite CRSR-destra sulla Q. 

A questo punto digitiamo "T" per la sostituzione, return per 
reinserire la linea corretta, una volta CRSR-giù per posizionarsi 
sulla linea 3 e il tasto “D" per togliere la linea con l'assegnamento. 
Per uscire dall'ambiente edit premere return. 

Se si vogliono aggiungere altre linee di coda al programma, 
tornati al menu basterà premere "C" che sta per concatenamen- 
to. Da menu, “P” sta per precompilazione e serve appunto per 
precompilare il programmi BASAL e far partire la loro esecuzio- 

Prima però di essere inserito automaticamente in memoria il 
nuovo programma viene listato sul video e per procedere basta 
toccare qualsiasi tasto. 

Fra la fase di precompilazione e il fatidico "RUN" che fa 
partire l'esecuzione, vi è una fase alquanto delicata. Il program- 
ma BASIC codice oggetto si trova memorizzato all'interno del- 
l'array A$(N) (lo stesso in cui stava parcheggiato il programma 
BASAL): bisogna trasferirlo dall'array. alla memoria vera e pro- 
pria del VIC. 

Per risolvere questo problema, tutto il contenuto delle stringhe 
è dapprima copiato in una zona protetta dalla memoria (abbas- 
sando il top con POKE 56.91) e successivamente ogni linea di 
programma, prelevata con delle PEEK. viene visualizzata sullo 
schermo. 

A questo punto un CHR$(13). corrispondente al [RETURN] 
da tastiera, è forzato all'interno del buffer, che scaricandosi sul 
video provoca l'inserimento automatico in memoria della linea 
visualizzata. 

Essendo inoltre l’esecuzione arrestata ad ogni inserimento di 
linea, è necessario ogni volta visualizzare anche un GOTO 11410 
che, con un secondo [RETURN] nel buffer, permette appunto di 
continuare. 

Chi è interessato ai dettagli, faccia riferimento alla routine a 
partire dalla linea 11190. 

Tutto ciò, per motivi puramente estetici, avviene utilizzando 
caratteri dello stesso colore dello sfondo, sicché chi sta davanti 
allo schermo non si accorge di cosa sta succedendo. 

Togliendo di contro la "E" in campo inverso (importante: solo 



90 


MCmicrocomputer 22 


Software VIC-20 



11090 INPUT".HN0f1E FILE "iLJ* 
11093 0PEN2,8-2,L.T* 

11140 CLR: INPUT "HMNOl'IE FILE » 
11145 0PEN2,8<2,LJ* 


=LJ*+",S,U" 

■ L J*=L J*+ " , D~- 1 1 089 


Lince da aggiungere (alcune) o sostituire (altre) al programma per 
usare il BASAL 2.1 in congiunzione col disco VIC-1540. In questo 
caso, digitando da menu shift L o shift S. sarà obbligatorio identifica- 
re con un nome il programma BASAL da registrare. Ciò è necessario 
per creare sul disco un file sequenziale alto ad ospitare il programma 
per future riletture. 


quella!) nella linea 11380. vedrete apparire in sequenza le linee 
tradotte nell'attimo in cui finiscono in memoria. 

Conclusione 

Vi raccomandiamo a questo punto, se avete intenzione di 
scrivere qualche programmino in BASAL. di "studiarvi" (si fa 
per dire!) attentamente quanto detto in merito al linguaggio, 
ricordandovi che va tutto liscio se e solo se è usato correttamente. 

Se avete messo qualche BEGIN o END in più o in meno, se 
cercate di usare istruzioni in modo poco corretto o con sintassi 
errata non sperate di riuscire ad ottenere il voluto. 

E ricordate che le prime volte, per qualsiasi cosa, è sempre un 
casino... ite 


Il programma-esempio qui listalo simula il lancio di due dadi e la loro relativa visualizzazione sullo schermo. È stato scelto questo tema per la 
possibilità di inserire, quasi forzatamente, diverse istruzioni BASAL inesistenti in BASIC. Tenteremo di chiarire ulteriormente ogni dubbio 
proponendo un esempio di applicazione pratica di programmazione strutturata. Le promesse sono mantenute: è stato risolto l'algoritmo senza 
l'ausilio di alcun salto condizionato o incondizionato. 






I due dati sono visualizati l'uno a 
fianco all'altro, disegnandoli uno 
per volta. Dato che ogni faccia del 
dado è composta da pallini disposti 
più o meno regolarmente, sarà pos- 
sibile schematizzare il loro disegno 
suddividendo idealmente ogni faccia 
in tre strisce orizzontali e. dopo aver 
definito delle "strisce standard", as- 
segnare a ogni possibile numero una 
ben precisa sequenza di strisce. Se 
infatti assegnando alla striscia "o o" 
il codice 1 (non il punto 1). alla stri- 
scia “o” il codice 2 e a " "il codice 3. 
la faccia 6 sarà generata dalla succes- 
sione I . I . I . la faccia 5 da 1 .2. 1 . e cosi 
via. Il programma funziona esatta- 
mente cosi. Dopo aver spostato il 
cursore nella posizione in cui sarà 
disegnato il dado, assegnato ad A°„ 
un numero intero Random compre- 
so tra I e 6. con il Primo CASE... OF 
... è assegnata la sequenza di strisce 
da plottarc. Successivamente, (col 
secondo CASE ... OF ...) è analizza- 
ta la stringa AS c conseguentemente 
plottare le tre strisce per disegnare la 
tal faccia. Come si può notare dai 
due REPEAT inseriti, il tutto si ripe- 
te ogni qualvolta è premuto un qual- 
siasi tasto c il procedimento si arre- 
sta con la pressione del tasto asteri- 
sco. Semplice, no !?! 


MCmicrocomputer 22 


91 



Paroliamo 

ili Marco lori - Roma 


Il programma, che gira su uno Spcctrum 
16K RAM. intende riproporre raffermalo 
gioco televisivo Paroliamo, che pur essen- 
do di sicuro effetto non é il classico Space 
Baule. Si tratta di battere il proprio avver- 
sario (o avversari, dato che si può giocare 
fino a sei) a suon di parole, il che rende la 
competizione istruttiva oltre che eccitante. 

Il programma si spiega da solo grazie 
alle numerose REM inserite, e non ha dun- 
que bisogno di troppi commenti. Usa in 
quantità discreta le operazioni sulle strin- 
ghe, e il suo nucleo è organizzato in tre 
loop nidificati. 

Una cosa importante da notare è che il 
controllo effettualo sulle parole non ri- 
guarda 1'esistenza del termine in italiano 
ma solo l'effettiva appartenenza di tutte le 
lettere usate dal giocatore a quelle estratte 
dal computer: questo comporta che il ri- 
spetto della lingua venga affidalo ai gioca- 
tori, e in caso di dubbio al vocabolario del 
quale si saranno equipaggiati. 

Che Paroliamo non sia Space Battle. ol- 
tre a farci piacere, ce ne consente la pubbli- 
cazione senza i tradizionali rimorsi del re- 
dattore che non voglia incanalarsi in un 
filone sfruttatissimo (ormai in agonia) co- 
me quello degli invasori. D'altronde ben 
vengano giochi di società sul computer, il 
cui uso intanto permette di assicurarsi im- 
parzialità. e poi evita la perdita dei vari 
attrezzi del gioco per quello presentato 
stavolta le carte con le lettere, ad esempio. 


Passiamo al gioco. Come il lettore note- 
rà, abbiamo sfrondato le due schermale di 
istruzioni, consci della popolarità del pas- 
satempo ma anche della naturale repulsio- 
ne per la digitazione di troppe chiacchiere. 
Per chi non conoscesse il gioco di Tele 
Montecarlo, ecco un sunto delle regole più 
importanti. 

Si tratta, date dieci lettere a caso (nella 
fattispecie estratte dal computer tramite il 
ciclo 230-310. annunciato dalla REM in 
229), di comporre entro un tempo prefissa- 
to (qui di 43 secondi) la parola italiana più 
lunga possibile. Due o più giocatori, fino a 
sei nel caso nostro, si alternano alla com- 
posizione delfinsieme di lettere su cui agi- 
re: il controllo consentito é. di volta in 
volta, la scelta vocale-consonante. Giunti 
a dieci elementi inizia il conteggio del tem- 
po, al termine del quale ognuno deve pre- 


sentare la propria parola ed inserirla nel 
programma. Per evitare che il secondo 
concorrente dichiari la stessa parola del- 
l'avversario se è più lunga della sua consi- 
gliamo di scrivere volta per volta le parole 
su un foglietto (ma forse non tutti sono 
malfidati come noi...). 

Poi il programma presenta una scelta 
discutibile, anche se allo scopo di semplifi- 
care la vita. Chiunque abbia scelto le lette- 
re, l'ordine di digitazione delle proprie pa- 
role è sempre lo stesso con cui i nomi dei 
concorrenti sono stati inizialmente inseriti, 
e ciò — come verificherete da soli risulta 
un po’ scomodo. Tra l'altro, come citato 
dall'autore, nessuna verifica viene eseguita 
sulla correttezza della parola, per cui fate 
attenzione e munitevi di un opportuno vo- 
cabolario. 

Questa zona del programma è quella che 
più si presta a modifiche. Chi lo desideras- 
se potrà appesantirla con routine grafiche 
di presentazione, eventuali sottoprogram- 
mi assai onerosi di segnalazione di 
errori nella parola (attenzione, non di esi- 
stenza della stessa) o soluzioni alternative 
all'inserimento: una soluzione al problemi- 


• pwpoi inno» 


l e o Mau f o 

0 

riatto 1. Gioca Leo 
Le Lettere sono 


t-<*LO« C«er C 



Variabili usate nel programma 

rS. contiene gli input letterali 

ng. è il numero di giocatori 

ij,y. sono contatori d'anello nei cicli secondari 

m. è la mano di gioco attuale e il contatore dell'anello più esterno 

g, c il giocatore di mano e il contatore dell'anello intermedio 

f, indica i giocatori durante gli input, nel controllo di correttezza delle 
parole e nell'assegnazione di vittoria 
aS. contiene le 21 lettere dell'alfabeto italiano 
bS. contiene le lettere via via estratte 

cr cc, sono i contatori di riga e dì colonna durante la stampa dei 
punteggi 

vS, contiene il nome del vincitore del gioco 

h. variabile di comodo per assegnare il vincitore del gioco 
t$. variabile di comodo nella verifica della parola in input 
c. conta le lettere presenti nella parola in input 

cS. 32 blank per cancellare una riga 
v. punti dei giocatori durante la classifica 


Matrici usate 

nS (ng.IO). contiene i nomi dei giocatori lunghi al massimo IO lettere 
13 (ng.IO), contiene le parole dei giocatori 
I (ng). è la lunghezza delle parole dei giocatori 
s(ng). contiene il punteggio dei giocatori 


92 


MCmicrocomputer 22 


Software XX Spedrum 

no di fiducia sollevato poc'anzi potrebbe 
essere la sostituzione dell'attuale routine 
360-587 più sub 3500-3540 con un'altra 
che renda manifeste le varie parole solo 
quando tutti i giocatori avranno digitato i 
rispettivi termini. 

L'autore della trovata più lunga (ancor- 
ché corretta) si vedrà assegnare tanti punti 
quanti sono i caratteri utilizzati: le mani 


del gioco sono il doppio del numero dei 
giocatori, come indicato dal massimo va- 
lore assunto dalla variabile di ciclo m ini- 
zializzata in linea 160. 

Il listato è sufficientemente leggibile e 
scorrevole: l'autore non ha complicato la 
semplice organizzazione del gioco, ricon- 
ducendo alle capacità dei giocatori tutti 
quei controlli impossibili da farsi a questo 


livello. Le documentazioni tramite REM 
sono in numero adeguato, ma forse legger- 
mente troppo stringate per la comprensio- 
ne da parte di successivi programmatori. 

Sarebbe interessante vedere una versio- 
ne computer di Scarabeo, un po' più lungo 
da programmarsi ma non certo più diffici- 
le. Se son rose.... e mandate anche la cas- 
setta! mc 


20 PRINT RT 12,11 ; FLRSH 1;"PR 
ROLIRMO" : PRU5E 100 

69 REM iINTESTRZIONE * 

7-0 CLS : PRINT RT 0,10, "ìPflROL 

IRMO*" 

79 REM iOURNTI GIOCATORI* 

80 IF INKEY* <>••*■ THEN GO TO 80 
90 INPUT "Quanti siete a gioca 

re (max 6 ) 7 ” ; ng 

95 IF ng >6 THEN GO TO 90 
99 REM *DIM MATRICI* 

10© DIM n$(ng,10) : DIM f$(ng,10 

1 : DIM l (ng) . DIM s (ng ' 

109 REM *NOM I GIOCATORI* 

110 FOR i =1 TO ng 

120 INPUT Come si chiama il gì 
ocatore (i);“ LINE r$ 

130 LET n$ii) =r$ 

14.0 NEXT i 

14-9 REM *LOCP DI INGRESSO* 

150 LET a$ = "aei oubcd fgh Imnpqrst 

v i60 FOR m=l TO P g *2 : FOR 9=1 TO 

lls LET b$=” " 

169 REM *5T RMPfl PUNTEGGI* 

170 LET C r =2 : LET C C =8 : LET i =1 

180 PRINT rt cr, cc; nt (i ) ; rt cr + 

l,cc;s(i) : LET i =i +1 
190 IF i >ng THEN GO TO 220 
195 LET CC=CC+1I 

200 IF c c >22 THEN LET Cf=cr+2: 
LET CC=0 
210 GO TO 180 

aie REM *G IO CRT ORE DI MfiNO* 

220 PRINT : PRINT "Mano " ; ffi ; •• , 

Gioca " ; n * ( g ) 

229 REM «-LETTERE * 

230 FOR i =1 TO 10 

235 PRINT RT IO,©; "Le lettere s 
ano BRIGHT l;b* 

240 PRINT RT 12,0; "Cosa vuoi (C 
ons . /Uo c . i ?'' 

250 IF INKEY *<>•••• THEN GO TO 25 

0 

260 IF INKEY$=" " THEN GO TO 260 
27© LET r$=INKEY$ 

280 IF r*="v" OR r$="U" THEN LE 
T b$=b$+a$(INT (1*RND*53 3 : GO TO 
310 

29© IF r$ = "c" OR r $ = "C" THEN LE 
T b$=b*+a*(INT (6+RND*16) 1 : GO T 

O 310 

300 GO TO 250 

310 NEXT i: PRINT RT 10,18; BRI 

GHT 1; b$ 

320 PRINT RT 12,0;” 

329 REM *45 SECONDI* 

330 PRINT RT 14 . O; INUERSE 1;“D 
R «DESSO 45 SECONDI . DEEP 1,1 


350 8EEP 3,10: PRINT RT 14,0;" 

FINE TEMPO ■ . PROSE 

150 

355 PRINT RT 14,10; " 

359 REM = INGRESSO HHHDLE * 

360 FOR i =1 TO ng 
380 GO SUB 3500 

420 INPUT "La parola di "; (rj) ; 
" e ' : " ' LINE rt 

430 LET LET 

439 REM iPAROLA COKRfcl I H?* 


440 LET C =0 

450 IF THEN GO TO 520 

460 FOR J=1 TO 18 
470 FOR y =1 TO LEN r? 

480 IF b$lJJ=r$ty3 THEN LET c=c 
+ 1. LET rs = ,-jiii TO y -l.» tr$ty +1 T 
O LEN r $) ; LET y=18 
490 NEXT y : NEXT J 

499 REM *PRROLfl ERRRTR* 

600 IF LEN ttOC THEN PRINT RT 
14,10; INUERSE i.; "NON Ufì BENE ": 
PRUSE 100: PRINT RT 14,18;" 

"• LET l ( f 3 =8 : GD TO 530 

589 REM iPRROLfl CORRETTA* 

510 PRINT RT 14,12; "Ufi BENE" P 
RUSE 100: PRINT RT 14,12;“ 


540 
545 
550 
560 
570 
( f ) : 
588 
583 
585 
( f ) : 
587 
590 


INT 

RUSE 

680 

610 


LET l(f)=C 
NEXT f 

REM fUINCITORE GIOCO* 

LET lì =g 
LET V$=n4(h) 

IF g =ng THEN GO TO 583 

FOR f =g +1 TO ng 

IF l (fj >1 Ch) THEN LET V$=n$ 

LET h = f 

NEXT i 

FOR f =1 TO g-1 

IF l (f) M (h) THEN LET V$=n* 
LET h = / 

NEXT / 

PRINT RT 14,0. "In questo gi 
'in ce " , v $ : PRINT • PRINT "C 

1 parola PRINT : PR 

'Lunga ";l(h);" lettere."; P 


620 PRINT RT 14,0; CS. PRINT . P 
RINT C$: PRINT ; PRINT et 

630 LET S (h) =S (h) *1 th) 

64© NEXT g NEXT « REM *PROSSI 
MO GIOCO E MANO * 

649 REM *FINE E UITTOAIR* 

650 CLS PRINT RT 0,10;"*PfiROL 
IRMO*" 

660 PRINT RT 2,2; " PROCLAMAZIONE 
DEL VINCITORE" 

670 PRINT RT 6,0; "Hinre 

680 FOR y =1 TO ng 

690 GO SUB 3000 

700 PRINT rii" con punti ";v 

710 LET S ( f ì =0 

719 REM fCLASSIFICA* 

720 IF y <ns THEN PRINT : PRINT 
“Segui to da •*; 

730 NEXT y 

740 PRINT RT 20,13; FLRSH i; "FI 
NE": PRUSE 300. STOP 

1000 CLS 

1070 PRINT PRINT TRB 1, PREMI 
UN TR5TO PER CONTINUARE" 

2999 REM *TROUR IL PIU GRANDE * 

3000 LET fai: LET V=S(f3 

3010 FOR j=l TO ng 

3020 IF s ìj) > V THEN LET v =S tjj : 
LET f =J 
303© NEXT j 

3499 REM *ELIMINfi SPAZI INUTILI* 

3500 FOR i =10 TO 1 STEP -i 

3510 IF n*< f , i ) <>" " THEN GO TO 

3530 

3520 NEXT i 

3530 LET r$=nt(f, TO i> 

3540 RETURN 


MCmicrocomputer 22 


93 



i trucchi del CP/M 

a cura di Claudio Rosa zza 


Buffer di tastiera 

Una delle caraneristiche allettanti che vengo- 
no coinvolte nella scelta di un elaboratore ope- 
rante con il sistema operativo CP/M è sicura- 
mente data dalla presenza del buffer di tastiera. 

Tale particolarità consente al calcolatore di 
accettare caratteri digitati da tastiera anche 
quando il microprocessore sta effettuando lui- 
t'altro lavoro: questi caratteri vengono memo- 
rizzati in una particolare zona di Ram organiz- 
zata con una struttura FIFO circolare. In prati- 
ca immaginate un tubo chiuso su se stesso a 
forma di cerchio con un ingresso ed una uscita 
verso l'esterno che possono scorrere lungo la 
circonferenza. Inizialmente ingresso ed uscita 
sono nello stesso punto. La struttura FIFO vie- 
ne caricata dal canale di ingresso e lo stesso 
viene avanzato di una posizione; se il program- 
ma ricevente é pronto per accettare il carattere, 
verrà avanzato anche il canale di uscita e prele- 
vato il carattere. Viceversa, se il programma non 
può accettare caratteri in quel momento, il ca- 
nale di ingresso alla FIFO avanzerà di una posi- 
zione per ogni carattere premuto e verrà rag- 
giunto successivamente quando il programma 
ricevente prelevando dalla FIFO un carattere 
per volta farà avanzare il canale di uscita. 

La funzione di buffer di tastiera è una di 
quelle tipiche operazioni che sfruttano, in gene- 
re. le capacità di gestione di interrupl da parte 
del microprocessore e cioè la capacità di poter 
interrompere momentaneamente un processo in 
corso per poter permettere, per esempio, l'ac- 
quisizione del carattere digitato da tastiera e la 
sua memorizzazione nella FIFO: il tutto avviene 
in modo assolutamente trasparente per il pro- 

L'ulilità del buffer di tastiera si apprezza 
maggiormente quando in una procedura appli- 
cativa vi sono dei successivi input di dati interca- 
lati con calcoli intermedi che vengono svolti in 
una certa entità di tempo. In questo caso se 
l'operatore è veloce e già conosce i dati da digita- 
re. con il buffer di tastiera non sarà costretto ad 
aspettare ogni volta la richiesta di input da parte 
del calcolatore, ma potrà digitare, ovviamente 
alla cieca (cioè senza eco immediata su video) 
tutti i dati in suo possesso essendo certo che 
verranno recuperati dal programma non appe- 
na accederà alla FIFO di cui sopra. 

L'utente che acquisterà un calcolatore con 
sistema operativo CP/M e che intende lavorare 
in interprete Basic Microsoft avrà. però, una 
amara sorpresa. In ambiente interprete Basic il 
buffer di tastiera non funziona! O meglio, il 
buffer funziona, ma viene ingiustamente scari- 
cato dal Basic stesso. 

Il motivo è da ricercare nella funzione di 
Break dell'interprete che consente di inter- 
rompere un programma in qualsiasi momento 
per poi riprenderlo subito dopo. Tale funzione 
viene realizzata con la digitazione del caratte- 
re Control-C che causa l'interruzione e con 
l'istruzione CONT che riprende l'esecuzione 
del programma. 

Per dare la possibilità all'operatore di inter- 


rompere il programma in qualsiasi momento il 
Basic è costretto dopo aver eseguito una istru- 
zione e per tutte le istruzioni contenute nel pro- 
gramma a fare una chiamata al sistema operati- 
vo per sapere se vi è un carattere pendente da 
tastiera; nel caso di risposta affermativa il Basic 
è costretto a leggerlo per verificare se è un C. In 
caso di C viene eseguito il Break del programma 
altrimenti quel carattere viene perduto ed il Ba- 
sic prosegue ad interrogare il CP/M sullo stato 
della tastiera fermandosi solo quando non vi 
sono più caratteri pendenti o vi sia un C. 

Il trucco per far funzionare il buffer di tastiera 
anchesotto interprete Basic consiste nel disabili- 
tare la chiamata di stato tastiera al CP/M. L’o- 
perazione consiste nella modifica di 3 byte all'in- 
terno del Basic. Purtroppo tale modifica non c 
possibile effettuarla in modo permanente come 
il Print Using (MC n. 14) né si può effettuare 


BASCAL 

BEGIN 


. Z80 
ASEG 
ORG 

EQU 

EQU 


BLKTRF: LD 


100H 

12CEH 

8000H 


HL,10EH 
DE, BEGIN 
BC , JEX-ONBUF 


-PHASE BEGIN 


HL, BASCAL 
A,3EH 
(HL) .A 


EQU 

END 


bufferà 


le Basii Mirri 


dall'interno del Basic tramite dei Poke; risulta 
per forza necessario utilizzare una subroutine 
esterna in Assembler. 

La subroutine, riportata in questa pagina, va 
scritta usando un qualsiasi editor per program- 
mi e salvata col nome di BUFFER. MAC. 

La variabile BASCAL va adattata alla versio- 
ne di Basic che si intende utilizzare: per il 4.SI 
esso vale 1247H.peril5.1 vale 12A8Heperil 5.2 
vale 12CEH. 

Il programma va assemblato e linkato con i 
seguenti comandi: 

A >M80 BUFFER = BUFFER < return > 

A >180 BUFFER. BUFFER/N/E < return > 

Il prodotto sarà un programma di nome 
BUFFER.COM. Tale programma se richiama- 
to provvederà a sistemare in una determinata 
zona di RAM la subroutine richiamabile dal 
Basic per la disabilitazione della chiamata di 
stato al CP/M. Quindi, per entrare in Basic oc- 
corre digitare i seguenti comandi: 

A > BUFFER < return > 

A>MBAStC /M:&H7FFF < return > 
L'interprete verrà caricato e fornirà ben pochi 
byte liberi, ma non preoccupatevi! (Solo per 
poco). Prima di eseguire qualsiasi altro coman- 
do o funzione è necessario far girare il program- 
ma qui di seguito: 

10 ONBUF = & H8000 
20 CALL ONBUF 

30 IPA = PEEK (7) • 256 + PEEK (6) 

40 CLEAR, TPA-1 

50 X = FRE (0):X$ = MID$ (S7R$ (X). 2,5) 
60 PRINf X$; “Bytes Free" 

Questo programma effettua la Cali alla sub- 
routine Assembler che disabilitando la chiamata 
di stato al CP/M abilita la gestione del buffer di 
tastiera anche in interprete Basic e successiva- 
mente ripristina il TP A interno dei Basic resti- 
tuendo tutta la memoria disponibile all'inter- 

A questo punto occorre fare due precisazioni. 
La prima riguarda il funzionamento del C che 
viene ad essere limitato, per forza di cose, solo 
quando il programma si trova in una fase di 
input dati, la seconda, invece, riguarda la neces- 
sità in alcuni casi, di dover scaricare volontaria- 
mente il buffer di tastiera, per esempio, dopoché 
un controllo dimensionale su un dato di ingresso 
ha dato esito negativo c quindi deve essere ri- 
chiesta la ridigitazione del dato. 

Una tale funzione di scaricamento del Buffer 
si può facilmente operare usando l'istruzione 
INKEYS come di seguito: 

100 Z$ = INKEYS 

110 IF Z$ = '" THEN RETURN 

120 GOTO 100 

Effettuando un Gosub 100 la subroutine ri- 
tornerà solo dopo aver scaricato l'intero buffer 
di tastiera. 

Va infine considerato il fatto che se uscite dal 
Basic e volete rientrarvi mantenendo il buffer di 
tastiera attivo, potete farlo solo con un Reco- 
very (MC n. 13) o ripetendo l’intera operazione 
di cui sopra. 

Vi consigliamo di usare l'interprete con il buf- 
fer di tastiera attivo solo con programmi già 
messi a punto poiché la funzione di Break opera- 
ta con il C. che viene a mancare con il buffer di 
tastiera attivo, è un utile strumento di debug. 


Errata corrige 

MCmicrocomputer N. 19 “/ Trucchi del CP/M" 

Nel listato Assembler alla terza riga della routine BLKTRF l'istruzione LD HL. JEX-ZUB0 
a sostituita con LD BC. JEX-ZUB0. 

MCmicrocomputer N. 20 “/ Trucchi del CP/M " 

Nel listato del programma INIT.BAS alle righe 10 e 30 il dollaro va sostituito con 
Nell'ultima colonna a pagina 101 il comando MBASIC INIT/M: H8FFF manca della & prima 
della H. 


94 


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guardi facili, fanno pensare alla perfe- 
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comune. Di decenni nel caso dei pro- 
dotti informatici. 

La Honeywell ha tutta la solida e 
affinata esperienza per realizzare gli 
strumenti di uso più semplice, di appli- 
cazione più facile e universale nel 
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ad ampliare la già vasta gamma dei si- 
stemi Honeywell Information Systems 
Italia: microSystem 6/20 e microSy- 
stem 6/10. Il primo progettato a Pre- 
gnana Milanese e costruito a Caluso 
(TO) dalla Honeywell Information Sy- 
stems Italia, il secondo sviluppato e 
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cola azienda. Oppure, come satelliti di 
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dali di grande dimensione. 

La loro semplicità e facilità d’uso si 
rivela già al momento della consegna. 
Voi stessi siete in grado di assemblare 
le unità di cui l’elaboratore è composto 
e, in meno di un quarto d’ora, iniziare a 
lavorare. 

Tutti e due i sistemi sono facil- 
mente ampliabili e compatibili con i si- 
stemi più grandi e, come questi, di- 
spongono di software applicativo per 
risolvere tutti i problemi gestionali. 

Inoltre sono corredati da un pro- 
gramma di autoistruzione: è il compu- 
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in due giorni, vi insegna come usarlo. 
Troppo semplice? 

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si ottengono: T. Siderale. Longit. Lati!.. A. 
Retta e Deci.. Sorgere e Tramontare del corpo 
celeste; Luna. Sole, Plutone, etc. anche su 
stampante. Lit. 25.000 = su listato; Lit. 
30.000 = più spese di spedizione su cassetta. 
Indicare se opzione stampante o no. Vendo 
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lizzato, che dà la visibilità, dalla propria zona 
di osservazione, di un qualsiasi oggetto celeste 
di cui si conoscano l'A.R. e la Declinazione. 
Occorre digitare la Data, la Longit. e la Latit. 
dell'osservatore, l’A.R. e la Declin. dell'ogget- 
to. Si ottengono i dati in ore, minuti, secondi 
del sorgere e tramontare dell'astro riferito al 
proprio orizzonte. Prezzo Lit. 10.000 = su 
listato; Lit. 15.000 = cassetta più spese di 
spedizione. Per informazioni: Menichelli 
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gio Emilia, tei. 0522/94943. 

Scambio programmi per Apple II sono partico- 
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19 MB UF. per drive) o memoria interna (64 o 
256 KB), con 8 o 16 bit e coprocessore aritmetico. 
Quando garantisce una reale espandibilità, la com- 
patibilità 3740 e la possibilità di essere collegato in 
telecomunicazione con altri sistemi - 3780 e 3275 . 
Quando ha i sistemi operativi CP/M e UCSD-Pascal, 
i linguaggi Basic, Pascal e Cobol ANSI 74 . 
Quando può contare su programmi applicativi 
pronti e collaudati, su una assistenza sistemistica 
completa e su una grande possibilità di optional. 
Quando può crescere da mono a multiutente sal- 
vando totalmente l'investimento iniziale in hard e 




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CP/NET. 

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sione di vendita può telefonare o restituire questo tagliando. 

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I INDIRIZZO [ 

I CITTÀ TEL 

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inviacelo: pubblicheremo il tuo recapito ise vuoi anche telefonico, cosi gli altri potranno mettersi più rapidamente in contatto con lei eie altre notizie che 
indicherai sul tagliando t tipo di macchina, centri di interesse eccetera I. 

Micromeeling-corner è uno spazio libero, a tua disposizione. Hai fondato un club, vuoi fondarlo? Micromeeling-corner può aiutarti. 

P.S.: il nostro servizio è completamente gratuito. Ti chiediamo, solo, in cambio, di compilare il tagliando in maniera ben leggibile! Il modo più rapido per 
l'invio è mettere il tagliando in una busta e inviarcela per ESPRESSO, ma se vuoi puoi incollare il tagliando su una cartolina postale. 


C'è qualche ZX club in quel di Vigevano (Pa- 
via)? Chi lo sa me lo faccia gentilmente sapere. 
Lorenzo Fabris. Via Sapri 7. 27029 Vigevano 
(PV). tei. 0381/22204. 

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programmi e informazioni, scrivete a: Pavan 
Luca. Via Mozart 22, 20021 Bollate (MI). 


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ca via radio, scambio software, trasmissione 
dati alta velocità con/senza modem, immagini 
fino a 53000 pixel. RTTY ASCII, packet radio 
network, stazioni automatiche HF. VHF, 
UHF IK2AOS Rick. P.O. BOX 44. 22069 
Rovellasca (Como). 

Cerco possessori Diablo elaboratori in Liguria 
per costituire un club. Scrivere: Rami». Via R. 
Ceccardi 2/5, 16122 Genova. 

Texas TI-99/4A nel nostro club abbiamo già 
300 programmi. Ne cediamo e ne cerchiamo 
altri. Franco e Marcello Gonzalo. C.so Fo- 
gazzaro 174. 36100 Vicenza, tei. 0444 42678. 

Cerco hobbisti Apple in Verona per eventuale 
club. Posseggo migliaia (dico sul serio) di pro- 
grammi sia sotto Dos che CP/M che Pascal. 
Moltissimi sono inediti. Ottima conoscenza 
dei tre ambienti. Scrivere a: Castellani Mirco. 
P.zza Ederle 7. 37023 Grezzana <VR). tei. 
045/907998. 

Cerco possessori IBM PC per scambio pro- 
grammi. Fornisco consulenza software c pro- 


grammi a richiesta. Olirò pronti: calcolo posi- 
zioni pianeti e astrologia. Lezioni teorico-pra- 
tiche. Scrivere a: Marco Gasparri, via Tuscia 
7. 00195 Roma. tei. 06/3280446. 

Cerco possessori TI 99-4A zona Pesaro e din- 
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fondare un eventuale “TI 99 club". Periini 
Paolo, via 21 Gennaio 152. 61020 Montecchio 
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gono ZX Spectrum per avere informazioni di 
vario genere. Rimborso le spese postali. Nun- 
zia Merlino, via Rivara 8. 10090 Cascine Vica 
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club ed eventuale banca software. Contattare 
Claudio Cavallari, via Bau. Partigiana 9. 
46023 Gonzaga (MN). 

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club. Scrivere a: Rimicci Andrea, via delle 
Fornaci 12/1. 17011 Albisola Capo (SV). 

Texas TI 99/4A amici cerchiamo tutta Italia 
scambio programmi, inviateci vostra pro- 
grammoteca noi faremo altrettanto. Noi dia- 
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ditte, ecc. Scrivete Francomputer club Texas, 
corso Fogazzaro 174. Vicenza, tei. 
0444/42678. 

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c/o patiti hardware digitale, per scambio idee. 


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telli. via Tiberio Imperatore 45. 00145 Roma, 
tei. 06/5140606 (la sera) 06/54864732 (ufficio). 

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e comoda da usare del “Load Bvtes" pubblica- 
to su "Calculator tips and routines..."? Se 
amate la MP-4IC/CV c la programmazione 
sintetica scrivetemi, ho alcuni programmi da 
me elaborati e abbastanza interessanti. Gior- 
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ZX Spectrum ZX 81. per maggiori e interes- 
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